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torna strategica la - Confindustria

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CENTRO STUDI CONFINDUSTRIAScenari industriali n. 3, Giugno 2012l’MB8 (imprese che operano con modalità mista di produzione ed esternalizzano fasi del<strong>la</strong> produzione)a mostrare un orientamento più forte verso l’estero, con il 43% delle imprese che operano inarea UE e il 37% in area extra-UE, ma ciò può essere in parte dovuto anche al presidio direttodi alcuni mercati indotto dal carattere misto del modello. Le imprese nell’MB4 (terzistimonocliente con specializzazione di fase e di prodotto) <strong>la</strong>vorano, invece, per il 90% a livello locale;questo dato merita una sottolineatura: trattandosi infatti di una re<strong>la</strong>zione produttiva esclusivae quindi fidelizzata rispetto all’impresa committente, esso rive<strong>la</strong> che il sistema di reti disubfornitura nel mobile resta fortemente ancorato all’ampiezza territoriale del distretto originarioe fatica notevolmente a trovare le risorse di conoscenza e di organizzazione adeguateper fare il salto di qualità e riuscire a valorizzare le proprie competenze in contestiinternazionali.Tabel<strong>la</strong> 3.8Lavorazioni metalliche(Ripartizione % delle imprese per modello di businesse area di mercato. Imprese che operano in conto terzi,anno 2010)Dimensione areaModello di businessdi mercato MB 2 MB 6Non oltre <strong>la</strong> provincia 26,8 50,2Fino a tre regioni 46,3 39,1Nazionale 26,6 10,3Area UE 20,9 7,0Area extra-UE 12,9 3,5Fonte: e<strong>la</strong>borazioni su dati SOSE.Infine, anche nel<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione dei metallile imprese terziste restano moltoorientate ai mercati locali: in media soloil 19% ha un’ampiezza di mercato nazionale,mentre appena il 14% è presentein paesi UE e l’8% negli extra-UE(Tabel<strong>la</strong> 3.8). Nessuno dei due modellidi business considerati mostra di poterconsentire di affrontare efficacemente <strong>la</strong>concorrenza internazionale. L’MB2 (terzistiplurifase che esternalizzano parti del processoproduttivo) sembra essere un po’ piùattrezzato per affrontare <strong>la</strong> concorrenzaestera, in virtù dell’ampiezza delle competenzeproduttive e del<strong>la</strong> capacità di coordinamento di ulteriori livelli di subfornituradelle sue imprese; ma le quote di imprese non oltrepassano il 20%. L’MB6 (terzisti monocliente)evidenzia i medesimi limiti commentati nel caso del mobile, con quote insignificantidi imprese che vendono a clienti esteri (3%-7%).La situazione si presenta alquanto differente in altri due settori: meccanica strumentale e<strong>la</strong>vorazioni p<strong>la</strong>stiche. Il caso del<strong>la</strong> meccanica non è molto dissimile da quelli fin qui discussi:in media le imprese terziste sono per l’80% focalizzate verso clienti a livello locale el’ambito regionale è quello predominante (38%-41%); le vendite all’estero interessano soloil 20% delle imprese (Tabel<strong>la</strong> 3.9). Ma le imprese organizzate in base a due modelli di business(l’MB2 e l’MB4) nel 2010 erano per l’80% circa impegnate a vendere all’estero e,aspetto ancor più rimarchevole, nel biennio di crisi tale quota è quasi raddoppiata rispettoal 2004. Sia l’MB2 (terzisti specializzati in unico mercato settoriale di destinazione) sia l’MB4 (terzistiche esternalizzano fasi ad alto valore aggiunto, specie i trattamenti) devono <strong>la</strong> propria forza con-93

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