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Rapporto ACI - Censis

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Nel senso comune, infatti, tende a prevalere la convinzione che isuperalcolici producano un effetto più forte della classica “birretta”.Come è, invece, esplicitato nella tabella ministeriale a parità di peso tra unmaschio che beve una lattina di birra normale (non doppio malto) da 330 cced uno che beve un superalcolico (35°) da 40 cc è leggermente più alto iltasso alcolemico di chi ha bevuto la birra. In estrema sintesi potremmo direche ciò che vale è la quantità di alcol contenuta e non il tipo di bevanda..A questo quesito ha fornito la risposta esatta (la birra) appena il 10,7% degliintervistati (12,2% tra i 18-29enni e i 30-44enni) Il 45,3% sbagliando ha,invece, indicato il superalcolico.Anche su questo quesito la percentuale dei “ non so rispondere” è elevata37,2%, mentre il 6,8% (8,1% tra i 45-64enni) ritiene in manieraprofondamente erronea che il quantitativo di alcol assunto non incide sullivello del tasso alcolemico nel sangue.Domanda 3: A parità di peso tra un maschio che beve una lattina di birra normale da330cc ed un maschio che beve un un superalcolico (35°) da 40cc, secondo lei, è più altoil tasso alcolemicoRisposta 18-29 anni 30-44 anni 45-64anni65 annie oltreTotaleDel maschio che ha bevuto la 12,2 12,2 9,6 8,1 10,7birraDel maschio che ha bevuto il 53,2 44,7 44,6 38,7 45,3superalcolicoIl quantitativo di alcol assunto 5,7 6,6 8,1 5,4 6,8non influenza il valore deltasso alcolemicoNon so 28,9 36,5 37,7 47,8 37,2Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0Fonte: <strong>Rapporto</strong> Aci - <strong>Censis</strong> Servizi, 201235

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