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CESARE ROMITI lezioni di cinese - Confindustria Udine

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OrizzontiDesignQuanto “Italian Design”nella Volkswagen!C’è una lunga tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rapporti tra lacasa automobilistica tedesca Volkswagene lo “stile italiano” che risale all’imme<strong>di</strong>atodopoguerra quin<strong>di</strong> subito dopo la nascitadel noto brand. Rapporto che si èintensificato negli anni se pensiamo cheè recente l’acquisizione del 90,1% <strong>di</strong>Italdesign Giugiaro da parte <strong>di</strong> Volkswagen,attraverso la filiale Lamborghini Hol<strong>di</strong>ngS.p.A.-Italia. Fu negli anni ‘50, il primorapporto quando l’allora presidente dellaVolkswagen Heinz Heinrich Nordhoff,inviò una lettera a Pininfarina nella qualeesprimeva l’intenzione <strong>di</strong> “unire in unavettura <strong>di</strong> gran serie le esperienze tecnichegermaniche al senso latino per le linee ele forme armoniche e classiche”. Dopo uninizio, nel 1952, con uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vetturacon la quale si intendevano rinnovareparzialmente le forme del classico“kafer” che però non ebbe seguito, fumo<strong>di</strong>ficato il Maggiolino, con riferimentoall’unico consiglio dato da Pininfarina:“Ingran<strong>di</strong>te il lunotto”. Seguirono poinumerosi progetti <strong>di</strong> Italian Design comela cosiddetta Karmann Ghia Typ 14 (1955-Type 14 Karmann Ghia 19671974), variante sportiva sulla meccanicadel Maggiolino <strong>di</strong>segnata dall’ing. SergioSartorelli per Ghia e realizzata nelleversioni coupé e, dal 1957, cabriolet. Poiuna variante più moderna fu la coupéTyp 34, sempre <strong>di</strong>segnata da Sartorelli, epoi rimpiazzata dalla Volkswagen Porsche914. Queste vetture, pur <strong>di</strong> ispirazione“americana”, rappresentano tuttora unottimo esempio <strong>di</strong> eleganza e sportivitàitaliana, <strong>di</strong>ssimulando con linee armonicheed equilibrate la particolare architetturad’origine. La grande rivoluzione alla qualesi deve la “rinascita” <strong>di</strong> Volkswagen <strong>di</strong>deve a Giorgetto Giugiaro al quale sonoda attribuire le forme delle prime versioni<strong>di</strong> Passat (1973), e, nell’anno successivo,<strong>di</strong> Scirocco e Golf, quest’ultima vettura <strong>di</strong>1973 ItalDesign Au<strong>di</strong>Karmann Assoriferimento della categoria, ancora oggi“fedele” ai principi originari, adeguataalla tecnologia e alle normative. Lacollaborazione con Italdesign era peraltrogià iniziata con alcuni progetti precedenti:la Volkswagen-Porsche Tapiro del 1970a motore centrale longitu<strong>di</strong>nale, laVolkswagen Karmann Cheetah, spider a2 posti del 1971 derivata dalla KarmannGhia, e l’Au<strong>di</strong> Karmann Asso <strong>di</strong> Picchedel 1973, coupé a quattro posti dallelinee tese, che anticipavano le tendenzestilistiche degli anni successivi. Nel 1975Marcello Gan<strong>di</strong>ni per Bertone, progettòla Volkswagen Polo (1975) e della“sorella” Au<strong>di</strong> 50 (uscita l’anno prima),le due auto risultavano con un abitacolomolto luminoso in considerazione alle<strong>di</strong>mensioni. A seguire nel 1978 proseguìil rapporto con Italdesign per il nuovaimmagine sia dell’Au<strong>di</strong> 80 sia <strong>di</strong> Seat,dopo la cessione a Volkswagen da parte <strong>di</strong>Fiat: sono state infatti firmate da Giugiarole prime due serie dell’Ibiza e dellaToledo, e poi Malaga, Cordoba e Cordobacoupé. Giorgetto Giugiaro continuò ilsuo lavoro per VW anche per quello chesarà il nuovo stile Bugatti, con la EB118(realizzata subito dopo l’acquisizione delmarchio Bugatti da parte <strong>di</strong> VW) e poicon la berlina a quattro porte EB218, enumerose sono le concept cars da salonemarchiate Italdesign, come ad esempio lasupersportiva Volkswagen W12 Syncro del1997. Nel 2000 incominciò a collaborareprima in Seat, poi in Au<strong>di</strong> e quin<strong>di</strong> in altreCase del gruppo, un italiano che già si era<strong>di</strong>stinto per l’ottimo lavoro svolto in AlfaRomeo: Walter De’ Silva, oggi responsabiledel design dell’intero gruppo Volkswagen.Il “team” si arricchì progressivamente<strong>di</strong> altri designer italiani, a cominciare daFlavio Manzoni, responsabile del “creativedesign”, che ha <strong>di</strong>rettamente collaborato aridefinire le linee guida per l’identificazionedei singoli marchi del gruppo, dal2010 passato alla guida del rinnovatoCentro Stile Ferrari. E poi altri designer,tra i quali Wolfgang Egger, austriaco <strong>di</strong>nascita ma “milanese” <strong>di</strong> adozione peril lungo lavoro svolto in Alfa Romeo -sua la responsabilità dello stile della 8CCompetizione. Italdesign attualmente nonè solo centro stile, esso è un completocentro <strong>di</strong> progettazione automobilistica;già dal 2008 con un preciso accordosu progettazione e sviluppo, Italdesignlavorava in stretto contatto conVolkswagen, ad esempio nella progressivavolkswagen W12definizione della famiglia Up!. Inoltre, dopol’impegno nel definire le linee guida dellostile dei singoli marchi, e con una delle“squadre” <strong>di</strong> designer, guidata da De’ Silva,meglio organizzate d’Europa, molti modelli<strong>di</strong> stile <strong>di</strong> future automobili del grupposono già stati approvati o “congelati”, percui non dovrebbero esserci sostanzialimo<strong>di</strong>fiche a breve termine. Certamente,il rapporto tra la nuova VW-Giugiaro ele altre case automobilistiche, italiane inprimis, potrebbe mo<strong>di</strong>ficarsi ra<strong>di</strong>calmente,e Volkswagen, dopo Lamborghini, sta“entrando” in territorio italiano certamentecon una “punta <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante” tra le aziendenazionali <strong>di</strong> progettazione.Prof. Fabio Di BartolomeiIndustrial & Interior DesignerLibero professionista e docente <strong>di</strong> designpresso la Facoltà <strong>di</strong> Architettura <strong>di</strong> Trieste.54 luglio10

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