12Società eT erritorio Rubriche<strong>Azione</strong> Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 22 ottobre 2012 • N. 43L’altropologo di Cesare PoppiMai dire MayaCi siamo anche quest’anno: vai in web etrovi siti, blog, forum, video, profeti,sciamani, interviste, sondaggi e quant’altrosulla nuova data della fine delmondo. Stavolta la danno al 12 dicembree ne attribuiscono la paternità aquei notori menagrami che erano iMaya e gli Aztechi. Già qui uno si fermae ci pensa su un attimo: cosa c’entrinogli Aztechi con i Maya – gli uni scomparsicome civiltà in grado di calcolarela fine del mondo cinquecento anni,uno più uno meno, prima che gli altri siaffacciassero sulla scena ad un bel po’ dichilometri più a sud e cominciassero acalcolare a loro volta – cosa c’entrinodicevamo gli uni con gli altri resta –quello sì – un mistero. Ma poi uno sidice che con la fine del mondo non sischerza e se ne fa una ragione: Maya edAztechi se l’erano fatta, e, aggiunge l’Altropologo,sfortuna loro l’avevano sbagliataperché non erano riusciti aprevedere la fine del loro mondo. Gli archeologici rassicurano dicendo e spiegandoche tutto ’sto fervorecatastrofista viene fuori da una letturasbagliata del famoso calendario aztecaormai esposto per ogni dove e in tutte lesalse (l’ultimo l’ho visto in offerta in unnegozio di Venezia accanto alla mascheradel Dottore della Peste – avetepresente?). Per semplificare un calcolocomplicatissimo: tutto quello che gliAztechi volevano dire è che, non essendoriusciti ad inventare un calendarioperpetuo perché anche loro ohibòavevano dei limiti, finita la sequenzadegli anni al punto dove erano potutiarrivare nei loro calcoli bisognava ricominciareda capo. Ergo: la profezia èsemmai di un nuovo inizio, mica di unanuova fine. «Balle» – ha spiegato all’Altropologoun’amica che alla fine delmondo ci crede davvero: «balle, perchéè come la questione dell’uovo e dellagallina: una cosa per iniziare di nuovodeve prima comunque finire, o no? Edunque la fine del mondo esiste». Insomma:dal fenomeno del millenarismouno non salta mai fuori. S’intendeper millenarismo il periodico e mai sopitorisorgere della convinzione secondola quale ad un certo punto dellastoria qualche cosa di portentoso, dimai visto, di catastrofico – insomma:un qualche cosa da «gran finale» devepur succedere. In genere si tratta dellafine del mondo che si fa finire allo scaderedel Millennio (da cui il termine«millenarismo»). E poco conta chenell’Anno Mille il mondo non sia finitoe che idem dicasi per l’anno Duemila(ricordate?): il millenarismo ritornapuntuale o per vie degli extraterrestri, oper via dei Maya e degli Aztechi o pervia di qualche altro accidente carico dicatastrofiche conseguenze. O così pensavail contadiname di mezza Europanel 1095, Anno Domini. Non avevanofatto in tempo a scapolare il Millenniosenza troppe conseguenze che portentinel cielo e sulla terra annunciavano unnuovo cosmico rivolgimento. Unapioggia di meteore, aurore boreali a latitudinimai viste, un eclisse di luna euna cometa avevano scatenato la fantasiadi masse provate da anni di fame,peste e carestie. In quell’anno era poicapitata la ciliegina sulla torta: un’epidemiadi ergotismo. Ergot è il nome comunedi un fungo – claviceps purpurea– che infesta i cereali e soprattutto la segale.Conosciuto per i suoi effetti come«segale cornuta», l’ergot è resistente alletemperature di cottura del pane ottenutocol cereale. Essendo ricco di acidolisergico (lo stesso che compone l’LSD),provoca allucinazioni che accompagnanola sindrome nota come fuoco diSant’Antonio. In questo livido scenariodi allucinazioni di massa nutrite da accidentalicoincidenze prese alloraforma quell’entusiasmo religioso chevide una folla variopinta di contadinipoveri, malati ed affamati, straccioni emendicanti, frati poveri e membri delbasso clero rispondere alla chiamataalla crociata lanciata da papa Urbano.Ai quarantamila che risposero all’appellosi unirono pochi cavalieri male inarnese: Fulcherio di Chartres e WalterSans-avoir guidavano un’armata l’armapiù potente della quale erano la fame ela disperazione. Quella che divennenota come la Crociata dei Poveripiombò su di un’Europa allo stremocome uno sciame di cavallette. Arringatida predicatori del calibro di un Folkmaro del Conte Emicho di Flonheim,i crociati si scagliarono prima sulle comunitàebraiche della valle del Reno.Fra il caos e la confusione, l’avanguardiafrancese della spedizione sceseprima in Ungheria per poi arenarsi davantia Belgrado, dove si dette al saccodelle campagne per procurarsi il cibonegato dal governatore della città che siera chiuso dentro le mura. Belgrado fucomunque messa a ferro e fuoco di lì apoco dal grosso della spedizione. A Nis,tuttavia, la guarnigione bizantina persele pazienza ed affrontò i crociati incampo aperto facendone strage: 10’000morirono sul campo, mentre gli altrifurono fatti passare per andare più velocementepossibile a Costantinopoli esbarcare finalmente in Terrasanta.L’Imperatore Alessio I Comneno organizzòil passaggio del Bosforo dell’armatacrociata in fretta e furia, pur ditogliersi di torno la canaglia. E così fuche, contrariamente ai consigli di prudenzadei generali bizantini che di Turchipur si intendevano, Goffredo Burelguidò l’intera armata cristiana, forte di20’000 uomini male armati e peggionutriti, contro i Turchi che li attendevanosulla strada per Nicea. Fu unastrage dalla quale solo tremila sopravvissero.Era il 21 ottobre 1096. Ieri dunquecadeva il 916mo anniversario dellabattaglia che pose fine ad un’altra profeziasull’inizio di un Mondo Nuovo.Sic transit.A due passi di Oliver ScharpfIl castagno di San Carlo a ChironicoChironico è un fresco ex comune adagiatosu un pianoro del versante destrodella media Leventina, un tempo luogodi sosta lungo l’antica mulattiera cheportava al passo del San Gottardo. Daqui è passato il 20 ottobre del 1567 e il 13agosto 1570 San Carlo Borromeo(1538-1584) nelle sue note visite pastoralisu e giù per le valli del Ticino. Sul castagnonel Ticino si è già detto tanto,l’etnografia ticinese passa spesso perquest’albero. Al di là di tutto «l’alberoper eccellenza della Svizzera cisalpina.Benefico, maestoso, ospitale, conferisceuna caratteristica fisionomia alla regioneche dal piano sale a circa 900 m.»:Mario Jäggli, Cenni sulla flora Ticinese,1924. Dopo l’antica selva castanile attraversatasalendo da Lavorgo con la minipostadei bambini dell’asilo, eccoci cosìa Chironico (782 m) a ottobre inoltratodi buon mattino con l’odore corroborantedei primi camini. Un bel castagnomonumentale ci dà il benvenuto, tral’asilo e la casa comunale-patriziale, aun crocevia, su un piedistallo in erba accantoa una casa giallina color senapestinto. Una circonferenza di 13,75 m.spicca persino tra i 315 esemplari dell’Inventariodei castagni monumentalidel Canton Ticino e del Moesano (2007),tra i quali, altri tre si trovano sempre nelterritorio di Chironico. Due di questisono a Grumo, frazione a un chilometroneanche; uno dei due è il castagno diSan Carlo. Tre curve omesse tagliandoin linea d’aria nell’erba bagnata e indieci minuti distratti, Grumo (841 m):piccola quantità di case e stalle su un ulteriorepianoro quasi fosse il secondopiano idilliaco di Chironico. Magnificaconca erbosa striata appena di striscioda linee di alta tensione che portanol’occhio alle abetaie verticali, avvolte inparte dalla bruma. Non mancano certo ivecchi castagni qui, mica una passeggiatatrovare così a naso i due indiziatidell’inventario federale, ma non c’èanima viva in giro, a parte belle mucchecorvine laggiù. Entro così in paese, subitoi colori dell’Ambrì che caratterizzanoil tipico villaggio leventinese, attraversodue autocollanti anni Ottantadietro le finestre di una casa di legno.Un sachs cromato appoggiato a unastalla accomuna questo nucleo almenoa tutte tre le valli ambrosiane. E da unafinestra arriva subito la notizia choc: ilcastagno di San Carlo si è sradicato nel1980. «A mezzogiorno meno unquarto» precisa il testimone acustico,un gran tonfo. Mi perdo allora nei pratisu per una collinetta dietro il minutooratorio evidentemente di San Carlo.Reportage in panne, ma restiamo sulpezzo, vediamo lo stesso il sedime descrittoprima, dove c’è un rudere-garageper attrezzi, alle spalle del coro. Ed eccoche viene avanti come uscita da un quadrofiammingo, una figura che spazzavia le prime foglie d’autunno. «Sarannoalmeno trentanni» conferma il signorSilvio Genini, non era qui però, ma laggiù,dice. Qui, là, mah. Si lamenta del cinipidedel castagno, infatti per terrapochi ricci, castagne striminzite. Però,se è passato qui due volte, due castagnidiversi detti entrambi di San Carlo cistarebbero anche. Poi mi indica i duecastagni che secondo lui sono i più vecchi,uno dei quali, sulla strada vicino auna fontana, avrà più di 700 anni. Sarannoquelli dell’inventario, ma non èdetto. Tra chiome maestose ancoraverdi d’altri Castanea sativa, i castagnimonumentali visti da qui non sono ungranché; vanno visti in primo piano: iltronco come un ritratto, le cavità nodose,certi intrecci. Il criterio di ammissionedi un castagno nei monumentali ècirconferenza minima 7 m., mentre ladenominazione castanile San Carlo rimanenell’orbita della diceria popolare,la credenza profana. Che l’abbia benedettoo meno, si sia fermato lì un attimoa tirare il fiato o altro, non importa. Stadi fatto che certi alberi secolari eranovenerati ben prima del cattolicesimo eche il castagno di San Carlo non c’è più.Se un vecchio castagno stregato si trovaancora in una leggenda di Robasaccodove è proprio San Carlo a scacciarestreghe reali dal suo tronco cavo, in realtà,come si legge nell’introduzione diRaffaello Ceschi a Le Tre valli stregate diRaffaella Laorca, l’arcivescovo di Aronacanonizzato nel 1610 è stato un accanitorepressore di streghe immaginarie. Esistepoi un sasso sopra Altanca, sempreda queste parti, con le orme di San Carloe segni del suo bastone. Mentre da lì, piùsu, sul sentiero che porta all’alpe diPiora, altre tracce dell’infaticabile SanCarlo sono i gigli rossi di un’altra leggendaancora. Abbraccio così con losguardo certi castagni plurisecolari diChironico già sacri di per sé senza tantedenominazioni alla carlona. «Per me èquello lì» dice un vecchietto in pileverde oliva che mi ha preso su in autostop,intendendo quello vecchissimo indicatodal Genini, a forma di pipagigante. E in una battuta impubblicabilemi spiega perché lo chiamano il castagnodi San Carlo.Mode e modi di Luciana CaglioSi fa vivo il pudore: a spropositoDi primo acchito, ci sarebbe da rallegrarsi.Il senso del pudore, rimpiantaespressione di saggezza popolare, non èdel tutto scomparso, sopraffatto dal permissivismoesibizionista che va di moda.Invece si è rifatto vivo, ma diciamolo subitoa sproposito, con un recente episodioche ha colto di sorpresa. Pietradell’inatteso scandalo, il manifesto per illancio della prossima stagione teatrale diLugano, dove compare il busto di un’attricein costume settecentesco, ampiamentescollato. Fra i pizzi dell’abito e diun ventaglio, spuntavano le curve deiseni. Incredibile ma vero: tanto è bastatoper suscitare i risentimenti e le condannedi cittadini che si sono sentiti offesi,appunto, nel loro senso del pudore.Ha preso, così, avvio una polemica, dairisvolti anche politici: rendendo responsabiledel presunto scandalo la direttricedel dicastero della cultura, GiovannaMasoni. Che non ha mancato di replicare,con intuibile imbarazzo.In situazioni del genere, quando si è alleprese con opinioni e sentimenti talmentelontani e campati in aria, prevaleun senso di spaesamento fra vicini, peròestranei. E diventa difficile trovare unterreno d’intesa. La faccenda, del resto, ètutt’altro che conclusa. I quotidiani continuanoa ospitare lettere in cui madri,padri, nonni manifestano il loro disagionei confronti del turbamento che la visionedi quelle nudità potrebbe provocarein figli e nipoti. E si domandanodisorientati: come proteggerli, comereagire a tale pubblico oltraggio?Ascoltando queste voci d’allarme sembrache quella scollatura, per altro nonmaliziosa e che potrebbe figurare nellaLocandiera di Goldoni, al teatro dell’oratorio,sia una sorta di primizia nell’ambientepubblicitario, televisivo ecinematografico, che ci circonda. Pernon parlare poi, dell’ambiente reale, dell’abbigliamentoe dei comportamentiche sono diventati una regola, anchenelle strade delle nostre città. E ne abbiamoavuto una prova, mortificante dalpunto di vista estetico, nell’ultima estate.Calzoncini tipo mutande, canottiere, eciabatte a iosa, sono tenute correnti, cuisiamo costretti a fare l’occhio.Insomma, è il caso di chiedersi, dove vivonomai questi cittadini, scioccati daiseni seminudi, o semicoperti, di un’attricein abito d’epoca? Qui una premessaè d’obbligo a scanso di equivoci. Non sitratta di accettare la sciatteria e la volgaritàin nome di una malintesa liberalizzazionedel costume. Si tratta, invece, disaper distinguere. E qui ci viene in aiutol’insostituibile Gillo Dorfles: «Credo siaopportuno sottolineare ancora unavolta la sostanziale differenza tra esposizione“non maliziosa” di un corpo nudoe vero e proprio esibizionismo pornografico».E aggiunge: «Pornografico puòessere anche un corpo completamentevestito, e anche la fotografia di un cadavereinsanguinato o di un ferito rantolante…».Allora sì che l’immagineacquista un valore etico e giustifica lacondanna.In quanto al cosiddetto «naturale sensodel pudore» (e Dorfles osserva: sarà naturaleo innaturale?) si tratta di un concettoballerino: cioè strettamentedipendente dall’epoca, lo Zeitgeist chedetermina le norme dell’abbigliamento edel comportamento e i relativi tabù. Esistonoinfatti le cosiddette «zone di rispetto»del corpo umano, sottoposte acontinue mutazioni: seni in vista nelXVIII secolo, gonne alla caviglia fino agliinizi del XX, cappello obbligatorio per luie per lei sino all’ultima guerra, e via dicendo.Sotto l’urto di queste oscillazionidel gusto, si modifica di conseguenza ilsenso del pudore anche nei suoi contenutimorali. Nella Balerna del 1910, ricordavamia nonna Sofia, aveva fattonotizia, e scandalo, la caviglia di una signorache, in un giorno di pioggia, avevasollevato la sottana, per non bagnarla. Erievocava, scherzosamente, l’episodio ainipoti, in costume da bagno. Le mode,che si sostituiscono sempre più velocemente,producono un’assuefazione chenon esclude, però, un giudizio critico: inparticolare sull’uso che se ne fa. Insomma,top con spalline e minigonneentrano nella norma. Ma, come si èvisto, non per tutti. Permane una disposizionea scandalizzarsi, a sentirsi offesi,che fa capo a una forma di sensibilità dicui, personalmente, mi sfugge il meccanismo.Sarò un’amorale, ma quel manifestoteatrale quasi non lo vedevo.
<strong>Azione</strong> Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 22 ottobre 2012 • N. 4313Lottaall’energiagrigiaGenerazione M È meglio riparare o sostituire un elettrodomestico difettoso?La domanda è il tema portante dell’Energyday, che avrà luogo in Svizzera il 27 ottobreL’Energyday ci rende attenti al fatto chenelle economie domestiche svizzere cisono troppe apparecchiature elettrichedal consumo eccessivo. Occorre sostituirleo aspettare che «rendano l’anima»?Abbiamo chiesto a Eric Bush,esperto di efficienza elettrica e fondatoredel marchio di qualità Topten, quando,dal punto di vista economico edecologico, è ragionevole sostituirli. «Sel’apparecchio funziona ancora bisognerebbeconsiderare bene il caso. In occasionedi una riattazione ad esempio hasenso sostituire una vecchia asciugatricecon una un nuovo modello: il risparmiodi energia in rapporto a quelli vecchisenza pompa di calore è del 50%.Nel caso però un elettrodomestico siarotto, vale la pena di chiedere un preventivodi riparazione e confrontarlocol costo di una macchina nuova».Ma se se i nuovi apparecchi sonopiù efficienti dal punto di vista energetico,perché è meglio tenerli? «Non è soltantol’uso degli apparecchi a consumarecorrente. Anche l’utilizzazione dellematerie prime, la produzione, il trasportoe lo stoccaggio lo fanno. In questocontesto si parla di “energia grigia”.L’energia grigia di un nuovo apparecchiopiù efficiente può esser risparmiatacontinuando ad usarne uno riparato» cispiega Eric Bush.L’energia grigia può essere misurata,anche se la diversità dei componentidi un prodotto rende il calcolo particolarmentedifficile. Proprio per i grandielettrodomestici però la quantità dienergia grigia in rapporto all’energia difunzionamento è assai ridotta. Diversamentesuccede invece con i prodotti piùpiccoli, come i telefoni cellulari: il loroconsumo energetico è minore mal’energia grigia decisamente più alta.E qual è la momento indicato in cuiè ragionevole pensare a una sostituzione?Risponde Eric Bush: «Quando unHa riscosso entusiasmo tra i partecipantiil primo Viaggio dietro l’angolo,organizzato dalla Scuola Club MigrosTicino in collaborazione con la FondazioneHermann Hesse di Montagnola.Il 2 ottobre scorso si è tenuta presso lasede di Lugano della Scuola Club unaconferenza su Hermann Hesse in Ticino.Questo il tema affrontato dalla relatriceDr. Regina Bucher, direttricedel Museo Hermann Hesse, che haampiamente illustrato il contesto, lecondizioni socio-economiche e le ragioniesistenziali che hanno portato ilnoto scrittore e filosofo a sviluppare lapassione dell’acquarello, coltivata solonegli anni della maturità, ossia dopo iquarant’anni. La conferenza, seguitada una stimolante discussione, ha costituitoun’esaustiva preparazione allavisita dell’esposizione Hermann HessePittore, ospitata in parte dall’Ala Estdel Museo Cantonale d’Arte e in parteintegrata nel Museo Hermann Hessedi Montagnola.Grazie alle sue bellezze naturali epaesaggistiche e alle numerose opereartistiche presenti sul suo territorio, ilTicino è da tempo una meta turisticamolto conosciuta e amata.Ma il Ticino da visitare non è soloquello della natura e dell’arte: nel nostrocantone hanno la loro sede varieistituzioni di alto livello, che operanonel campo della ricerca, delle nuovetecnologie e nella conservazione deibeni artistici e culturali. I Viaggi dietrol’angolo permettono di scoprire aspettie dimensioni del nostro territorio checontribuiscono in modo importantead accrescere e ad arricchire il patrimoniomateriale e immateriale dellaSvizzera italiana.Ogni visita è condotta da un espertoe dà la possibilità di conoscere da vicinocaratteristiche e progetti di ognunadi queste istituzioni culturali e scientifiche.La visita è preceduta da una conferenzaintroduttiva che espone in chiavegrande elettrodomestico è più vecchiodi 15 anni, che è l’età media di funzionamentostimata per questo tipo di apparecchi.Un congelatore ad esempio puòancora funzionare ma non essere più efficientea causa delle guarnizioni consumateed essere quindi candidato al riciclaggio».Ecco un altro argomento importante:anche nel caso del riciclaggio occorreosservare alcune regole. Eric Bushci spiega: «I vecchi apparecchi possonoessere consegnati ai dettaglianti, agliimportatori o anche nelle raccolte organizzatedai Comuni. Sono questi gli entipreposti al riciclaggio. I metalli preziosie la plastica vengono in questo modorecuperati, migliorando così il bilancioecologico».Dodici anni fa Eric Bush ha creatoil marchio Topten, un’iniziativa sostenutadall’Agenzia svizzera per l’efficienzaenergetica. Sul sito web di Toptenvengono pubblicati i prodotti più efficientienergicamente di differenti produttori.Bush è convinto che in questomodo consumatori, commercianti eproduttori possono trarne dei vantaggi.divulgativa alcuni temi centrali legatiagli ambiti di ricerca e alle attività specifichedelle singole istituzioni.Il prossimo appuntamento con iViaggi dietro l’angolo è previsto pressol’Istituto di Ricerca in Biomedicina(IRB), fondato nel 2000 con il chiaro eambizioso obiettivo di far progredirelo studio sull’immunologia umana,con particolare attenzione ai meccanismidella difesa immunitaria. Le ricerchecondotte all’IRB hanno permessoGrazie a Topten i clienti possonotrovare i migliori apparecchi e ciò creauna domanda che può motivare adesempio Migros a tenerli in assortimento».Sulsitoc’èancheunconcorsocheriguardai produttori: chi propone il migliormodello può issarsi in cima a unaclassifica. «È qualcosa di cui tutti approfittano»dice Eric Bush. E Migros ha partecipatocon convinzione all’iniziativa:in collaborazione con Topten l’aziendaha incrementato la sua offerta in apparecchia basso consumo e propone ancheun gran numero di apparecchi ad alta efficienza.Oltre a questo, Migros segnala iprodotti che hanno raggiunto il verticedelle classifiche applicando loro il marchioTopten./AndreasDürrenbergerPrezzi vantaggiosi per l’EnergydayIn occasione dell’Energyday, dal 23ottobre al 12 novembre Migros offreuna scelta di frigoriferi e congelatoridelle migliori classi di efficienza aprezzi particolarmente vantaggiosi.Info su: www.melectronics.ch oppurepresso le sedi di Agno, Sant’Antonino eSerfontana.Generazione MCon promesse vincolanti e progetticoncreti, Migros s’impegna per la generazionedi domani. S’impegna alungo termine a proteggere l’ambiente,incentivare il consumo sostenibile,agire in modo sociale edesemplare nei confronti della societàe dei collaboratori e favorire uno stiledi vita sano.Trovate maggiori informazionisu Generazione M sul sito:www.generazione-m.chMLeeccellenzedicasanostraconiViaggidietrol’angoloScuola Club Migros Ticino Alla scoperta di luoghi e istituzioni prestigiose del TicinoI prossimiappuntamenti■ Centro di Dialettologia e di EtnografiaaBellinzona(23febbraio2013);■ Centro Svizzero di Calcolo Scientificoa Lugano (15 e 18 gennaio 2013);■ Fonoteca Nazionale Svizzera a Lugano(18/19 e 22 febbario 2013);■ Osservatorio Metereologico a Locarno-Monti(21 e 28 gennaio 2013);■ Museo dei Fossili di Meride e MonteSan Giorgio (9 e 13 aprile 2013).Per ulteriori informazioni o iscrizionisi può consultare il sitowww.scuola-club.ch oppure telefonarealla segreteria della Scuola Clubdi Lugano (091 821 71 50).Promettiamo che entro il 2015almeno un terzo dei nostrielettrodomestici saràconforme alle classi dimassima efficienza energetica.Eric Bush, 54 anni, è un fisico diplomato all’ETH. (Paolo Dutto)Un’esposizione recente al Museo Hermann Hesse a Montagnola. (Keystone)alcune scoperte di grande rilevanza perla comunità scientifica internazionale.La conferenza introduttiva, tenutadalla vicedirettrice Dr. MariagraziaUguccioni, verterà sul tema Le malattieautoimmuni - infiammatorie croniche, i vaccini e avrà luogo lunedì 6 novembrealle ore 20.00 presso la salaconferenze dell’IRB a Bellinzona.Seguirà la vista del centro di ricercavenerdì 9 novembre 2012, alle ore17.00.Gli agentialla ricercadel soleGenerazione MLa sostenibilità comepratica scolastica:un esempio che vieneda FrauenfeldLe tecnologie ecologiche si imparanoa scuola: gli allievi della scuola media«SBW Haus des Lernens» di Frauenfeld,sotto la direzione del loro docenteMatthias Vogel, hanno seguito uncorso pratico per la progettazione diimpianti fotovoltaici e hanno messoin opera concretamente le loro conoscenzerealizzando diversi progetti, dicui uno sul tetto della scuola elementaredella loro città e un altro su quellodi un mobilificio di Lyssach, nel CantonBerna.Tra le loro attività, durante lequali sono stati seguiti nel lavoro praticodal loro docente e da un tecnicocostruttore, anche l’installazione dipannelli solari che garantiscono l’alimentazionea uno scilift nella localitàturistica vallesana di Bellwald. Permotivare gli allievi all’attività Vogelha inventato una sorta di «missionetecnologica» chiamandoli a diventare«Energy Agents», agenti speciali inmissione per l’ambiente. Fino ad oggisono 50 i giovani tra i 13 e i 16 anniche hanno partecipato al programmae hanno rafforzato le loro convinzionie sviluppato competenze concrete suitemi ambientali e della sostenibilità.Ciò che è ancora più importante, alcunidi loro hanno preso spunto dall’esperienzaper scegliere la loro futuraprofessione.Il Percento culturale di Migros,nell’ambito della sua azione «x elevatocuore» ha deciso quest’anno di premiarel’iniziativa degli «Agenti energetici».È dal 2006 che l’istituzione sostieneil concorso nazionale tra gliscolari svizzeri. Nel corso degli anni42’000 allievi hanno partecipato a 640progetti che prevedevano rinaturazionedegli stagni, manutenzione deiPercorsi Vita, accompagnamento adegenti di case per anziani, eccetera.Il concorso di quest’anno chiedeagli allievi di comporre il testo per unacanzone sul tema del volontariato.Informazioniwww.xelevatocuore.ch