I Quaderni di WineCouture Dicembre / 2023

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Photo: jaime-shh-unsplash Con il termine liquore si intendono le bevande con una gradazione alcolica tra i 30° e i 50° ottenute miscelando dell'alcol con aromi (erbe, fiori, frutta, radici, semi, ad esempio), acqua, zucchero e in alcuni casi coloranti come il caramello. Nel liquore, le componenti più importanti sono le sostanze aromatizzanti e il contenuto minimo di zuccheri è 100 grammi per litro. Per aiutare un po’ la memoria, fra i liquori più celebri troviamo: l’Angostura, il Cointreau, il Rosolio, la Sambuca, il Limoncello e il Triple Sec. Interessante è anche però comprendere la differenza che c’è tra i liquori e gli amari, altri grandi prodotti che rientrano Rhum che presentano una grande aromaticità. Infine, troviamo i distillati prodotti da cereali, che emergono come varianti aromaticamente più sobrie, con grano, orzo, segale e simili che intrinsecamente offrono profumi meno intensi rispetto a frutti come pera, mela o lampone. La vera essenza di tali distillati si sviluppa nel tempo, durante il processo d’invecchiamento, quando acquisiscono gradualmente sapore e aroma, raggiungendo la massima espressione delle loro qualità. La Vodka, distillato di cereali per eccellenza, spicca per il suo sapore neutro, poiché non subisce invecchiamento. È ampiamente utilizzata in mixology per la sua versatilità. I Gin, anch'essi derivati da cereali, presentano un carattere più pronunciato grazie all'aggiunta di una vasta gamma di botaniche e possono essere sottoposti a distillazioni aggiuntive. Tra i distillati di cereali più rinomati e celebrati spicca il Whisky. Orzo, mais, segale e frumento costituiscono le materie prime fondamentali per la sua produzione. Tuttavia, è la combinazione, le proporzioni e il successivo invecchiamento in botti che conferiscono a questo distillato un profilo aromatico complesso e di elevata qualità. Alcuni Whisky si distinguono per essere aromatizzati, arricchiti con note speciali come cannella, miele, zenzero e altre spezie durante il processo di produzione. Liquori e amari: che cosa sono e come non confonderli Ora che abbiamo portato in rassegna tutti i distillati e la loro produzione rimane da scoprire liquori e amari e comprendere nel dettaglio in cosa sono diversi dalle bevande distillate. I liquori, che frequentemente vengono confusi proprio con i distillati, si distinguono per i processi impiegati nella loro creazione. Vengono, infatti, ottenuti attraverso tecniche di macerazione o distillazione di infusi alcolici. Photo: martina-alpeza-unsplash 6
Photo: ourwhisky-foundation-unsplash sotto il cappello degli Spirits. Infatti, rielabora questo testo: l'amaro si distingue dal liquore per il suo scarso contenuto zuccherino. Come il nome suggerisce, l'amaro è sì un liquore, ma con un contenuto di zuccheri inferiore ai liquori classici e quindi dal sapore amarognolo. Tra i più celebri e conosciuti possiamo citare: il Fernet Branca, l’Amaro Montenegro, l’Amaro Lucano e il Martini Bitter. Ora che abbiamo fatto un piccolo ma utile approfondimento sul mondo degli Spirits, tra distillati, amari e liquori, per iniziare a scoprirli la teoria non basta: occorre infatti passare all’assaggio. Ma come si servono questi prodotti così particolari e dalle alte gradazioni alcoliche? Spirits: come servirli al meglio Partendo dai distillati, è sicuramente importante tenere sempre conto del fattore temperatura. La temperatura di servizio è, infatti, uno degli elementi che incidono sulla piena espressività aromatica e l'equilibrio gustativo del distillato. Sappiamo che le temperature troppo fredde tendono a penalizzare e “ibernare” le componenti aromatiche, soprattutto olfattive, così come le temperature troppo calde tendono a esaltare la percezione alcolica. In generale, possiamo dire che più i distillati sono profumati e complessi, più la temperatura deve essere alta. Mentre quando prevale la componente alcolica, anche con alte gradazioni, sono preferibili temperature più basse. Per fare alcuni esempi: Cognac e Armagnac 18-22°C; Grappe giovani 8-10°C, mentre invecchiate 14-16°C; Whisky 16-18°C; Rum 13-15°C; Tequila 13-15°C; Vodka 6-8°C; Gin 4-8°C. Ovviamente è importante tenere conto l’uso possibile del ghiaccio, “on the rocks”, che aiuta certamente la modifica della temperatura e che può essere utilizzato direttamente nel bicchiere aggiungendo il distillato oppure raffreddando semplicemente il bicchiere. I liquori, invece, si servono come aperitivo o digestivo, ad eccezione di quelli dolci che devono essere bevuti sempre dopo i pasti, in modo da non interrompere l’appetito. La temperatura di servizio ideale dei liquori varia dai 12° ai 20°C, ovvero a temperatura ambiente. Ci sono però delle eccezioni: ad esempio, il Limoncello o l’Amaro del Capo devono essere serviti ghiacciati a 5-7°C, mentre la Sambuca viene data alle fiamme. Questa piccola rassegna sul mondo degli Spirits è solo l’inizio di un viaggio intenso e coinvolgente fatto di sapori, sensazioni e storie, che speriamo possa essere il compagno ideale delle vostre serate e della vostra tavola. 7
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