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INCHIESTA Gare di servizio<br />
CHI VUOLE<br />
LE GARE?<br />
Le gare in<br />
Italia non le<br />
vuole nessuno:<br />
le aziende<br />
pubbliche<br />
hanno la<br />
copertura<br />
dell’azionista<br />
di riferimento,<br />
quelle private<br />
non vogliono<br />
perdere<br />
le proprie<br />
posizioni.<br />
La politica<br />
preferisce lo<br />
status quo,<br />
come nel caso<br />
dei taxi e<br />
delle spiagge.<br />
Intanto, la<br />
deadline per la<br />
messa a gara<br />
dei servizi è<br />
slittata al 2026.<br />
L’apertura del mercato del trasporto pubblico in<br />
Italia è un processo frammentato fatto di fughe in<br />
avanti (Toscana, Alto-Adige) e brusche frenate. A<br />
Napoli e circondario di Milano il tender era dato<br />
per certo... prima della proroga. In Molise gara<br />
annullata dal Tar, nuovo bando nel <strong>2024</strong>. A Roma<br />
battaglia legale tra Campidoglio e Antitrust<br />
Oggi no, domani forse, ma dopodomani<br />
sicuramente. Diceva Giorgio<br />
Gaber, nella sua famosa canzone<br />
‘Qualcuno era comunista’ del 1996. Sembra<br />
passato un secolo da allora, ma se si<br />
pensa che proprio l’anno successivo, nel<br />
1997, Claudio Burlando, l’allora Ministro<br />
dei Trasporti del Governo Prodi, vergava<br />
una legge che sarebbe dovuta diventare lo<br />
spartiacque del settore del trasporto pubblico,<br />
ci si rende conto che di tempo ne è<br />
passato veramente poco, visto che siamo<br />
ancora qui a ripetere le stesse cose. Eppure,<br />
in questi 27 anni il settore del trasporto<br />
pubblico è cambiato radicalmente<br />
e la presenza dell’Europa, all’interno dei<br />
nostri meccanismi legislativi, è sempre più<br />
marcata. E se la legge Burlando l’abbiamo<br />
voluta evitare come la peste, il regolamento<br />
europeo 1370 del 2007 (recepito<br />
dal nostro ordinamento alla velocità di un<br />
bradipo claudicante) avremmo dovuto, in<br />
teoria, almeno prenderlo in considerazione.<br />
Invece no. Quel testo, infatti, non ha risolto<br />
il tema dell’affidamento diretto, uno strumento<br />
che in Italia è stato utilizzato a piene<br />
mani. Genova docet, ma non solo lei (una<br />
notizia freschissima: il Consiglio di stato ha<br />
dichiarato legittimo l’affidamento diretto ad<br />
Amt con incorporazione di Tpl Linea). A<br />
dare una sferzata al sistema è sceso poi in<br />
campo il famoso decreto Madia che però<br />
non è mai diventato davvero operativo.<br />
Il vero tema è che le gare in Italia non le vuole<br />
proprio nessuno: le aziende pubbliche hanno<br />
la rigida copertura dell’azionista di riferimento,<br />
quelle private non vogliono perdere le proprie<br />
posizioni. A questo punto ci vorrebbe l’azione<br />
della politica, che però preferisce lo status quo,<br />
come nel caso dei taxi e delle spiagge. Intanto,<br />
a seguito della pandemia la deadline per la<br />
messa a gara dei servizi è slittata dal <strong>2024</strong> al<br />
2026. E più di una voce si alzata a chiedere un<br />
ulteriore proroga, motivata dagli investimenti<br />
‘green’ sostenuti dalle aziende...<br />
Le gare sono di cronaca<br />
La cronaca degli ultimi mesi è fitta di gare<br />
annunciate, programmate, slittate. Abbiamo<br />
provato a fare il punto. Oltre a quelle trattate<br />
nelle prossime pagine, vanno ricordati l’affidamento<br />
a Cotral con messa a gara, per legge,<br />
del 10 per cento delle linee; l’affidamento diretto<br />
a Tua in Abruzzo e il cammino intrapreso<br />
in Emilia-Romagna verso la costituzione di<br />
una holding regionale del trasporto pubblico<br />
per fusione di Tper, Seta e Start. Il risultato<br />
sarebbe un gigante del tpl secondo, in Italia,<br />
solamente ad Atm Milano ed Atac, e dotato<br />
pertanto di una potenza di fuoco in grado di<br />
non sfigurare in un futuro mercato aperto. E in<br />
Sicilia le manovre sono iniziate in vista della<br />
messa a gara del servizio, con un consorzio di<br />
privati in corso di istituzione...<br />
Una postila, prima di partire con la retrospettiva.<br />
Ci preme sottolineare che la messa a gara<br />
di un servizio non significa ‘privatizzarlo’,<br />
significa invece mettere a mercato una concessione.<br />
E se il concetto di ‘privatizzazione’<br />
è sempre più (volutamente) confuso con<br />
il termine ‘liberismo regolato’ si innesca un<br />
cortocircuito che rappresenta solo una cortina<br />
per evitare un vero percorso di innovazione del<br />
settore, dove la dimensione aziendale, polverizzata<br />
dagli interessi di parte, avrà un ruolo<br />
determinante del prossimo futuro. E in Europa<br />
questo è evidente, meno nei Paesi in via di<br />
sviluppo. Insomma, dipende a quale modello<br />
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