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Rapporto ACI - Censis

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Assodato che il quadro di riferimento economico è vissuto come fattoredeterminante, non di meno i costi di gestione crescenti determinanoarbitraggi sugli stili di mobilità, a partire da un ridotto uso dell’auto. Siriduce il numero di km percorsi annualmente tra il 5% ed il 7%, macresce il costo complessivo di gestione del 4,5%, apparentemente unacrescita accettabile ma significativa se calcolata sul costo per chilometro(da 0,32 a 0,36 €/km). I sintomi di nuovi arbitraggi di intermodalità –seppure difficili da misurare a scala nazionale – si evidenziano in alcunistudi locali condotti in aree metropolitane e nella crescita del trasportoferroviario preminentemente sulla breve e media distanza.Ma come in tutti i fenomeni esiste un rovescio della medaglia che offrespunti di riflessione anche di segno positivo sia sul piano dei “dati e deifatti” sia sul piano dei comportamenti.Sul piano dei “dati e dei fatti”:- riprende a buon ritmo nel 2012 il numero delle rottamazioni (più 3%rispetto al 2011) che – anche a seguito della riduzione delleimmatricolazioni – genera un effettivo fenomeno di “sostituzione”,invertendo un trend “accrescitivo” del circolante;- si registra una riduzione della mobilità privata (il consumo dibenzina e diesel si è ridotto mediamente del 10% nel periodogennaio-ottobre 2012 confrontato con analogo periodo del 2011) conun evidente beneficio sulle congestione del traffico;- si riducono gli incidenti stradali (-2,7% rispetto al 2011) e con essi ilnumero dei morti (-5,6), avvicinandoci, seppure in ritardo, al limitefissato dall’Unione Europea (- 50% di morti entro il 2010).5

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