Powertrain 2024-1/2
AUTOMOTIVE Green shipping challenge: ahi! Le emissioni... STAZIONARI Ciclo Orc: Tonissi e Orcan INTERVISTE Fpt Industrial: Daniele Pozzo e il multi-energy AGRITECHNICA Bonfiglioli: le parole di Andrea Torcelli Comer Industries: Paolo Negri e Jacopo Spaggiari Danfoss: Andreas Kling e l’agricolo Deutz: Colonia vista a 360° Fétis: un ponte sull’Atlantico John Deere: sia Kreisel che gli Nge Liebherr va ben oltre il motore Mta e l’elettronica di potenza Bosch Rexroth: H2, gas, strutturale, batterie Ufi Filters: Aftermarket e Hydraulics Volvo Penta con il Gruppo Kuhn COMPONENTI Abb: elettrifica l’off-road Mare: AS Labruna al Mets RUBRICHE Editoriale; Hi-Tech; VeT 50; Oem&motori
AUTOMOTIVE
Green shipping challenge: ahi! Le emissioni...
STAZIONARI
Ciclo Orc: Tonissi e Orcan
INTERVISTE
Fpt Industrial: Daniele Pozzo e il multi-energy
AGRITECHNICA
Bonfiglioli: le parole di Andrea Torcelli
Comer Industries: Paolo Negri e Jacopo Spaggiari
Danfoss: Andreas Kling e l’agricolo
Deutz: Colonia vista a 360°
Fétis: un ponte sull’Atlantico
John Deere: sia Kreisel che gli Nge
Liebherr va ben oltre il motore
Mta e l’elettronica di potenza
Bosch Rexroth: H2, gas, strutturale, batterie
Ufi Filters: Aftermarket e Hydraulics
Volvo Penta con il Gruppo Kuhn
COMPONENTI
Abb: elettrifica l’off-road
Mare: AS Labruna al Mets
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cop28. Fotografia di un divorzio<br />
EMISSIONI<br />
IN MARE<br />
La spina dorsale della logistica mondiale sembra<br />
ignorare i temi ambientali. Il Green Shipping<br />
Challenge di Cop28, che si è tenuto in presenza<br />
degli amministratori delegati delle cinque maggiori<br />
compagnie di navigazione, si è infatti concluso con<br />
un nulla di fatto. Il confronto col mondo delle quattro<br />
ruote è impietoso. Le grandi applicazioni della marina<br />
commerciale lavorano pressoché a ciclo continuo, e<br />
presentano un esosissimo saldo di CO 2<br />
. Al momento,<br />
le soluzioni per tamponare questa falla nello scudo<br />
globale anti-emissioni si riducono al Gnl e poco altro<br />
CO 2<br />
Il consulting<br />
cabinet londinese<br />
Umas, associato<br />
all’Ucl, l’University<br />
College di Londra,<br />
ha sottolineato<br />
come le emissioni<br />
metano-correlate<br />
– 80 volte più<br />
potenti della stessa<br />
CO 2<br />
come effetto<br />
serra – siano<br />
aumentate del<br />
150% nello scorso<br />
biennio proprio<br />
come conseguenza<br />
dell’ampliarsi<br />
della flotta di<br />
navi con doppia<br />
alimentazione<br />
(bunker oil/Gnl).<br />
automotive<br />
Terminata la sessione Green Shipping Challenge<br />
di Cop28, lo scorso 5 dicembre, a microfoni<br />
spenti gli ecologisti presenti li hanno definiti<br />
“the brazen-faced five”. Chi sarebbero le cinque “facce<br />
di bronzo”? I Ceo delle compagnie di navigazione<br />
che, da sole, controllano le 2.300 navi portacontainer<br />
più grandi al mondo, la flotta che rappresenta la<br />
spina dorsale della logistica planetaria trasportando<br />
circa l’80% delle merci mondiali, e che – stando ai<br />
fatti – pare siano intenzionati a continuare nell’infischiarsene<br />
della salute del pianeta. Il grido d’allarme<br />
di Greenpeace risale ormai al 2020: “Il contributo del<br />
trasporto marittimo internazionale è di circa un miliardo<br />
di tonnellate di CO 2<br />
equivalente all’anno, più<br />
del doppio delle emissioni del Regno Unito o quasi<br />
la metà di quelle del Brasile. Ecco perché ‘ripulire’ il<br />
settore dei trasporti marittimi dai combustibili sporchi<br />
svolge un ruolo chiave nel raggiungimento degli<br />
obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi”. Ma alla<br />
Cop28 di Dubai, in regolamentare giacca e cravatta,<br />
Vincent Clerk (Maersk), Rodolphe Saade (Cma<br />
Cgm), Soren Toft (Msc), Rolf Habben Jansen (Hapag<br />
Lloyd) e Lasse Kristoffersen (Wallenius) hanno interpretato<br />
alla perfezione il ruolo loro affidatogli “auspicando”<br />
pannicelli caldi, spesso in contraddizione<br />
tra loro. Per un Ceo di Maersk che annuncia una<br />
nuova portacontainer green a metanolo, alcuni suoi<br />
colleghi parlavano ancora dell’utilizzo del gas naturale<br />
(Gnl), già più volte bocciato da autorevoli studi<br />
come “marginale” nei risultati sulle emissioni delle<br />
grandi navi. Ultimo in ordine di tempo, il consulting<br />
cabinet londinese Umas, associato all’Ucl, l’University<br />
College di Londra, che ha sottolineato come<br />
le emissioni metano-correlate – 80 volte più potenti<br />
della stessa CO 2<br />
come effetto serra – siano aumentate<br />
del 150% nello scorso biennio proprio come conseguenza<br />
dell’ampliarsi della flotta di navi con doppia<br />
alimentazione (bunker oil/Gnl). E la dichiarazione<br />
finale del mondo dello shipping: «L’unico modo realistico<br />
per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni<br />
entro il 2050 per un settore che rappresenta il 2-3%<br />
delle emissioni globali di gas serra è passare dai<br />
combustibili fossili a quelli verdi in modo rapido e<br />
su larga scala» non fa altro che fotografare le enormi<br />
proporzioni della forbice tecnologica che separa<br />
questo mondo dall’universo dell’automotive.<br />
Cosa succede nell’automotive<br />
Il mondo delle quattro ruote, in attesa dei fuochi<br />
d’artificio che caratterizzano il Ces di Las Vegas<br />
(9-12 gennaio) e il Motor Show di Ginevra (26 febbraio-3<br />
marzo), ha dapprima incassato l’annuncio<br />
di Toyota, primo player mondiale, della messa in<br />
commercio entro il 2027-28 di modelli con batterie<br />
allo stato solido che garantiranno mille chilometri<br />
di autonomia e tempi di ricarica dell’ordine di 10<br />
minuti. Ha replicato la cinese Catl, il più grande<br />
costruttore mondiale di batterie per automotive,<br />
comunicando la conclusione dei test per la nuova<br />
piattaforma integrata Ciic (Catl integrated intelligent<br />
chassis) destinata ai modelli di segmento A/B<br />
con consumi dell’ordine di 10,5 kWh/100 km, autonomia<br />
nell’ordine di mille chilometri e tempo di<br />
ricarica di 5 minuti per “mettere in serbatoio” 300<br />
chilometri di percorrenza extra. Primo modello a<br />
debuttare sullo skateboard Ciic, una nuova utilitaria<br />
a marchio Neta del gruppo Hozon Auto. Fuoco<br />
d’artificio concluso, a pochi giorni da Capodanno,<br />
dal gruppo sino-tedesco Jac (50% Volkswagen) con<br />
l’avvio delle consegne di preserie della Yiwei E10X,<br />
una citycar a quattro porte che porta al debutto le<br />
batterie agli ioni di sodio, meno costose (30-4%) di<br />
quelle con celle agli ioni di litio, seppure per il momento<br />
a discapito della densità energetica, limitata<br />
a 120 Wk/kg, ma con prestazioni decisamente più<br />
elevate sia in fatto di ricarica a basse temperature sia<br />
di numero di cicli di vita utile.<br />
Al panorama tecnologico a dir poco effervescente<br />
che caratterizza il mondo automotive si contrappone<br />
dunque un settore dello shipping insabbiato nell’evocare<br />
strategie multi-fuel ed invocare la garanzia di<br />
reperimento di non meglio precisati green fuel, ben<br />
lontano dalla prospettiva di un abbandono dei carburanti<br />
fossili. Anche la proposta della Clean Shipping<br />
Coalition, gruppo di associazioni ambientaliste focalizzate<br />
sul marittimo, di designare il Mediterraneo<br />
come area a controllo delle emissioni (Eca) come<br />
già avviene per Scandinavia, Nordamerica e Caraibi<br />
per contenere le emissioni, nonostante abbia avuto<br />
semaforo verde a fine 2022 non vedrà la luce prima<br />
del maggio 2025. Come fa notare Greenpeace,<br />
il carico di emissioni delle grandi portacontainer è<br />
pressoché perpetuo: se un’auto o un camion nel peggiore<br />
dei casi arrivano al 12-16 ore di operatività per<br />
250 giorni/anno, le navi sono operative 24 ore su 24<br />
tutti i giorni dell’anno; se anche in porto il motore<br />
principale resta “a riposo” sono decine i gruppi di<br />
generazione che devono garantire l’operatività dei<br />
servizi senza che i servizi di cold ironing vadono<br />
oltre la sperimentazione.<br />
Quanto consuma una nave da crociera?<br />
In occasione del varo di una recente supernave da<br />
crociera, il gruppo online di appassionati di motoristica<br />
Rollingsteel.it si è divertito a fare i “conti in<br />
tasca” alla Wonder of the Seas di Royal Caribbean,<br />
tra le prime 5 leisure vessel al mondo: 362 metri di<br />
lunghezza, in grado di ospitare poco meno di 7mila<br />
passeggeri e 2.300 persone di equipaggio. I sei motori<br />
Wärtsilä di cui dispone, per un totale di oltre<br />
93mila kW, se sfruttati al 100% consumerebbero<br />
qualcosa come 19 mila litri di bunker oil all’ora.<br />
Senza addentrarsi in troppi tecnicismi, una ricerca<br />
condotta nel 2015 dall’associazione ambientalista<br />
tedesca Nabu – Naturschutzbund Deutschland, con<br />
oltre 900mila soci – ha stimato le emissioni giornaliere<br />
di una media nave da crociera usando come<br />
unità di misura quelle di una Golf Euro 6 a benzina.<br />
Non solo il risultato è eclatante, visto che parliamo<br />
di CO 2<br />
equivalenti a 83.678 macchine, NOx<br />
dell’ordine di 421.153 auto, particolato superiore a<br />
un milione di auto e ossidi di zolfo pari a 376 milioni<br />
di automobili (per confronto, l’intero parco auto<br />
dell’Unione europea a 27 è stimato in 250 milioni<br />
di unità). Ma soprattutto colpisce che nei cantieri di<br />
tutto il mondo si sussegue il varo di navi i cui sistemi<br />
di propulsione restano allineati a questi livelli<br />
di emissioni.<br />
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