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COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

causa del volume elevato di<br />

utenti, l’ambiente chiuso e<br />

gli spazi limitati), dovesse<br />

riversarsi esclusivamente<br />

sull’automobile privata<br />

(scenario 1), oppure se questa<br />

parte di popolazione venisse<br />

guidata nell’adozione di<br />

forme di mobilità attiva, come<br />

gli spostamenti a piedi o in<br />

bicicletta (scenario 2).<br />

In questo secondo scenario,<br />

a seconda delle percentuali<br />

di utenti che passerebbero a<br />

forme di mobilità attiva, lo<br />

studio prevede benefici sul<br />

piano economico compresi<br />

tra i 9 e i 20 miliardi di euro<br />

(principalmente minori spese<br />

sanitarie e maggiore qualità<br />

della vita delle persone). Tali<br />

vantaggi sarebbero ancora<br />

superiori se oltre a traslare<br />

parte degli utilizzatori del TPL<br />

sulla mobilità attiva si agisse<br />

anche su chi usa da sempre<br />

l’auto, superando di gran<br />

lunga la cifra precedentemente<br />

espressa: si tratterebbe di<br />

benefici economici per l’intera<br />

collettività che sfiorano un<br />

punto percentuale del PIL<br />

italiano.<br />

Questo scenario, ovviamente,<br />

è realizzabile solo se<br />

incentivato da una forte<br />

volontà politica volta a<br />

implementare drasticamente<br />

pedonalità e micro-mobilità<br />

sfruttando la “Fase 2”. Di<br />

contro, nello scenario 1,<br />

dove la quota di spostamenti<br />

degli ex utenti del trasporto<br />

pubblico dovesse essere<br />

assorbita da un ritorno<br />

all’uso dell’auto privata, si<br />

creerebbero costi esterni<br />

negativi variabili tra gli<br />

11 e i 20 miliardi di euro<br />

(essenzialmente maggiori<br />

costi sanitari e spese dovute<br />

alla congestione da traffico).<br />

il virus. Sarà necessario<br />

reinventarsi una mobilità<br />

più smart per non morire di<br />

traffico e di inquinamento.<br />

Il rischio infatti è un<br />

massiccio ritorno all’utilizzo<br />

dell’automobile privata, anche<br />

per piccoli spostamenti.<br />

Dal 4 maggio quattro milioni<br />

e mezzo di persone in tutta<br />

Italia sono tornate al lavoro<br />

nei settori dell’industria, delle<br />

costruzioni e di una buona<br />

parte del commercio. Altri<br />

torneranno a muoversi, via<br />

via che riaprono i negozi e<br />

riprendono le altre attività.<br />

Bisognerà quindi riorganizzare<br />

i tempi delle città,<br />

differenziare gli orari di<br />

ingresso al lavoro, nelle scuole<br />

e nei servizi. La domanda<br />

di trasporto pubblico non<br />

tornerà a pieno regime per<br />

diverso tempo e in molti<br />

continueranno a lavorare a<br />

distanza, mentre le scuole<br />

restano chiuse in attesa del<br />

banco di prova di settembre.<br />

In questa prospettiva gli<br />

interventi che il governo, ma<br />

anche numerosi enti locali,<br />

stanno mettendo in campo<br />

intendono per quanto possibile<br />

cambiare il paradigma che fino<br />

ad oggi ha contraddistinto la<br />

mobilità nelle nostre città:<br />

mobilità = auto privata.<br />

Un primo provvedimento<br />

riguarda lo stanziamento di<br />

incentivi per l’acquisto di<br />

mezzi a due ruote muscolari<br />

o elettrici, estesi per la prima<br />

volto anche a micro-mezzi<br />

quali segway, hoverboard e<br />

monowheel.<br />

Un secondo obiettivo è stato<br />

invece quello di semplificare<br />

la vita a ciclisti e pedoni,<br />

favorendo la realizzazione<br />

di nuove piste ciclabili e<br />

interventi di pedonalizzazione<br />

e moderazione del traffico.<br />

Ma questo non basta a<br />

“convertire” quante più<br />

persone possibile all’uso di<br />

bici, e-bike e micro-mezzi<br />

elettrici, pertanto il decreto<br />

“Rilancio” ha ritoccato anche<br />

il Codice della Strada, per<br />

introdurre:<br />

• la “casa avanzata”, cioè<br />

una linea d’arresto al<br />

semaforo avanzata di<br />

almeno tre metri rispetto<br />

a quella tracciata per tutti<br />

gli altri veicoli e dedicata a<br />

bici, e-bike e monopattini<br />

elettrici, su strade con limite<br />

di velocità non superiore a<br />

50 km/h (verosimilmente,<br />

quasi sempre la normale<br />

striscia di arresto diventerà<br />

casa avanzata e verrà<br />

tracciata per tutti gli altri<br />

mezzi un’altra striscia,<br />

arretrata di tre metri);<br />

• la delimitazione di “bike<br />

lane”, cioè di uno spazio<br />

ricavato nella parte destra<br />

della normale corsia di<br />

marcia (o della corsia destra,<br />

per le strada a più corsie<br />

per senso di marcia) per<br />

far circolare bici, e-bike e<br />

monopattini elettrici (nello<br />

stesso senso di marcia degli<br />

altri veicoli e non anche<br />

contromano come alcune<br />

proposte di anni precedenti<br />

avrebbero voluto).<br />

Anche sulle strade in cui<br />

manca la “bike lane” si potrà<br />

prendere posizione nella casa<br />

avanzata: la nuova norma<br />

prevede che la striscia di<br />

arresto avanzata dedicata a<br />

biciclette e monopattini sia<br />

preceduta da una corsia lunga<br />

almeno 5 metri che consenta a<br />

questi mezzi di avanzare.<br />

Infine risale a metà giugno<br />

l’articolato piano messo<br />

a punto dalla task force<br />

guidata da Vittorio Colao, che<br />

illustra in modo dettagliato<br />

le ulteriori possibili soluzioni<br />

per affrontare il periodo post<br />

pandemia; in particolare<br />

un capitolo riguarda<br />

“Infrastrutture e Ambiente,<br />

volano del rilancio”. Tra le<br />

varie azioni proposte, oltre<br />

a dare maggiore spazio alla<br />

bicicletta come mezzo di<br />

trasporto, viene messa nero su<br />

bianco la “chiusura al traffico<br />

privato dei centri urbani”:<br />

un suggerimento che suona<br />

come un imperativo, vista<br />

la situazione che si andrà<br />

a creare a settembre con la<br />

ripresa a pieno regime di tutte<br />

le attività. Nel dettaglio sono<br />

queste le azioni prioritarie<br />

individuate per promuovere<br />

il trasporto sostenibile e le<br />

relative infrastrutture:<br />

I PROVVEDIMENTI<br />

PIANIFICATI IN ITALIA<br />

Al centro dell’agenda del<br />

Governo italiano e della<br />

“task force” appositamente<br />

istituita, c’è la progressiva<br />

ripartenza del Paese,<br />

pianificando la cosiddetta<br />

“Fase 2”, quella in cui<br />

dovremo “convivere” con<br />

• incentivare lo sviluppo<br />

capillare di infrastrutture<br />

per la mobilità sostenibile,<br />

come ad esempio le stazioni<br />

di ricarica elettrica, anche<br />

private;<br />

• incentivare la creazione<br />

dell’infrastruttura ciclistica<br />

e incoraggiarne l’utilizzo<br />

attraverso, ad es., piste<br />

luglio-agosto 2020 11

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