sipatori, che consentono di attenuarel'impatto della colata.L'ut<strong>il</strong>izzo di questo tipo di strutturepresenta dei vantaggi sostanziali;primo tra tutti è la rapidità e semplicitàdi installazione, vi è poi l'economicitàrispetto a briglie in calcestruzzo,infine vi è la possib<strong>il</strong>ità di svuotamentodell'eventuale volume di detritoinvasato, <strong>il</strong> che <strong>per</strong>mette di averesempre a disposizione un volume diinvaso qualora sia necessario impedirela propagazione del materiale.Le prove dal vero hanno dimostratoche questo tipo di strutture è in gradodi sopportare un'eventuale colata chele sopravanzi, e si dimostrano adatteall'ut<strong>il</strong>izzo in alveo.Essendosi reso necessario un interventodi ripristino dell'alveo torrentizio aseguito della colata detritica, si è coltal'occasione <strong>per</strong> mettere in o<strong>per</strong>a unabriglia protettiva, ed è stato scelto unmodello di barriera flessib<strong>il</strong>e in acciaioprodotta da Geobrugg e certificata conprove dal vero. (Fig. 9 e 10).sia dal punto di vista elettrico, in quantorisulta nettamente ridotto <strong>il</strong> rischioche la caduta di fulmini nei dintornidell'impianto possa imprimere, <strong>per</strong>effetto antenna, elevate correnti parassitein grado di compromettere la funzionalitàdell'elettronica di controllo.In caso di impatto o di su<strong>per</strong>amentodella soglia prefissata <strong>per</strong> gli spostamentidel sistema così allestito, <strong>il</strong> sensoreinvia una segnalazione via radioalla centralina. Quest'ultima, al ricevimentodella segnalazione, invia fino aquattro messaggi SMS di allarme airesponsab<strong>il</strong>i dell'impianto, e quindi,passando alla modalità GPRS, scattauna foto della briglia e la invia <strong>per</strong> e-ma<strong>il</strong> fino a quattro indirizzi di postaelettronica.La centralina può essere "p<strong>il</strong>otata" viaSMS, inviando a essa dei messaggiche <strong>per</strong>mettono di configurare i destiaOsservazione strumentale<strong>per</strong> la segnalazione d'impattosu reti di protezionePoiché la distanza dell'installazionedalla sottostante sede stradale è taleda impedirne la visib<strong>il</strong>ità diretta, <strong>il</strong> sitoè stato selezionato <strong>per</strong> la realizzazionedell'impianto p<strong>il</strong>ota di monitoraggioautomatico.Nel caso specifico del T. Grametto, siè realizzato un impianto in grado dir<strong>il</strong>evare sia <strong>il</strong> su<strong>per</strong>amento di unadeterminata soglia di deformazionesia <strong>il</strong> verificarsi di urti di notevoleintensità (Fig. 7 a, b e 8); l'impianto èstato inoltre dotato di una fotocamera<strong>per</strong> consentire l'ispezione visiva dellabriglia e verificare quindi in temporeale l'eventuale necessità di unintervento di manutenzione .Il sistema ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> la r<strong>il</strong>evazionedegli impatti violenti contro la briglia èbasato sull'ut<strong>il</strong>izzo di shock sensor,dispositivi piezo-ceramici in grado digenerare una corrente proporzionaleall'accelerazione ad essi applicata.Questi dispositivi presentano diversivantaggi: a) sono di dimensioni contenute,e possono essere installaticon fac<strong>il</strong>ità nei diversi punti della briglia;b) sono <strong>per</strong>manentemente attivi,e non richiedono di essere ripristinatidopo un evento; c) sono insensib<strong>il</strong>iall'umidità, e sono quindi adatti all'ut<strong>il</strong>izzoin ambienti "ost<strong>il</strong>i"; d) hanno unaimpedenza virtualmente infinita, che<strong>per</strong>mette l'installazione di più elementiin parallelo; e) sono concettualmen-7 7te dei generatori di corrente, cosache <strong>per</strong>mette di tarare la sensib<strong>il</strong>itàdel r<strong>il</strong>evatore semplicemente variandola resistenza di carico ut<strong>il</strong>izzata.Considerato che le deformazionidelle reti possono essere di notevoleentità, si è escluso l'ut<strong>il</strong>izzo di misuratoridi deformazione tradizionali che,oltre ad avere una corsa insufficiente,possono essere danneggiati nel casodi impatti violenti. Si è scelto quindi diseguire una strada più semplice edut<strong>il</strong>izzare un cavo che, su<strong>per</strong>ato uncerto livello di deformazione dellarete, interrompesse un circuito "normalmentechiuso" segnalando l'eventoin modo affidab<strong>il</strong>e al sensore ARC-S. Tale sistema ha <strong>il</strong> vantaggio dipoter essere ripristinato senza difficoltàal termine delle o<strong>per</strong>azioni dimanutenzione e pulizia dell'o<strong>per</strong>a.Il rischio di danno dell'impianto cosìpredisposto lungo <strong>il</strong> Rio Gramettorisulta estremamente ridotto, sia dalpunto di vista meccanico, in quantonon vi sono lunghe tratte aeree ointerrate esposte a smottamenti o adimpatti con materiale litoide in caduta,b7 a, b. Dispositivo (centralina ARC-CF) predisposto nell'ambito delsistema di osservazionestrumentale allestito nel bacinodel Rio Grametto (a) e dettaglio(b). Tale strumento, alimentato abatteria e pannello solare, èdotato di un modulo cellulareGSM/GPRS, di una microcameraintegrata e di un ricetrasmettitoreradio <strong>per</strong> colloquiare con <strong>il</strong>sensore, che non richiede quindiuna cablatura diretta verso lacentralina8. Dettaglio del cavo ut<strong>il</strong>izzatonell'ambito del sistema diosservazione strumentale allestitonel bacino del T. Grametto;su<strong>per</strong>ato un certo livello dideformazione della briglia, esso<strong>per</strong>mette di interrom<strong>per</strong>e uncircuito "normalmente chiuso"segnalando l'episodio in modo8affidab<strong>il</strong>e al sensore ARC-S56 <strong>Lavori</strong> <strong>Pubblici</strong> n. 33 luglio - agosto 2008
natari dei messaggi e delle e-ma<strong>il</strong>, diattivare o disattivare la r<strong>il</strong>evazionedegli urti e/o delle deformazioni, e dieffettuare un ciclo di allarme simulato,forzando l'invio dei messaggi SMSe delle fotografie della briglia. Unapposito software <strong>per</strong>mette inoltre dicollegarsi alla centralina da unapostazione remota e di effettuare daessa le o<strong>per</strong>azioni di configurazioneo richiedere l'invio di una immaginedel sito in tempo reale. La connessionevia radio dei sensori alla centralina<strong>per</strong>mette di ut<strong>il</strong>izzare quest'ultima<strong>per</strong> gestire sensori collocati in corrispondenzadi diversi livelli di briglie,con una co<strong>per</strong>tura massima di circamezzo ch<strong>il</strong>ometro in condizioni ottimali.E' inoltre possib<strong>il</strong>e dotare lacentralina di sensori meteorologiciquali termometri, igrometri, barometrie pluviometri e realizzare cosìimpianti integrati che <strong>per</strong>mettano nonsolo di fornire una rapida rispostao<strong>per</strong>ativa in caso di eventi eccezionali,ma anche di conservare unamemoria storica delle condizioni chetali eventi hanno scatenato ed acquisirecosì informazioni preziose <strong>per</strong> laprevisione di eventi futuri.Considerazioni finaliIl Rio Grametto, ancorché di bacinoidrografico esiguo, ha lasciato traccianella memoria storica <strong>per</strong> leimponenti colate di detrito cui hadato luogo da 160 anni a questaparte e ancor nell'ultimo evento del9giugno 2002: esso si è dimostrato ingrado di incidere negativamente, <strong>per</strong>la relativa entità degli apporti solidi,sul regime del corso d'acqua cuiafferisce, di estensione areale bensu<strong>per</strong>iore. Le ragioni primarie vannoricercate nella straordinaria quantitàdi detrito disponib<strong>il</strong>e, unitamenteall'elevata acclività dell'asta di drenaggio,e ancora a monte, all'elevatogrado di fratturazione della rocciasoggiacente capace di esser diffusamente<strong>per</strong>meata e di generare unasorta di "effetto sifone" <strong>per</strong> ciò checoncerne gli elevati volumi idricitemporaneamente invasati, cui puòconseguire un effetto dirompente discaturigine improvvisa al cederedella resistenza alle straordinariesovrapressioni interstiziali che sivengono a generare. In termini dicapacità di r<strong>il</strong>ascio di detrito, lamagnitudo valutab<strong>il</strong>e risulta dell'ordinedi 30.000 m 3 (metodo Tropeano &Turconi, 1999), anche in relazione alfatto che gran parte del bacino sisv<strong>il</strong>uppa all'interno di una più estesamassa instab<strong>il</strong>e di versante, a frontedi un effettivo volume, <strong>per</strong> l'eventoestremo del 2002, alquanto minore.Pertanto, la rete paramassi realizzata,come prima misura preventiva<strong>per</strong> mitigare <strong>il</strong> rischio connesso afuture colate, può ritenersi soddisfacenteal fabbisogno di imbrigliamentodi alcune centinaia di metri cubi,ma è palese che non può risolverein modo radicale <strong>il</strong> problema nellesue basi fisiche. La struttura esistente,in un contesto dove può esserefac<strong>il</strong>e una ulteriore compromissionenell'assetto di equ<strong>il</strong>ibrio di masserocciose disaggregate, è sembratacomunque la più logica da attuare inquanto la meno <strong>per</strong>vasiva e dunquela più idonea anche in termini dicosto e di allestimento, nel contempo,di un sito di osservazione s<strong>per</strong>imentaledei fenomeni di instab<strong>il</strong>ità inatto e potenziali.9. Alcune fasi della messa in o<strong>per</strong>adel sistema di mitigazione deglieffetti di trasporto in massaproducib<strong>il</strong>i, contestuale alsistema di osservazionestrumentale lungo <strong>il</strong> T. Grametto10. Vista dell'o<strong>per</strong>a trasversale abasso impatto visivo allestitalungo <strong>il</strong> tratto terminale del Rio10Grametto<strong>Lavori</strong> <strong>Pubblici</strong> n. 33 luglio - agosto 2008 57