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torna strategica la - Confindustria

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CENTRO STUDI CONFINDUSTRIAScenari industriali n. 3, Giugno 2012La considerazione delle complementarità tra l’insieme delle funzioni aziendali posizionatelungo <strong>la</strong> catena del valore permette di inquadrare all’interno di un contesto unitario alcunequestioni re<strong>la</strong>tive al ruolo del manifatturiero quale motore del<strong>la</strong> crescita e di metterne inevidenza le implicazioni a livello di sistema-paese. In partico<strong>la</strong>re, rappresentano un’importantechiave di lettura per interpretare il ruolo del manifatturiero all’interno delle supplychain network, analizzare i fenomeni di medio-lungo periodo re<strong>la</strong>tivi ai processi di internazionalizzazionee off-shoring e discutere il ruolo del<strong>la</strong> politica economica.Quest’ultimo aspetto rinvia direttamente all’opportunità, da parte dei paesi sviluppati e nonsolo di quelli in via di industrializzazione, di attivare politiche industriali finalizzate al<strong>la</strong> valorizzazionedel settore manifatturiero. Il compito fondamentale di una moderna politica industrialenon risiede nello stabilire in maniera uni<strong>la</strong>terale quali settori sono meritevoli diaiuto attraverso specifici sussidi o aliquote di tassazione agevo<strong>la</strong>ta, ma nel favorire un rapportodi col<strong>la</strong>borazione <strong>strategica</strong> tra settore pubblico e settore privato, finalizzato all’individuazionedi quali parti delle catene del valore globali a maggiore valore aggiunto siaeffettivamente possibile tenere all’interno dei confini nazionali, di quali fattori esogeni ne rallentino<strong>la</strong> ristrutturazione in un’ottica di complementarità e di quali strumenti possano esseremessi in campo per rimuoverli. La politica industriale deve perciò essere valutata non in terminidi risultati finali prestabiliti, non conoscibili ex-ante, a causa del complesso reticolo difattori e funzioni e delle loro complementarità, ma per <strong>la</strong> sua capacità di attivare processi diproblem-solving grazie ai quali gli attori pubblici e privati si adattano all’ambiente circostanteattraverso procedure di apprendimento. Detto in altri termini, il moderno approccio al<strong>la</strong> politicaindustriale consiste nell’attivazione di un continuo processo di “scoperta” 18 .Una naturale applicazione di questo modello può essere ritrovata nel concetto di “sistemanazionale di innovazione”, definito in termini del tutto generali come il sistema di istituzionie organizzazioni che, individualmente e congiuntamente, contribuiscono allo sviluppoe al<strong>la</strong> diffusione di nuove tecnologie e le cui interazioni determinano <strong>la</strong> performancedelle imprese operanti all’interno di una certa area geografica 19 . Secondo questa impostazionel’espansione del<strong>la</strong> capacità competitiva di un sistema-paese è legata al<strong>la</strong> sua capacitàdi innovare. L’innovazione, d’altro canto, è il risultato di un complesso intreccio di re<strong>la</strong>zionie di scambio di informazioni tra tutti gli attori del sistema, tipicamente imprese, universitàe centri di ricerca governativi. Una politica industriale volta al<strong>la</strong> scoperta disoluzioni adattive finalizzate a massimizzare le complementarità tra le varie parti delle catenedel valore deve essere centrata, quindi, sul potenziamento delle condizioni istituzionalifavorevoli al networking tra imprese, nonché ad incentivarne <strong>la</strong> capacità di identificaree assorbire nuove tecnologie e modelli organizzativi.18Si veda Rodrik (2004 e 2007).19Si vedano in partico<strong>la</strong>re Nelson (1993) e Metcalfe (1995).119

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