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Novembre

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Ritratti

d’artista

Ia Shariashvili

Una pittrice classica e contemporanea

di Jacopo Chiostri

Nella pittura di Ia Shariashvili,

pittrice georgiana da alcuni anni

residente a Siena, si avverte

l’urgenza di comunicare, di condividere

le proprie emozioni. Questa giovane

donna utilizza con scioltezza il linguaggio

universale dell’arte, che in lei è un

insieme di elementi classici, simbolici

e onirici, con rimandi anche alla pittura

paesaggistica toscana del secolo scorso.

Il tutto è proposto con un piacevole

mix di autorevolezza e pudore. Il suo

percorso da autodidatta è ancora da definire,

ma mostra già di avere le carte

in regola per un lavoro impegnativo come

quello di pittrice dove è buona regola

ricordarsi di aggiungere sempre

qualcosa e metterlo a disposizione di

tutti, così da contribuire alla causa comune

della crescita dei saperi. Il segno,

la coloritura, la composizione − che impatta

l’occhio − sono, infatti, ben organizzati,

pesi e contrappesi modulati

sapientemente sulla tela, l’espressività

dei soggetti riesce a farsi interprete

delle emozioni e del sentire dell’artista.

Insomma, le basi sono tutte già

nel bagaglio espressivo di Ia. È,

la sua, pittura tradizionale, soli-

da, frutto sicuramente di analisi e studio

del soggetto; pittura che comunica

un messaggio immediato e complessivo,

per cui occorre una rilettura per cogliere

gli elementi che compongono il

quadro, i suoi dettagli, le pennellate, le

sfumature. Nella sua dialettica espressiva

c’è poi un sorprendente eclettismo.

Così, assieme all’immagine ridente di

un bambino di colore alle prese con una

specie di tamburo, si contrappongono

immagini oniriche, fortemente simboliche

e vagamente inquietanti di donne

magari sull’orlo di un precipizio in una

notte senza luna con un cielo minaccioso

tutto intorno. In ogni caso, lo studio

delle sue opere è un impegno ottico

piacevole che premia l’osservatore con

una continua scoperta di elementi che

ci sono, eccome se ci sono, ma sfuggono

all’iniziale percezione perché questa

è “corrotta” dalla coerenza dell’insieme.

Così, s’individuano le piccole zone luminose

che definiscono i volti e fanno

da contrappeso alla caparbietà del segno

sui consapevoli e algidi volti fem-

minili, la gradazione cromatica − che

dà uniformità e familiarità alle nature

morte e ai dipinti di fiori − e i piani

dei paesaggi, essenziali nelle forme,

perché quello che alla fine conta è dare

vita a un’emozione, a un ricordo, a una

visione che sia pittoricamente spendibile.

Casalinga di professione, Ia Shariashvili

ha come progetto prossimo di

continuare ad esplorare il terreno della

sua passione e verve artistica. Lo

farà, supponiamo, mantenendo questo

suo atteggiamento rigoroso che la porta

a mediare gli insegnamenti dei grandi

maestri − Van Gogh in primis − con

la sua visione, nella quale domina questo

continuum tra classicità di sempre e

classicità contemporanea. Pittura senza

tempo, quindi, pittura che ha bisogno

di interpreti, di artisti capaci di rinnovare

senza abdicare ai solidi principi che

ne fanno, come dicevamo all’inizio, un

linguaggio universale che si può parlare

e comprendere a qualsiasi latitudine.

shariashvili@gmail.com

Ia Shariashvili con un suo ritratto femminile

Natura morta, olio su tela, cm 50x45

IA SHARIASHVILI

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