standard italiani per la cura del diabete mellito - Changing Diabetes ...
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DIAGNOSI, NOSOGRAfIA E fATTORI DI RISCHIO DI DIABETE 13<br />
b. c<strong>la</strong>SSiFicazione<br />
Tabel<strong>la</strong> 1<br />
Nosografia <strong>del</strong> <strong>diabete</strong><br />
<strong>diabete</strong><br />
tipo 1<br />
<strong>diabete</strong><br />
tipo 2<br />
<strong>diabete</strong><br />
gestazionale<br />
<strong>diabete</strong><br />
monogenico<br />
<strong>diabete</strong><br />
secondario<br />
È causato da distruzione b-cellu<strong>la</strong>re, su base autoimmune o idiopatica, ed è caratterizzato<br />
da una carenza insulinica assoluta (<strong>la</strong> variante LADA, Latent Autoimmune <strong>Diabetes</strong> in Adult,<br />
ha decorso lento e compare nell’adulto).<br />
È causato da un deficit parziale di secrezione insulinica, che in genere progredisce nel tempo<br />
ma non porta mai a una carenza assoluta di ormone e che si instaura spesso su una condizione,<br />
più o meno severa, di insulino-resistenza su base multifattoriale.<br />
È causato da difetti funzionali analoghi a quelli <strong>del</strong> <strong>diabete</strong> tipo 2, viene diagnosticato <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> prima volta durante <strong>la</strong> gravidanza e in genere regredisce dopo il parto <strong>per</strong> poi ripresentarsi<br />
spesso a distanza di anni con le caratteristiche <strong>del</strong> <strong>diabete</strong> tipo 2.<br />
È causato da difetti genetici singoli che alterano secrezione e/o azione insulinica (es. MODY,<br />
<strong>diabete</strong> lipoatrofico, <strong>diabete</strong> neonatale).<br />
È conseguenza di patologie che alterano <strong>la</strong> secrezione insulinica (es. pancreatite cronica<br />
o pancreasectomia) o l’azione insulinica (es. acromegalia o i<strong>per</strong>cortisolismo) o dipende<br />
dall’uso cronico di farmaci (es. steroidi, antiretrovirali, antirigetto) o dall’esposizione<br />
a sostanze chimiche.<br />
Tabel<strong>la</strong> 2<br />
Caratteristiche cliniche differenziali <strong>del</strong> <strong>diabete</strong> tipo 1 e tipo 2<br />
tipo 1 tipo 2<br />
prevalenza Circa 0,3% Circa 5%<br />
Sintomatologia Sempre presente<br />
Spesso ec<strong>la</strong>tante e a inizio brusco<br />
tendenza al<strong>la</strong> chetosi Presente Assente<br />
Spesso modesta o assente<br />
peso Generalmente normale Generalmente in eccesso<br />
età all’esordio Più comunemente � 30 anni Più comunemente � 40 anni<br />
comparsa di<br />
complicanze croniche<br />
Non prima di alcuni anni dopo<br />
<strong>la</strong> diagnosi<br />
insulina circo<strong>la</strong>nte Ridotta o assente Normale o aumentata<br />
autoimmunità Presente Assente<br />
Spesso presenti al momento <strong>del</strong><strong>la</strong> diagnosi<br />
terapia Insulina necessaria sin dall’esordio Dieta, farmaci orali, analoghi GLP-1, insulina<br />
◆◆COMMENTO È stato da poco pubblicato il rapporto di un Comitato di<br />
Es<strong>per</strong>ti nominati dall’American <strong>Diabetes</strong> Association (ADA),<br />
dal<strong>la</strong> European Association for the Study of <strong>Diabetes</strong> (EASD) e<br />
dall’International <strong>Diabetes</strong> Federation (IDF) <strong>per</strong> rivalutare gli<br />
attuali criteri diagnostici <strong>per</strong> il <strong>diabete</strong>. Tale comitato, che includeva<br />
anche due <strong>italiani</strong>, ha ritenuto opportuno suggerire che <strong>per</strong><br />
<strong>la</strong> diagnosi di <strong>diabete</strong> sia più affidabile usare l’HbA1c <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia<br />
(1). Ciò a condizione che il dosaggio di tale parametro<br />
sia eseguito con un metodo allineato con lo <strong>standard</strong> DCCT/<br />
UKPDS e che non sussistano condizioni che rendano problematica<br />
l’interpretazione <strong>del</strong> valore di HbA1c misurato (2). Tali<br />
condizioni includono il <strong>diabete</strong> tipo 1 in rapida evoluzione, <strong>la</strong><br />
gravidanza, emoglobinopatie, ma<strong>la</strong>ria, anemia cronica, anemia<br />
emolitica, recente emorragia, recente trasfusione, splenectomia,<br />
uremia, marcata i<strong>per</strong>bilirubinemia, marcata i<strong>per</strong>trigliceridemia,<br />
marcata leucocitosi, alcolismo. L’HbA 1c sembra essere un parametro<br />
più affidabile e raccomandabile rispetto al<strong>la</strong> glicemia <strong>per</strong><br />
i seguenti motivi: a) ha una migliore <strong>standard</strong>izzazione <strong>del</strong> dosaggio<br />
(se allineato con DCCT/UKPDS); b) è espressione <strong>del</strong><strong>la</strong> glicemia<br />
media di un lungo <strong>per</strong>iodo e non di un singolo momento;<br />
c) ha una minore variabilità biologica; d) ha una minore instabilità<br />
pre-analitica; e) non ha nessuna necessità di un prelievo dopo<br />
8 ore di digiuno o di un prelievo dopo glucosio orale; f) non soffre<br />
di alcuna influenza da parte di <strong>per</strong>turbazioni acute (es. stress<br />
da prelievo); g) è lo stesso parametro usato <strong>per</strong> il monitoraggio