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<strong>Azione</strong> Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 22 ottobre 2012 • N. 4349Cultura e SpettacoliIluoghidell’abitareFotografia Doppia presenza di Christof Klute nel Mendrisiotto: alla Fondazione Rolla di Bruzellae alla galleria Cons Arc di ChiassoGian Franco RagnoFotografo già presente in Biennale dell’Immaginedel 2008, Christof Klute si èfocalizzato sin dai suoi esordi sulle formedell’architettura capaci di esprimerespiritualità, utopia e progettualità. Allievodei coniugi Bernd ed Hilla Becher,maestri del contemporaneo con le lorofotografie di archeologia industriale inserie, Klute ne ha senza dubbio mutuatola coerenza delle scelte.Alla Galleria Cons Arc troviamocinque progetti distinti del fotografo,nei quali si può rintracciare un precisopercorso di ricerca. Il primo progetto riguardal’Asilo Sant’Elia, di GiuseppeTerragni (1904-1943), dove gli ambientiquasi diafani – creati da una luce provenientedalle ampie vetrate e dall’arredamentobianco – lasciano apprezzareuno spazio che sembra sospeso nel tempo.Un funzionalismo tra i più puri,quello dell’architetto comasco, che inducea guardare l’ideale continuità traambiente interno ed esterno.Sulla stessa linea razionalista, informa di trittico, abbiamo le riprese dellaCasa della Gioventù a Roma Trastevere,di Luigi Moretti (1906-1973), oggettonegli ultimi anni di un restauro filologico,ovvero rispecchiante lo statooriginario. Qui Klute riprende la scala aspirale tra i piani, la quale ricorda da vicinoun elemento simile di Rino Tami(1909-1994) – contemporaneo di Morettie studente anch’egli per due anni aRoma, ovvero la scala della BibliotecaCantonale di Lugano. La purezza architettonicadei volumi in Moretti – all’occhiodello storico – non può nasconderela drammatica realtà di quegl’anni. Vadetto altresì che il fascismo non si identificavacon uno stile architettonico razionalista,bensì vi erano al suo interno,come nel complesso dell’Università dellaSapienza, tendenze assai eterogenee.Spostandosi molto più a nord, Klutefotografa gli interni di una costruzionedi Harne Jacobsen (1902-1971), architettodanese, con il complesso di BellaVista nei pressi di Copenhagen. Anchein questo caso l’interesse si concentrasu lucernari, scale e finestre quasi asottolineare la dimensione spaziale dettatadalla luce naturale. Si tratta diun’esportazione significativa dei principidel Bauhaus dei primi anni Trenta,principi che sembrano anticipare nelleforme alcune future opere di design, percui è forse ancora più noto Jacobsen,ovvero le poltrone The Egg e poi TheSwan, oltre alla notissima Amt Chaireseguite sempre per Fritz Hansen.Le due serie più recenti, a partire dal2010, segnano per Klute un passaggiodecisivo, un mutamento di soggetto: eglipassa dal monumentale al quotidiano,dal celebrativo al privato. Due dimensioniinterconnesse e parallele lungo ilfilo del tempo. Entità e soggetti nuoviche trovano il loro territorio di elezionenella sua stessa nazione d’origine, ovveronella capitale della Germania unita,Berlino – oggi come in passato laboratoriodi un’architettura d’avanguardia.Christof Klute,Bella Vista,Copenhagen,2010. (HarneJacobsen)Ad esempio, in un primo progetto,le riprese delle entrate a vetri smerigliatima dai bordi colorati – quasi un quadroastratto – in una serie di edifici abitativinel quartiere berlinese di Hansavierteldi Oskar Neymeyer (1907). L’architettodi Brasilia infatti aveva partecipato allagrande esposizione Interbau del 1957,che comprendeva un insieme eterogeneodi costruzioni con le firme di LeCorbusier, Walter Gropius e Mies vander Rohe.Sempre con l’interesse vivo per ilcolore, e sempre a Berlino, Klute fotografail complesso residenziale dell’OnkelTom, opera di Bruno Taut (1880-1938) dove, in una serie di dieci riprese,mostra null’altro che le facciate menonobili, le superfici piatte e dai colori saturidelle pareti esterne – un mosaicobidimensionale e quasi astratto di forme.In primo piano, sempre un elementovegetale: una siepe, un albero ancoranell’ombra, la suggestiva trama di unabetulla. L’effetto visivo della serie è diassoluto rilievo: insieme asciutto e variegato,quasi a sottolineare l’individualitàdei singoli abitanti.Il significato ultimo del passaggioappena descritto, per Klute – come confermaanche nel’ultimo lavoro presentatoalla Fondazione Rolla – può essere individuatonella ricerca dell’antidoto aduna crisi dei valori. Non più, come oggi,nelle prospettive inneggianti all’individualità.Non più nel ricorso all’interventodi archistar, capaci di «cambiare nelvolto della città». Bensì il significato autenticovive nel recupero, dove possibile,di quegli elementi e di quei progetti chemirano a coinvolgere l’insieme della societànell’avventuradelmoderno.Dove e quandoChristof Klute, Fotografie, Chiasso,Galleria ConsArc. Orari: lu-ve9.00-12.00 /14.00-18.30; sabato9.00-12.00. Fino al 3 novembre 2012.www.consarc.chNOVITÀ DEL MOMENTO.OFFERTA VALIDA SOLO DAL 23.10 AL 5.11.2012,FINO A ESAURIMENTO DELLO STOCK20xPUNTIMGB www.migros.ch WLIMITEDEDITION3.60Délices d’HiverCréa d’OrBiscotti di pasta frollaal cacao con finissimoripieno speziato. Senzaconservanti, colorantie aromi artificiali.130 gIn vendita nelle maggiori filiali Migros.

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