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Ritratti
d’artista
Ia Shariashvili
Una pittrice classica e contemporanea
di Jacopo Chiostri
Nella pittura di Ia Shariashvili,
pittrice georgiana da alcuni anni
residente a Siena, si avverte
l’urgenza di comunicare, di condividere
le proprie emozioni. Questa giovane
donna utilizza con scioltezza il linguaggio
universale dell’arte, che in lei è un
insieme di elementi classici, simbolici
e onirici, con rimandi anche alla pittura
paesaggistica toscana del secolo scorso.
Il tutto è proposto con un piacevole
mix di autorevolezza e pudore. Il suo
percorso da autodidatta è ancora da definire,
ma mostra già di avere le carte
in regola per un lavoro impegnativo come
quello di pittrice dove è buona regola
ricordarsi di aggiungere sempre
qualcosa e metterlo a disposizione di
tutti, così da contribuire alla causa comune
della crescita dei saperi. Il segno,
la coloritura, la composizione − che impatta
l’occhio − sono, infatti, ben organizzati,
pesi e contrappesi modulati
sapientemente sulla tela, l’espressività
dei soggetti riesce a farsi interprete
delle emozioni e del sentire dell’artista.
Insomma, le basi sono tutte già
nel bagaglio espressivo di Ia. È,
la sua, pittura tradizionale, soli-
da, frutto sicuramente di analisi e studio
del soggetto; pittura che comunica
un messaggio immediato e complessivo,
per cui occorre una rilettura per cogliere
gli elementi che compongono il
quadro, i suoi dettagli, le pennellate, le
sfumature. Nella sua dialettica espressiva
c’è poi un sorprendente eclettismo.
Così, assieme all’immagine ridente di
un bambino di colore alle prese con una
specie di tamburo, si contrappongono
immagini oniriche, fortemente simboliche
e vagamente inquietanti di donne
magari sull’orlo di un precipizio in una
notte senza luna con un cielo minaccioso
tutto intorno. In ogni caso, lo studio
delle sue opere è un impegno ottico
piacevole che premia l’osservatore con
una continua scoperta di elementi che
ci sono, eccome se ci sono, ma sfuggono
all’iniziale percezione perché questa
è “corrotta” dalla coerenza dell’insieme.
Così, s’individuano le piccole zone luminose
che definiscono i volti e fanno
da contrappeso alla caparbietà del segno
sui consapevoli e algidi volti fem-
minili, la gradazione cromatica − che
dà uniformità e familiarità alle nature
morte e ai dipinti di fiori − e i piani
dei paesaggi, essenziali nelle forme,
perché quello che alla fine conta è dare
vita a un’emozione, a un ricordo, a una
visione che sia pittoricamente spendibile.
Casalinga di professione, Ia Shariashvili
ha come progetto prossimo di
continuare ad esplorare il terreno della
sua passione e verve artistica. Lo
farà, supponiamo, mantenendo questo
suo atteggiamento rigoroso che la porta
a mediare gli insegnamenti dei grandi
maestri − Van Gogh in primis − con
la sua visione, nella quale domina questo
continuum tra classicità di sempre e
classicità contemporanea. Pittura senza
tempo, quindi, pittura che ha bisogno
di interpreti, di artisti capaci di rinnovare
senza abdicare ai solidi principi che
ne fanno, come dicevamo all’inizio, un
linguaggio universale che si può parlare
e comprendere a qualsiasi latitudine.
shariashvili@gmail.com
Ia Shariashvili con un suo ritratto femminile
Natura morta, olio su tela, cm 50x45
IA SHARIASHVILI
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