You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
La voce
dei poeti
Giancarlo Bianchi
Le ragioni della poesia
di Giancarlo Bianchi / foto courtesy Carmelina Rotundo
Tutto il cosmo non è che un pensiero
proiettato del creatore.
Questa greve zolla di terra che
fluttua nello spazio è soltanto un sogno
di Dio, che ha fatto tutte le cose creandole
dalla sua mente. Negli atti del nono
congresso mondiale dei poeti, in occasione
di Firenze Capitale europea della
Cultura nel 1986, si afferma: «Dio prima
dell’uomo ha pensato il mondo come
poeta? La sua parola è creazione. L’universo
in questo caso non sarebbe che il
suo poema. Leggibile eternità/perennità
del leggibile/eternità del libro». Così come
l’uomo nella sua coscienza dà vita
ad un’opera d’arte spesso imitando Dio,
non vi è poesia se l’uomo non ha prima
immaginato in se stesso una forma
ed una bellezza. Nella poesia e nell’arte
in genere la cosa che più importa è una
sorta di energia, una forza che somiglia
piuttosto all’acqua che sgorga da una
sorgente sotterranea, una corrente che
solo lo spirito può dare. Senza Dio non
c’è arte. Il poeta conosce intimamente
la verità: il fremito di vita che pervade
tutta la creazione. Il primo artista e il più
grande è solo Dio. L’uomo tenta invano
attraverso il mito, la poesia e la favola
di spiegare quello che l’infinito crea.
Così scrive, nel volume Ad occhi aperti,
Marguerite Yourcenar: «Per me poeta
è qualcuno che è in contatto. Qualcuno
attraverso cui passa una corrente». Simile
ad un canto, riflesso di una melodia
infinita, vibra l’anima; viene in mente,
a questo proposito, che lo strumento
principe del poeta è la lira. Nell’introduzione
dell’allora sindaco di Firenze
Massimo Bogianckino al suddetto congresso
si legge: «Io ritengo giusta l’intuizione
di Gian Battista Vico. La parola
al suo nascere era l’espressione lirica
dell’animo commosso, d’avvenimenti
o di sentimenti. Quindi la sua natura,
la natura della parola, era schiettamente
musicale, lirico difatti è quel che è legato
alla lira, strumento musicale». Questa
segreta armonia delle sfere rimane il
vero mistero, i versi che ne scaturiscono
sono sorretti da questo “contatto”
e dunque da una “energia ritmico immaginativa”,
come ebbe a dire Vittorio
Vettori nella prefazione ad una mia raccolta
poetica dal titolo Bandiere pulite.
La teologa Anita Norcini Tosi chiama la
stessa energia “alchimia pericoretica”.
Nessuna migliore conclusione di quella
affidata ad alcuni versi di Eugenio
Montale: Il frullo che tu senti non è volo,
ma il commuoversi dell’eterno grembo:
vedi che si trasforma questo lembo
di terra solitario in un crogiuolo. A questi
versi fanno eco le parole di una mia
poesia tratta dal volume Come una monodia
(2006): Le radici della tua creazione,
simulacri di un trono d’oro, semi
e simboli, scrigni preziosi trasformano
il tempo in cose certe…la vita freme
senza tregua…e supera le parole, umane
come la vera poesia, come araba fenice
risorgendo dalla cenere.
Incontro di poesia alla Santissima Annunziata (2005): il quinto da sinistra è Giancarlo Bianchi, alla sua destra la teologa Anita Norcini Tosi
GIANCARLO BIANCHI
61