EconomiaIntervista<strong>CESARE</strong> <strong>ROMITI</strong>Lezioni <strong>di</strong> <strong>cinese</strong>Cesare Romiti, pur avendo festeggiato le ottantasette primavere, e dopo aver svolto ruoli<strong>di</strong> primissimo piano in numerose gran<strong>di</strong> aziende italiane come Alitalia, Italstat, Fiat e RcsMe<strong>di</strong>agroup che gli hanno fatto meritare il Cavalierato del Lavoro italiano e la Legiond’Honneur francese, è oggi l’infaticabile presidente della Fondazione Italia-Cina, carica chericopre dal 2004, dopo essere stato dal 2000 presidente dell’Istituto Italo-Cinese. Per questosuo impegno nel rafforzamento dei rapporti fra Roma e Pechino il 13 ottobre 2006 haricevuto la citta<strong>di</strong>nanza onoraria dalla Chinese People’s Association for Friendship with ForeignCountries. Nessuno meglio <strong>di</strong> lui, dunque, poteva illustrare a Realtà Industriale la situazioneattuale delle relazioni fra l’Italia e la Cina e <strong>di</strong> tutte le conseguenti implicazioni economiche.<strong>di</strong> Carlo-Tomaso ParmegianiCavalier Romiti, qual è lo “statodell’arte” dei rapporti fra Italia eCina?Tra Cina e mondo occidentale, in particolarecon l’Italia, si è da sempre intrattenutoun positivo rapporto confermato da incontri,scambi <strong>di</strong> delegazioni, progetti con<strong>di</strong>visi,missioni impren<strong>di</strong>toriali e culturali. Il2010 è stato caratterizzato da <strong>di</strong>verse missioniimpren<strong>di</strong>toriali che hanno contribuitoa rafforzare i rapporti commerciali tra i duePaesi, oltre che a favorire sempre maggiorioccasioni <strong>di</strong> scambio e <strong>di</strong> investimento trale nostre imprese e quelle cinesi. Cito adesempio la missione appena conclusa <strong>di</strong><strong>Confindustria</strong>, Ice e Abi assieme al Ministerodello Sviluppo Economico, che haconfermato l’interesse <strong>cinese</strong> per l’Italiaquale ingresso alternativo ai gran<strong>di</strong> portidel nord Europa.Ricordo che il 2010 è un anno particolarmenteimportante per i rapporti tra Italiae Cina: la Cina è tornata protagonista perl’organizzazione dell’Esposizione Universale<strong>di</strong> Shanghai, dopo il successo <strong>di</strong>mostratonella gestione dell’evento olimpico dueanni fa. Quest’anno, inoltre sono esattamente40 anni che esistono relazioni <strong>di</strong>plomatichetra Italia e Repubblica Popolaree il 2010 è stato <strong>di</strong>chiarato “Anno dellaCina in Italia”, chesarà inauguratoad ottobre, erenderà l’Italiaprotagonista <strong>di</strong>molteplici eventi<strong>di</strong> stampo culturale,economicoe strategico finoalla metà del2011.Quali sono gliobiettivi e leattività dellaFondazioneche lei presiede?La Fondazione Italia-Cina è nata nel 2003con l’obiettivo <strong>di</strong> rafforzare i rapporti tra idue Paesi. Dalla sua nascita ha contribuitoal miglioramento delle relazioni reciprocheapportando un significativo sostegno alleaziende italiane che intraprendono operazionicon il mercato <strong>cinese</strong>. Nell’ottobredel 2008 ho inaugurato, in un luogo storicoche risale a 600 anni fa costituito dalleantiche mura della Città Proibita, la sede aPechino della Fondazione insieme al Presidentedel Consiglio, Silvio Berlusconi. NelIl Presidente Cesare Romiti insiemeal Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano alla presentazione delprogetto Uni – Italia, 2008febbraio 2009 la Fondazione ha firmato unaccordo <strong>di</strong> integrazione con la Camera <strong>di</strong>Commercio Italo-Cinese, accordo che haposto le basi per una nuova stagione neirapporti tra le due nazioni. In questo modola Fondazione ha raggiunto uno dei suoiprincipali obiettivi: la costituzione <strong>di</strong> unacabina <strong>di</strong> regia per in<strong>di</strong>rizzare e coor<strong>di</strong>narele attività strategiche e commerciali versoil mercato <strong>cinese</strong>. L’operazione ha allargatola base associativa della Fondazionea circa 400 membri, unendo le piccole eme<strong>di</strong>e imprese della Camera al nucleo <strong>di</strong>8 luglio10
EconomiaIntervistaInaugurazione della sede <strong>di</strong> Pechino della Fondazione, ottobre 2008, con il Presidentedel Consiglio Silvio Berlusconi e il Ministro dell’Informazione Cinese Wang Chengran<strong>di</strong> società, istituti <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to e autorevoliistituzioni pubbliche che sostengonoe caratterizzano la Fondazione stessa. Abreve inaugureremo, inoltre, il nuovo corsodella rivista “Mondo Cinese”, la prima eunica pubblicazione italiana che si caratterizzacome rivista sinologica italiana cheda oltre 35 anni si occupa <strong>di</strong> tematicherelative alla Cina e che nel nuovo corsovedrà riservata particolare attenzione i temirelativi all’economia, al management, al<strong>di</strong>ritto, alla politica, e all’attualità <strong>cinese</strong>. Dalprossimo numero, la rivista vedrà una nuovaveste grafica e una maggiore aperturaa contributi e collaborazioni internazionali.Il primo numero, che uscirà a breve, riporteràcontenuti riguardanti il tema dellasostenibilità.La Fondazione Italia Cina ritiene, poi, <strong>di</strong>dovere riservare particolare attenzione altema del turismo allo scopo <strong>di</strong> aumentareil flusso dei turisti cinesi in Italia e favorirequin<strong>di</strong> i rapporti tra i due Paesi. Per questoabbiamo ideato un progetto che stiamosviluppando. Nel 2008 è stato firmatoun protocollo d’intesa tra l’allora Dipartimentodel Turismo, oggi Ministero del Turismo,il Ministero dei Beni Culturali, l’Enite la Fondazione Italia Cina. L’obiettivo delprogetto è quello <strong>di</strong> accrescere il turismo<strong>cinese</strong> in Italia privilegiando i ricchi cinesie la nuova classe emergente. Per la riuscitadel progetto si rende in<strong>di</strong>spensabile ilcoinvolgimento, almeno nella prima fase,delle regioni italiane che costituiscono lemete privilegiate dei turisti cinesi: Veneto(Venezia), Lombar<strong>di</strong>a (Milano), Toscana(Firenze/Pisa), Lazio (Roma).La Fondazione, infine, organizza due eventiche mettono in luce le positive esperienze<strong>di</strong> imprese che hanno fatto affari in Cina, sitratta del Forum sulle “Storie <strong>di</strong> SuccessoItaliane in Cina” e dei “China Awards”.A tal proposito qual è la presenzaattuale delle nostre imprese in Cinae quali le opportunità per le aziendeitaliane, gran<strong>di</strong> e piccole, sul mercato<strong>cinese</strong>?La Cina è un Paese <strong>di</strong>fficile e la strutturaeconomica del nostro Paese - costituita dapiccole e me<strong>di</strong>e imprese manifatturiere -pone l’Italia in una posizione competitivacon il mercato <strong>cinese</strong>. Le imprese scontano,poi, problemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione, scala <strong>di</strong>produzione e ridotta conoscenza dei mercatiinternazionali. Come Fondazione ognigiorno scopriamo nuove realtà presenti inCina o che si approcciano a quel mercato:sono imprese che provengono dai settoripiù <strong>di</strong>versi e dalle <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni, aconferma del fatto che la Cina offre opportunitàin tutti i campi.A oggi contiamo, infatti. che le impreseitaliane in Cina siano circa 2.000: questinumeri non tengono conto delle triangolazioni<strong>di</strong> capitale nelle operazioni estere.Per le aziende italiane la Cina rimane,come continuo a ripetere, una gran<strong>di</strong>ssimaopportunità, basta dare un’occhiataai numeri: è un Paese che non solo ha<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> crescere nel 2009 più omeno in linea con la crescita me<strong>di</strong>a degliultimi trent’anni, ma ha anche evidenziatola sua funzione <strong>di</strong> motore imprescin<strong>di</strong>biledell’economia globale.Il messaggio che la Fondazione vuole lanciareè che tutti ce la possono fare in Cina.Il successo non <strong>di</strong>pende dalla <strong>di</strong>mensionedell’azienda o dal settore <strong>di</strong> appartenenza,ma dalla visione strategica, dalla programmazionee conoscenza del mercato, e dallerisorse umane e materiali impiegate. Lenostre imprese devono affidarsi a espertie conoscitori del mercato, sfruttando tuttigli strumenti per l’internazionalizzazioneche sono offerti da istituzioni pubblichee da soggetti privati. Siamo convinti cheuna formazione puntuale sia alla base <strong>di</strong>una buona riuscita nel mercato <strong>cinese</strong>. Perquesta ragione organizziamo corsi comeil “Business China” o workshop settorialiin<strong>di</strong>rizzati alle aziende e ai manager chevogliono aggiornare il loro personale.Perché l’Italia è in ritardo negliinvestimenti in Cina, rispetto, adesempio, alla Germania che sembraessere molto presente con le sueimprese su quel mercato?Siamo in ritardo perché, come ho avutomodo <strong>di</strong> sentire recentemente da alcuniMinistri, l’Italia si sta ancora domandandose la Cina sia un pericolo o un’opportunità.In quell’atteggiamento ci sono i motivi peri quali il Governo italiano non ha mai fattomolto per aiutare le nostre imprese sulmercato <strong>cinese</strong>. Facciamo più noi comeFondazione che non il governo. E’ ovvio,che se siamo ancora a questo punto, nonpossiamo lamentarci del fatto che gli altricorrano molto più <strong>di</strong> noi. Basti pensare alfatto che la Germania, ancora quando eraCancelliere Gerhard Schröeder, realizzavamissioni con tre aeroplani pieni <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tori,banchieri, ecc. che rimanevanoin Cina per una settimana. Così facendoha seminato tantissimo e oggi raccoglie ifrutti. Comunque, è venuto il momento <strong>di</strong>capire che la Cina, se poteva rappresentareun interrogativo alcuni anni or sono, oggiè la seconda economia mon<strong>di</strong>ale, destinataa <strong>di</strong>ventare fra non molto la prima e,quin<strong>di</strong>, bisogna vederne le opportunità.Quello che bisogna conquistare, infatti, è ilmercato interno <strong>cinese</strong> che è il più grandedel mondo.liuglio10 9