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Alcune considerazioni sugli interventi in materia di intese e di abuso ...

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2.2.2 Dal monitoraggio dei mercati a quello delle imprese: le pratiche facilitanti.<br />

Nel paragrafo precedente abbiamo descritto una serie <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>catori settoriali che potrebbero<br />

essere utilizzati dall'Autorità antitrust per la fase <strong>in</strong>iziale <strong>di</strong> monitoraggio dei mercati: <strong>in</strong><br />

base ad essi è possibile <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare un sotto<strong>in</strong>sieme <strong>di</strong> mercati che risultano particolarmente a<br />

rischio, <strong>in</strong> quanto caratterizzati dalla compresenza <strong>di</strong> più fattori strutturali favorevoli alla collusione.<br />

Su questi settori dovrebbe qu<strong>in</strong><strong>di</strong> concentrarsi lo sforzo conoscitivo nelle fasi successive<br />

<strong>di</strong> enforcement, nelle quali l'attenzione passa da <strong>in</strong><strong>di</strong>catori prevalentemente settoriali ad<br />

un'attenzione mirata alle condotte delle imprese.<br />

Una prima possibilità potrebbe essere quella <strong>di</strong> un'analisi <strong>di</strong>retta delle politiche <strong>di</strong> prezzo,<br />

<strong>in</strong> modo da identificare se esistano mark-up monopolistici <strong>in</strong>compatibili con equilibri non cooperativi.<br />

Questa strada appare tuttavia impervia, poiché l'Autorità antitrust non <strong>di</strong>spone <strong>in</strong><br />

genere <strong>di</strong> affidabili <strong>in</strong>formazioni e serie storiche sufficientemente lunghe sui costi, e spesso<br />

nemmeno sulla domanda, tali da permettere un esercizio econometrico affidabile 42 .<br />

Resta qu<strong>in</strong><strong>di</strong> aperta la strada <strong>di</strong> una <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e <strong>in</strong><strong>di</strong>retta, che miri ad <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare la presenza<br />

<strong>di</strong> determ<strong>in</strong>ate condotte e pratiche che tipicamente si accompagnano all'operare <strong>di</strong> accor<strong>di</strong><br />

collusivi, e che ne possano qu<strong>in</strong><strong>di</strong> testimoniare <strong>in</strong> via <strong>in</strong><strong>di</strong>retta la presenza. Tra queste condotte<br />

concentreremo l'attenzione su tre esempi particolarmente rilevanti: gli scambi <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni,<br />

le decisioni <strong>di</strong> <strong>in</strong>vestimento e i contratti verticali.<br />

Due sono le <strong>di</strong>mensioni essenziali su cui possiamo valutare il contributo dello scambio <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>formazioni alla implementazione <strong>di</strong> un cartello: la natura e precisione e la frequenza delle<br />

<strong>in</strong>formazioni. La capacità <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare con precisione e celerità eventuali deviazioni dal<br />

cartello è <strong>in</strong>fatti l'elemento essenziale per garantirne la coesione. Circa la natura delle <strong>in</strong>formazioni,<br />

una ricostruzione <strong>di</strong>retta delle scelte <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali passate, attraverso l'osservazione <strong>di</strong><br />

prezzi e quantità, rappresenta il caso più favorevole al cartello; <strong>in</strong> sostituzione <strong>di</strong> questa, l'osservazione<br />

<strong>di</strong> shock <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali alla domanda o ai costi può permettere <strong>di</strong> ricostruire <strong>in</strong><strong>di</strong>rettamente<br />

le scelte dei partner a partire dalla sola osservazione dei prezzi <strong>di</strong> mercato. Più raramente,<br />

<strong>in</strong>formazioni <strong>sugli</strong> shock aggregati <strong>di</strong> mercato sono sufficienti a <strong>in</strong>ferire dai prezzi i<br />

comportamenti dei partecipanti 43 . Allo stesso modo, un'aggregazione temporale maggiore,<br />

con dati relativi ad <strong>in</strong>tervalli più lunghi, trasmettendo alle imprese meno <strong>in</strong>formazioni sui s<strong>in</strong>goli<br />

comportamenti seguiti lungo questo <strong>in</strong>tervallo, risultano <strong>di</strong> ostacolo alla collusione. Possiamo<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> identificare alcuni tipi <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazioni con<strong>di</strong>vise dalle imprese, quelle che più si<br />

avvic<strong>in</strong>ano ad una ricostruzione dettagliata dei comportamenti, come particolarmente efficaci<br />

nella promozione <strong>di</strong> un cartello, e qu<strong>in</strong><strong>di</strong> pericolose <strong>in</strong> una logica antitrust, ed altre che offrono<br />

un potenziale contributo <strong>in</strong><strong>di</strong>retto e m<strong>in</strong>ore.<br />

Si noti <strong>in</strong>oltre che quanto più un ambiente economico è stabile e determ<strong>in</strong>istico, tanto più<br />

standar<strong>di</strong>zzata è la natura delle <strong>in</strong>formazioni che devono circolare tra i partecipanti al cartello,<br />

e tanto più facile risulta nasconderle <strong>di</strong>etro pratiche <strong>in</strong>nocenti: vi possono essere circostanze<br />

<strong>in</strong> cui le strategie reciproche <strong>di</strong>vengono note senza un'esplicita comunicazione tra i partner,<br />

per le caratteristiche stesse <strong>di</strong> trasparenza e centralizzazione degli scambi, e <strong>in</strong> cui la struttura<br />

della domanda appare sostanzialmente stabile e determ<strong>in</strong>istica, non richiedendo a sua volta<br />

una verifica costante del suo stato. In questi casi l’implementazione <strong>di</strong> un equilibrio <strong>di</strong> collusione<br />

tacita può lasciare a volte pochissime “tracce” <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé 44 .<br />

Il secondo aspetto del funzionamento <strong>di</strong> un cartello nel quale gli scambi <strong>di</strong> <strong>in</strong>formazione e<br />

gli <strong>in</strong>contri tra i partecipanti giocano un ruolo importante riguarda il coord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>iziale<br />

42 . Si veda su questo punto l'approfon<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>scussione <strong>in</strong> Kuhn (2000).<br />

43 . Con ció <strong>in</strong>ten<strong>di</strong>amo il fatto che qualora le imprese osserv<strong>in</strong>o uno shock che colpisce allo stesso modo<br />

la domanda <strong>di</strong> tutti i partecipanti, sono <strong>in</strong> grado dalla semplice osservazione del prezzo <strong>di</strong> <strong>in</strong>ferire la produzione<br />

effettuata dai membri, <strong>in</strong> conformitá o deviando dall'accordo.<br />

44 . Si veda ad esempio l’<strong>in</strong>teressante lavoro <strong>di</strong> LaCasse (1995) sulle strategie collusive <strong>di</strong> bid rigg<strong>in</strong>g<br />

quando esista la possibilità <strong>di</strong> <strong>in</strong>tervento antitrust.<br />

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