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ondaverde-30

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COVID-19<br />

Mobilità urbana<br />

• la realizzazione di una<br />

“casa avanzata”, riservata<br />

alle biciclette, davanti<br />

alla linea di arresto dei<br />

veicoli motorizzati,<br />

in corrispondenza dei<br />

semafori.<br />

Le criticità sono in termini<br />

di sicurezza, per la maggiore<br />

esposizione al rischio della<br />

mobilità dolce e della micromobilità<br />

elettrica, con un<br />

maggiore rischio di incidente<br />

in rapporto da 1 a 50 circa.<br />

A tal proposito sono<br />

da evidenziare i due<br />

emendamenti presentati da<br />

ACI all’art. 229 del decreto<br />

“Rilancio” che richiedono<br />

l’istituzione di corsie ad uso<br />

esclusivo dei velocipedi, in<br />

sostituzione delle corsie<br />

ciclopedonali “promiscue”,<br />

e l’abolizione della “casa<br />

avanzata” ai semafori<br />

(vedere anche i box allegati).<br />

L’altro controsenso è che in<br />

una situazione di incremento<br />

del traffico veicolare, dovuta<br />

ad un maggior ricorso al<br />

mezzo privato, si proceda<br />

ad una riduzione della<br />

capacità di deflusso delle<br />

strade e delle intersezioni,<br />

con il rischio in definitiva di<br />

ottenere più incidenti e più<br />

congestione.<br />

Poco si parla invece di<br />

classificare la rete viaria<br />

urbana in due categorie,<br />

una da destinare ai veicoli<br />

motorizzati e un’altra alla<br />

mobilità dolce e alla micromobilità.<br />

Così facendo i<br />

veicoli motorizzati avrebbero<br />

un deflusso più sicuro e<br />

fluido, mentre le utenze<br />

vulnerabili (pedoni, ciclisti<br />

e micro-mobilità elettrica)<br />

avrebbero a disposizione<br />

tutta il resto della viabilità<br />

organizzata a “Zona <strong>30</strong>”, in<br />

cui avrebbero la precedenza.<br />

Assai notevoli sarebbero<br />

in questo caso i benefici<br />

per l’intera vivibilità della<br />

città (vedi anche l’articolo<br />

“Isole funzionali a misura<br />

d’uomo e di traffico urbano”<br />

pubblicato su Onda Verde n.<br />

26 a pag. 6).<br />

Infine, relativamente al<br />

trasporto collettivo, le<br />

Grazie alle moderne tecnologie ipotizzabile l’introduzione di efficaci sistemi di prenotazione per i mezzi del TPL.<br />

azioni sono tutte rivolte ad<br />

assicurare il distanziamento<br />

interpersonale e la<br />

sanificazione, con il<br />

risultato di ridurre in modo<br />

drammatico la capacità di<br />

offerta: riduzioni nel numero<br />

di passeggeri trasportati fino<br />

al <strong>30</strong>% della capacità!<br />

Non si parla, invece, quasi<br />

mai di approfittare di questo<br />

momento eccezionale per<br />

“riconcepire” il trasporto<br />

collettivo, migliorandone<br />

gli standard di qualità e<br />

affidabilità.<br />

In particolare potrebbe<br />

essere introdotta la<br />

prenotazione obbligatoria<br />

della corsa in ambito urbano<br />

e del posto in ambito<br />

extraurbano, trasformando<br />

l’intero servizio a domanda,<br />

il che consentirebbe di<br />

gestire al meglio l’attuale<br />

fase emergenziale che<br />

impone un distanziamento<br />

interpersonale.<br />

La tecnologia già oggi è in<br />

grado di fornire soluzioni in<br />

questa direzione efficienti e<br />

a basso costo. In una prima<br />

fase di implementazione<br />

del sistema, ad esempio,<br />

si potrebbe imporre il<br />

vincolo di prenotazione 24<br />

ore prima, per poi ridurre<br />

successivamente i tempi fino<br />

a poche ore o minuti prima di<br />

quando si intende effettuare<br />

lo spostamento.<br />

IL RUOLO CHIAVE<br />

DEL MOBILITY MANAGER<br />

Quelli fin qui individuati<br />

e descritti sono senza<br />

dubbio problemi complessi<br />

e che come tali richiedono<br />

per giungere a soluzioni<br />

concrete un approccio<br />

multidisciplinare. In questo<br />

contesto andrebbe quindi<br />

rivalutato e riconsiderato,<br />

anche in termini di risorse<br />

a disposizione, il ruolo<br />

dei Mobility Manager, sia<br />

quelli di “area” per la loro<br />

visione complessiva del<br />

fenomeno della mobilità<br />

di una città o di un bacino<br />

di traffico, sia quelli<br />

“aziendali” e/o “scolastici”<br />

per la loro conoscenza delle<br />

peculiarità e delle esigenze<br />

delle organizzazioni di<br />

riferimento.<br />

La loro attività risulta<br />

infatti assolutamente<br />

preziosa per razionalizzare<br />

al meglio i tempi e gli spazi<br />

delle città, mediante una<br />

continua analisi qualitativa e<br />

quantitativa della domanda<br />

di mobilità nel breve e nel<br />

lungo periodo, alla luce<br />

delle limitazioni sanitarie<br />

e dei cambiamenti in atto<br />

nei settori del lavoro, della<br />

scuola, dei servizi e delle<br />

attività turistiche, ludiche e<br />

ricreative.<br />

Un ruolo fondamentale per<br />

promuovere una riduzione<br />

dell’utilizzo del mezzo di<br />

trasporto privato individuale<br />

nei percorsi casa-lavoro e/o<br />

casa-scuola e per favorire<br />

una maggiore diffusione<br />

di soluzioni ottimali di<br />

mobilità sostenibile.<br />

Obiettivi auspicati dallo<br />

stesso art. 229 del decreto<br />

“Rilancio”, che impone<br />

l’obbligo di dotarsi di un<br />

Mobility Manager a tutte le<br />

imprese e le amministrazioni<br />

pubbliche che presentano<br />

singole unità locali con oltre<br />

100 dipendenti, ubicate in<br />

città con una popolazione<br />

superiore a 50.000 abitanti.<br />

luglio-agosto 2020 19

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