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acta ordinis fratrumminorum - OFM

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230 AN. CXXX – MAII-AUGUSTI 2011 – N. 2sono chiamati a dare nella società in parole edin azioni: «c’è uno stretto rapporto tra la testimonianzadella Scrittura, come attestazioneche la Parola di Dio dà di sé, e la testimonianzadi vita dei credenti. L’una implica e conduceall’altra. La testimonianza cristiana comunicala Parola attestata nelle Scritture. Le Scritture,a loro volta, spiegano la testimonianza che icristiani sono chiamati a dare con la propriavita» 58 .Del resto lo stesso Pontefice aveva ricordatogià il metodo della testimonianza nella Sacramentumcatitatis, quando aveva affermatoche «diveniamo testimoni quando, attraversole nostre azioni, parole e modo di essere, unAltro appare e si comunica. Si può dire chela testimonianza è il mezzo con cui la veritàdell’amore di Dio raggiunge l’uomo nella storia,invitandolo ad accogliere liberamente questanovità radicale. Nella testimonianza Dio siespone, per così dire, al rischio della libertàdell’uomo» 59 .Così possiamo dire che nell’attestazionescritturistica e nella testimonianza cristiana laParola di Dio continua a bussare alle porte dellaumana libertà 60 .Nella Relazione al Capitolo generale diAssisi 2009, il Ministro generale così sintetizzavala missione evangelizzatrice in chiavefrancescana, legando l’annunzio alla testimonianza:«la missione evangelizzatrice, insiemeall’esperienza di Dio e alla vita fraterna, è unodei pilastri costitutivi della vita religiosa. Difatto la missione sarà efficace solo se c’è unaforte esperienza di Dio e una relazione fraternaautentica. La vita religiosa, con questi treelementi inseparabili, si trasforma, così, in unsegno credibile della presenza del Regno e dellavitalità e attualità del Vangelo, si trasformain Evangelii nuntiandi. Per i Frati Minori, oltreagli elementi indicati (esperienza di fede,vita fraterna e missione) ne esiste un quartoaltrettanto essenziale: la minorità. Una dimensioneche orienta e caratterizza i rapporti conDio, con i Frati e con il mondo. Non siamosemplicemente una fraternità in missione, néuna fraternità contemplativa in missione. Daquanto detto prima potremmo definirci comemissionari nel mondo, come frati e minori, conil cuore rivolto al Signore» 61 .Viene spontaneo identificare questa spiritualitàmissionaria francescana con la riflessioneche sull’annunzio della Parola nel mondo,si fa nell’ultima parte della Verbum Domni.In effetti la terza parte della Verbum Doreimmersi nella vita evangelica. Seguire le sueorme, ci fa diventare perennemente discepoli,“pellegrini e forestieri”, itineranti spirituali,nell’arte di trovare la sapienza, nell’arte di viverela vita evangelica, nel conoscere e amareCristo, via e verità, nell’avere il coraggio difare l’esperienza del cammino di Emmaus 54 .Nella tradizione francescana lo studio, cheinveste tanto la conoscenza quanto l’amore,si chiama sapienza 55 . Il sapiente è dunque chiconosce e ama allo stesso tempo. Anzi, la conoscenzadiventa amore, così come l’amore èuna speciale forma di conoscenza. La parolasapientia deriva da sapor e ciò significa cheil sapiente è chi assapora la verità, quindi il“buongustaio” delle realtà divine. Assaporarela verità cono sciuta, nutre la vita del sapienteoffrendogli motivazioni di vita, contenuti“energetici” per affron tare scelte, cibo permantenersi in forma, gioia e senso profondodell’esistere. La Verbum Domini indica nellaliturgia, particolarmente nella lectio divina enella lettura orante della Parola, un mezzoesperienziale d’assimilazione della Parola perla vita ecclesiale in generale e la Vita Religiosain particolare.3. Verbum Mundo… Verbum domini nuntiantesin universo mundo 56Da ultimo l’Esortazione di Benedetto XVIapprofondisce il metodo fondamentale dellamissione della Chiesa, e di ogni cristiano, chescaturisce dalle sorgenti della vita trinitaria dacui proviene la Parola stessa di Dio. Tale capacitàdi annuncio in cui la Parola di Dio investeogni realtà umana passa attraverso il metododella testimonianza.Il tema della testimonianza attraversa tangenzialmentetutto il documento, ma si specificaparticolarmente nell’ultima parte, dove sidice: «è importante che ogni modalità di annunciotenga presente, innanzitutto, la relazioneintrinseca tra comunicazione della Parola diDio e testimonianza cristiana».Riprendendo una delle propositiones approvatedai Padri, prosegue: «questa reciprocitàtra Parola e testimonianza richiama il modoin cui Dio stesso si è comunicato mediantel’incarnazione del suo Verbo. La Parola di Dioraggiunge gli uomini “attraverso l’incontrocon testimoni che la rendono presente e viva”»57 .È suggestiva anche la correlazione che BenedettoXVI fa tra la “testimonianza” delleScritture e la “testimonianza” che i cristiani

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