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Novembre

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organizzativo e grazie anche all’aiuto di

amici colleghi come il maestro Riccardo

Centazzo che, visto il poco tempo

che avevamo a disposizione, mi aiutò

molto realizzando diverse orchestrazioni

delle mie composizioni. La creatività

della composizione è una caratteristica

molto gratificante per il musicista che

crea per appagare il proprio gusto e si

gratifica doppiamente quando incontra

anche quello del pubblico. Come diceva

Schumann: «Mandare luce dentro le

tenebre del cuore degli uomini. Tale è il

dovere dell’artista». La vita quotidiana

spesso tende ad annichilirci, a schiacciare

l’anima, e la creazione di un’opera

d’arte ci aiuta a farci sentire più vicini e

simili a Dio.

Lei è anche direttore della Scuola di

Musica di Campi Bisenzio e titolare

della cattedra di pianoforte.

L’insegnamento è un’attività fondamentale

per noi concertisti. Custodire

la propria arte solo per se stessi è un

atto di egoismo culturale. Dare la possibilità

ai propri allievi di crescere musicalmente

e diventare futuri concertisti è

una soddisfazione altrettanto grande di

quando si è su un palcoscenico a suonare.

Sono più di trent’anni che dirigo

la scuola di musica campigiana, dalla

quale sono già usciti numerosi ragazze

e ragazzi divenuti nuovi concertisti.

Il nostro principale scopo è cercare di

appassionare gli allievi alla grande musica,

insegnare loro le tecniche basilari

in modo da poterli poi far suonare

insieme e contestualmente prepararli

a superare gli esami in conservatorio.

La musica è oltretutto un grandissimo

veicolo capace di far socializzare i ragazzi

e farli crescere in maniera sana

ed intelligente; purtroppo, questo potenziale

non è ancora molto sviluppato

nelle scuole pubbliche dove questa materia

spesso non è neppure presente.

Lo sforzo di ogni musicista professionista

nel diffondere la cultura musicale

anche attraverso l’insegnamento deve

essere una nostra priorità riempiendo

quindi quegli spazi ahimè lasciati vuoti

dalle istituzioni.

Immagino che la pandemia non le

abbia impedito di suonare, la musica

valica spazio e tempo. Quali saranno

i prossimi appuntamenti?

L’incredibile periodo che abbiamo passato

ci ha fatto rendere conto ancor di

più dell’importanza della musica grazie

a tutti quei musicisti che suonavano

dai terrazzi, dai tetti delle case, che

si riunivano tramite il web per creare

orchestre e cori virtuali che ci sollevavano

dalla tristezza dei momenti bui

di completa chiusura nelle nostre case.

Grazie alla tecnologia non ho mai

smesso di fare lezione ai miei allievi

seguendoli spesso quotidianamente

via Internet e, nonostante le problematiche

della lezione a distanza, con

mia grandissima soddisfazione e gratificazione,

alcuni allievi sono persino

riusciti a superare l’esame di ammissione

per entrare in conservatorio.

Purtroppo tutti gli impegni concertistici

previsti nei mesi di lockdown sono

stati annullati; solamente verso la

fine di luglio le mie attività sono parzialmente

riprese e mi hanno visto da

Cascina a Sondrio, dall’Umbria all’Abruzzo

a Genova con un progetto musicale

di elaborazioni che ho fatto per

diversi organici strumentali su musiche

del compianto Ennio Morricone.

In tutti questi concerti, dove peraltro

l’apprezzamento per le esibizioni è stato

altissimo, si è registrato sempre un

afflusso notevole di pubblico se non

il sold-out, ed ho soprattutto avvertito

la voglia delle persone di un ritorno

alla normalità. Purtroppo impegni

e concerti futuri stentano a riprendere

visti i momenti incerti che stiamo

ancora vivendo, ma una cosa è sicura:

nessun virus o lockdown potrà mai

fermare la musica. Del resto come diceva

Nietzsche: «La vita senza musica

sarebbe un errore».

MASSIMO BARSOTTI

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