Powertrain 2023-10
ASSOCIAZIONI Federtec: cambia tutto: presidente, consiglieri e governance Unem: la seconda parte dell’intervista sui carburanti alternativi EVENTI Perkins: a Londra ci ha spiegato il 12,9 litri e tutto il resto Hydrogen Experience: Federchimica Assogastecnici e i vantaggi dell’idrogeno MARINI Salone di Cannes: l’anno scorso il metanolo, quest’anno gli ibridi Anteprima Genova: anticipazioni di quanto leggerete a novembre Commerciali: mtu, i traghetti equipaggiati con le 4000 a gas Seminario Atena: combustibili alternativi. Al SeaFuture di La Spezia COMPONENTI Veil: dieci candeline sulla torta dell’efficienza energetica Matrix: 1,5 GW di sistemi di accumulo a batteria. In Italia Cmtg: accelerometri per le vibrazioni di turbo e collettori RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; Automotive; La vie en rose; VeT Network; Oem&Motori
ASSOCIAZIONI
Federtec: cambia tutto: presidente, consiglieri e governance
Unem: la seconda parte dell’intervista sui carburanti alternativi
EVENTI
Perkins: a Londra ci ha spiegato il 12,9 litri e tutto il resto
Hydrogen Experience: Federchimica Assogastecnici e i vantaggi dell’idrogeno
MARINI
Salone di Cannes: l’anno scorso il metanolo, quest’anno gli ibridi
Anteprima Genova: anticipazioni di quanto leggerete a novembre
Commerciali: mtu, i traghetti equipaggiati con le 4000 a gas
Seminario Atena: combustibili alternativi. Al SeaFuture di La Spezia
COMPONENTI
Veil: dieci candeline sulla torta dell’efficienza energetica
Matrix: 1,5 GW di sistemi di accumulo a batteria. In Italia
Cmtg: accelerometri per le vibrazioni di turbo e collettori
RUBRICHE
Editoriale; Hi-Tech; Automotive; La vie en rose; VeT Network; Oem&Motori
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mare<br />
di Bari. Le attenzioni del gruppo ingegneristico<br />
di ricerca saranno dedicate a tutti i componenti<br />
sensibili, dalle teste cilindro, a pistoni, sensori<br />
e attuatori, turbo, collettori di aspirazione e di<br />
scarico, alla distribuzione. Oltre 1.000 ore sono<br />
state spese dal 16V170G e da 12V170G per<br />
convalidare prima l’Hvo a banco di prova e in<br />
configurazione gruppo elettrogeno. Sotto la lente<br />
d’ingrandimento è finita la progettazione della<br />
camera di combustione, complice le simulazioni<br />
in Cfd (Computational fluid dynamics), per verificare<br />
gli effetti più “scorbutici” dell’idrogeno,<br />
quali detonazione e preaccensione, oltre alle problematiche<br />
legate alla velocità di combustione<br />
e alle temperature. Il 12 cilindri è stato testato<br />
con il <strong>10</strong>0% di idrogeno. L’ingegneria di Isotta<br />
Fraschini si è occupata della verifica e della calibrazione<br />
della combustione dell’idrogeno sul<br />
singolo cilindro, sia con iniezione indiretta che<br />
diretta, per verificare l’efficienza del motore di<br />
fronte alle sfide della complessità tecnologica.<br />
L’esplorazione dell’universo idrogeno non<br />
è avvenuta in solitaria. Al Joint research centre<br />
(Jrc) di Petten, in Olanda (gli altri centri Jrc<br />
della Commissione europea si trovano a Geel,<br />
in Belgio, a Karlsruhe, in Germania, a Ispra, nel<br />
varesotto, e a Siviglia, in Spagna), è in gestazione<br />
una cella a combustibile da 30 chilowatt.<br />
Ancora Olanda, per via delle attività congiunte<br />
di ricerca con Nedstack, specialista delle fuel<br />
cell, su un progetto da <strong>10</strong>0 chilowatt. Nell’ottobre<br />
di un anno fa, il Rina ha classificato la<br />
Zeus, acronimo di Zero emission ultimate ship,<br />
di Fincantieri. Lungo 125 metri, 170 tonnellate, è<br />
uno scafo alimentato a idrogeno, con lo zampino<br />
di Isotta Fraschini, Cetena, Seastema, il Cnr, le<br />
Università di Genova, Palermo e Napoli. Zeus<br />
dispone di un’architettura ibrida (con due gruppi<br />
diesel e altrettanti motori elettrici) da utilizzare<br />
come sistema di propulsione convenzionale. In<br />
Genevos a Parigi<br />
A HyVolution c’erano anche<br />
loro. Genevos ha presentato in<br />
quella sede l’Hpm-80 (Hydrogen<br />
power module). Questa cella a<br />
combustibile marina plug-andplay<br />
da 80 kW è impilabile su<br />
scala multi-MW, consentendo<br />
ad applicazioni ad alta intensità<br />
energetica come traghetti e navi<br />
di servizio di azzerare (o quasi)<br />
le emissioni all’elica.<br />
La Hpm-80 si aggiunge alle celle<br />
a combustibile marine Hpm-15 e<br />
Hpm-40, fornendo una soluzione<br />
drop-in per la decarbonizzazione<br />
di imbarcazioni e navi con<br />
sistemi di propulsione da <strong>10</strong><br />
chilowatt a 5 MegaWatt. La<br />
gamma è in fase di certificazione<br />
di omologazione e il primo<br />
sistema multi-stacked Hpm-80<br />
sarà consegnato quest’estate.<br />
Applicazioni immediate possono<br />
essere legate all’ibridazione.<br />
Una vasta gamma di<br />
applicazioni commerciali, come<br />
le imbarcazioni di servizio, da<br />
pesca e da pattugliamento,<br />
operano a bassa velocità,<br />
relegando il motore a<br />
combustione interna a regimi<br />
estranei alla coppia massima.<br />
In questi casi Genevos candida<br />
la propulsione elettrica a celle a<br />
in grado di dimezzare il consumo<br />
di carburante. Inoltre, per le<br />
navi da carico e da crociera<br />
esistenti, gli Hpm-80 possono<br />
essere utilizzati per eliminare le<br />
emissioni in porto e all’ancora,<br />
più, celle a combustibile da 130 kW, alimentate<br />
da circa 50 chili di idrogeno, contenuti in 8 bombole<br />
a idruri metallici, e un sistema di batterie,<br />
che insieme consentiranno un’autonomia di circa<br />
8 ore di navigazione a zero emissioni ad una<br />
velocità di circa 7,5 nodi. Un ulteriore esempio<br />
dell’attivismo del braccio motoristico di Fincantieri<br />
è testimoniato da un prototipo di stack da 5<br />
chilowatt presso l’Istituto di tecnologie avanzate<br />
alimentando i sistemi ausiliari<br />
della nave. Con 330 chili,<br />
l’Hpm-80 pesa il 50-60% in<br />
meno di un equivalente gruppo<br />
elettrogeno diesel.<br />
Gli Hpm sono collegati<br />
elettricamente in parallelo per<br />
raggiungere i requisiti ottimali<br />
di potenza dell’imbarcazione,<br />
con ciascun modulo protetto e<br />
controllato per fornire energia<br />
indipendente. La famiglia Hpm<br />
utilizza la tecnologia delle<br />
piastre di grafite resistenti alla<br />
corrosione, integrando gli stack<br />
Cummins-Hydrogenics ad alta<br />
durata (serie HD), che sono<br />
stati sviluppati e testati per<br />
applicazioni pesanti negli ultimi<br />
vent’anni.<br />
per l’energia del Cnr a Messina.<br />
Le membrane di Zucca<br />
Il seminario ha intercettato le varie appendici del<br />
tema, appellandosi a Mauro Risi dell’Eni (Un approccio<br />
globale alla decarbonizzazione marittima),<br />
Paolo Benetti, di Chimitrade (Il metanolo<br />
come combustibile marino), Gianluca Valenti,<br />
del Politecnico di Milano (Stato dell’arte e prospettive<br />
per l’utilizzo dell’idrogeno liquido nelle<br />
applicazioni marine), e Philippe Davignon, di<br />
Genevos (L’elevata durata delle celle a combustibile).<br />
Noi ci soffermeremo sull’intervento di<br />
Tullia Zucca, consulente di ingegneria industriale<br />
e civile: “Produzione di idrogeno verde dalla<br />
scissione dell’ammoniaca in un reattore dotato<br />
di torcia al plasma e membrane speciali”. «Le<br />
membrane che abbiamo creato» dice Tullia Zucca<br />
«a differenza delle altre che arrivano al 30% di<br />
efficienza, sono certificate dall’Olanda per quasi<br />
il <strong>10</strong>0%. Senza timore di smentita possiamo dichiarare<br />
il 90%. Questa creazione ci libera dalla<br />
schiavitù geopolitica, perché possiamo fare<br />
l’ammoniaca verde. Sia chiaro che l’ammoniaca<br />
verde è la conditio sine qua non, altrimenti non<br />
faccio contratti». Quindi torce al plasma, cioè dispositivi<br />
che erogano plasma tramite un ugello.<br />
E come avviene il processo? «Pirolizziamo gli<br />
idrocarburi, soprattutto il metano. Emissioni negative<br />
per fare l’idrogeno e l’ammoniaca verde,<br />
trasportabile su nave in Europa, a Rotterdam,<br />
spero anche a Ravenna, chiamata a un parere<br />
sul rigassificatore ho proposto di posizionare il<br />
terminale di ammoniaca sulla stessa piattaforma<br />
Eni descrive così il suo HVOlution:<br />
«È composto da una miscela di paraffine<br />
stabili-igroscopiche e, pertanto, è<br />
scarsamente soggetto a contaminazione<br />
batterica. Ha un elevato numero di cetano<br />
che consente un’ottima combustione,<br />
soprattutto nelle partenze a freddo, e<br />
riduce la rumorosità del motore».<br />
(da 8,5 chilometri). L’uso su navi è particolarmente<br />
adatto perché i motori possono funzionare<br />
a idrogeno senza stoccarlo. Pensate alle applicazioni<br />
militari. Se un drone bomba centrasse una<br />
nave alimentata a combustibili fossili innescherebbe<br />
un incendio, su una nave ad ammoniaca<br />
tuttalpiù ammaccherebbe l’arredamento. La torcia<br />
al plasma in Italia suscita polemiche e agita<br />
i comitati, all’Estero è invece ben accetta. Un<br />
reattore dotato di torce al plasma non produce<br />
null’altro che idrogeno e azoto. L’ingegneria del<br />
nostro reattore si compone di quattro versioni,<br />
che abbiamo rappresentato in quattro costruzioni<br />
meccaniche. Presentata a Praga nel 2022, la mia<br />
idea è stata riconosciuta e apprezzata dall’associazione<br />
mondiale membrane. La quarta versione<br />
è studiata appositamente per le navi, perché si<br />
procede rapidamente alla manutenzione, la sostituzione<br />
della membrana può essere fatta facilmente<br />
dall’alto, ma la produzione di idrogeno è<br />
molto più alta rispetto alla seconda e alla terza<br />
versione, per la presenza delle torce al plasma,<br />
che rendono il tempo di contatto dell’ammoniaca<br />
con la scissione praticamente istantaneo».<br />
Università di Eindhoven<br />
Il professor Fausto Gallucci, Professore all’Università<br />
di Eindhoven ha commentato così l’intuizione<br />
di Tullia Zucca: «L’introduzione di uno<br />
stadio di purificazione dell’idrogeno a valle del<br />
reattore a membrana consente di far funzionare<br />
il reattore a temperature più basse e di accettare<br />
una maggiore concentrazione di NH 3<br />
all’uscita<br />
del reattore».<br />
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