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COVID-19<br />
Trasporto Mobilità collettivo urbana<br />
Chiaramente non è facile<br />
prevederlo, ma è probabile<br />
che si cronicizzi un calo<br />
della domanda per effetto di<br />
residua paura e soprattutto<br />
della crisi economica, e pure<br />
per un maggior utilizzo dello<br />
smart working e, forse, anche<br />
di cambiamenti di residenza<br />
delle persone. L’ordine di<br />
grandezza potrebbe essere di<br />
un calo strutturale del 10-20%.<br />
Potrebbe sembrare un<br />
problema, ma è probabile che<br />
non sia così. Molte aziende<br />
TPL, quelle delle città più<br />
piccole, trasportano quasi<br />
esclusivamente categorie<br />
deboli: anziani, minorenni<br />
e la frazione di popolazione<br />
più povera o svantaggiata<br />
che non dispone di un’auto.<br />
Queste categorie non<br />
cambieranno molto la loro<br />
mobilità: continueranno a<br />
prendere l’autobus. Le aziende<br />
perderanno una frazione<br />
piccola di quella parte già<br />
piccola (dovrebbe essere il 35%,<br />
ma spesso è meno) coperta<br />
dai biglietti. Nelle città più<br />
grandi il calo potrebbe essere<br />
quello prospettato, ma stiamo<br />
comunque parlando di non<br />
più di un -5% o -10% di ricavi.<br />
Molti milioni, che qualcuno<br />
certamente dovrà coprire,<br />
ma che non sconvolgono gli<br />
equilibri.<br />
C’è però un altro fattore:<br />
spesso, nelle grandi città,<br />
il sistema TPL era già sotto<br />
pressione prima della crisi<br />
per eccesso di domanda. Un<br />
calo dei passeggeri e una loro<br />
redistribuzione nella giornata,<br />
se qualcuno garantisce i<br />
ricavi mancanti, potrebbe<br />
essere un beneficio per alcune<br />
realtà, che potranno ridurre<br />
straordinari, manutenzioni<br />
di emergenza, rotture dei<br />
mezzi per sovra-utilizzo,<br />
manutenzioni durante<br />
l’esercizio e via dicendo.<br />
LA LUNGA PERCORRENZA<br />
(A MERCATO)<br />
La lunga percorrenza, cioè<br />
aerei, autobus e buona<br />
parte dei treni nazionali,<br />
si preparano invece – in<br />
un discreto silenzio delle<br />
istituzioni – a una tempesta<br />
perfetta. Non stiamo parlando<br />
di perdite. Stiamo parlando<br />
di scomparsa delle aziende<br />
e soprattutto della rete per<br />
effetto del solo periodo<br />
transitorio della “fase 2”, di<br />
cui nessuno sembra essersi<br />
occupato.<br />
Vediamo quali sono gli<br />
ingredienti del probabile<br />
disastro:<br />
• la lunga percorrenza ha<br />
ricavi al 100% da mercato;<br />
• la crisi economica causerà<br />
importanti cali della<br />
domanda, certamente<br />
superiori a quel 10-20%<br />
prospettato per il TPL;<br />
• le frontiere rimarranno<br />
chiuse, almeno<br />
parzialmente, per un bel<br />
po’: dunque meno viaggi<br />
d’affari e meno turismo;<br />
• abbiamo imparato a fare le<br />
teleconferenze.<br />
A questi fattori “ovvii” se ne<br />
devono aggiungere due, meno<br />
intuitivi. Finché permangono<br />
gli standard di distanziamento<br />
attuali (diciamo massimo 50%<br />
di load factor) nessun servizio<br />
di lunga percorrenza (a parte il<br />
Milano-Roma naturalmente)<br />
può andare a breakeven: se i<br />
costi sono gli stessi, i ricavi<br />
unitari dovrebbero quasi<br />
raddoppiare (a meno del<br />
margine). Ma se raddoppiano<br />
i prezzi medi dei biglietti,<br />
molta meno gente viaggerà e<br />
dunque difficilmente vi sarà<br />
equilibrio.<br />
A ciò si aggiunge il<br />
problema, drammatico, della<br />
sovraccapacità, che rimarrà<br />
anche dopo: tutte le aziende<br />
della lunga percorrenza negli<br />
ultimi anni hanno investito<br />
in materiale rotabile perché<br />
la domanda stava crescendo<br />
enormemente. Quasi tutti i<br />
bus sono nuovi, con una rete<br />
molto più estesa di quella<br />
storica. Trenitalia e Italo<br />
hanno quasi raddoppiato<br />
la flotta alta velocità. In<br />
aviazione gli aerei nuovi od<br />
ordinati sono migliaia in<br />
Europa. Tutta questa capacità<br />
ridurrà i margini, ma non i<br />
costi, provocando ulteriore<br />
instabilità.<br />
Cosa dobbiamo aspettarci<br />
quindi? Molte aziende<br />
scompariranno (aerolinee<br />
e autolinee, ma anche il<br />
business alta velocità sarà<br />
a rischio) e quelle superstiti<br />
avranno costi maggiori. La<br />
scomparsa non dipenderà<br />
dalla loro efficienza, ma da<br />
quanto verranno protette o<br />
garantite. La concorrenza<br />
si ridurrà, ma i prezzi non<br />
potranno crescere all’infinito,<br />
perché i passeggeri non<br />
hanno la disponibilità a<br />
pagare di prima e perché c’è<br />
sovraccapacità.<br />
L’unica cosa che possono<br />
fare le aziende superstiti<br />
sarà tagliare la rete,<br />
concentrandosi su poche rotte<br />
certamente remunerative<br />
alle nuove condizioni. Cioè<br />
esattamente quello che erano i<br />
mercati negli anni Novanta.<br />
In conclusione, il problema<br />
delle aziende TPL è enorme,<br />
ma di tipo organizzativo. Un<br />
calo strutturale della domanda<br />
nelle città potrebbe essere un<br />
problema per le municipalità<br />
(se tanti passano all’auto),<br />
per le amministrazioni e lo<br />
stato centrale (che saranno<br />
chiamati ad aumentare i<br />
contributi o i biglietti), ma non<br />
per le aziende.<br />
Per il segmento di lunga<br />
percorrenza a mercato,<br />
invece, una diminuzione della<br />
domanda, anche piccola, è in<br />
grado di cancellare in breve<br />
tempo non solo molte aziende<br />
(il che potrebbe essere anche<br />
considerato fisiologico), ma<br />
soprattutto le condizioni di<br />
concorrenza e di estensione<br />
della rete a cui stiamo stati<br />
abituati nell’ultimo decennio.<br />
Quindi non si tratta di<br />
chiedere aiuti per superare la<br />
“fase 2”, ma di immaginare un<br />
assetto stabile (e non è affatto<br />
probabile che vi sia) nella<br />
“fase 3” di cronicizzazione.<br />
Quel che è certo è che potremo<br />
viaggiare molto, molto meno.<br />
Nel segmento lunga percorrenza il calo della domanda rischia di compromettere la sopravvivenza di molte aziende.<br />
Articolo pubblicato il 29 maggio<br />
2020 su www.lavoce.info<br />
luglio-agosto 2020 23