standard italiani per la cura del diabete mellito - Changing Diabetes ...
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PREVENzIONE E GESTIONE DELLE COMPLICANzE DEL DIABETE 97<br />
Tabel<strong>la</strong> 17<br />
Farmaci di prima scelta <strong>per</strong> il trattamento <strong>del</strong><strong>la</strong> DPN sintomatica<br />
triciclici<br />
anticonvulsivanti<br />
c<strong>la</strong>SSe moleco<strong>la</strong> doSe uSuale<br />
antidepressivi serotoninergici<br />
noradrenergici (Snri)<br />
necessità di una maggiore attenzione allo screening <strong>per</strong> <strong>la</strong> DAN,<br />
che potrebbe <strong>per</strong>mettere una riduzione <strong>del</strong> rischio cardiovasco<strong>la</strong>re<br />
e <strong>del</strong><strong>la</strong> mortalità nei diabetici affetti da tale complicanza.<br />
Le manifestazioni cliniche <strong>del</strong><strong>la</strong> DAN sono numerose e possono<br />
interessare tutti gli apparati.<br />
La neuropatia autonomica cardiovasco<strong>la</strong>re, fattore di rischio<br />
<strong>per</strong> <strong>la</strong> CVD, è <strong>la</strong> forma clinicamente più importante di neuropatia<br />
autonomica (12,16). Vedere, a tale proposito, le raccomandazioni<br />
sull’uso dei test cardiovasco<strong>la</strong>ri <strong>del</strong> Gruppo di Studio SID<br />
“Neuropatia Diabetica” (23).<br />
È possibile riscontrare tachicardia a riposo, intolleranza all’esercizio<br />
fisico, ipotensione ortostatica, ischemia cardiaca silente, sindrome<br />
da denervazione cardiaca e morte improvvisa.<br />
Lo screening può essere effettuato con l’ausilio di una batteria<br />
di semplici e riproducibili test cardiovasco<strong>la</strong>ri, proposti da Ewing<br />
Amitriptilina 10-75 mg/die<br />
Imipramina 25-75 mg/die<br />
Gabapentin 300-1200 mg/die<br />
Carbamazepina 200-400 mg/die<br />
Pregabalin 150-600 mg/die<br />
Duloxetina 60-120 mg/die<br />
Le dosi indicate si riferiscono a pazienti adulti. È preferibile iniziare con i dosaggi minori e aumentare lentamente <strong>la</strong> dose.<br />
La dose ottimale è <strong>la</strong> dose più bassa richiesta <strong>per</strong> il massimo di efficacia senza significativi effetti avversi.<br />
Tabel<strong>la</strong> 18<br />
Test <strong>per</strong> <strong>la</strong> neuropatia vegetativa (15)<br />
negli anni ’70 <strong>del</strong> secolo scorso, che si basano sul<strong>la</strong> modificazione<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> frequenza cardiaca o <strong>del</strong><strong>la</strong> pressione arteriosa; mentre<br />
i primi esplorano prevalentemente <strong>la</strong> funzione cardiaca vagale, il<br />
test <strong>del</strong>l’ipotensione ortostatica valuta <strong>la</strong> funzione simpatica (15).<br />
I test <strong>del</strong><strong>la</strong> frequenza cardiaca più utilizzati sono il deep brea‑<br />
thing (serie di espirazioni e inspirazioni profonde), <strong>la</strong> manovra<br />
di Valsalva (espirazione forzata contro resistenza) e il lying‑to‑<br />
standing (alzarsi e mettersi in piedi dopo essere stati sdraiati su<br />
un lettino). L’esecuzione di questi test richiede esclusivamente<br />
<strong>la</strong> disponibilità di uno sfigmomanometro e di un elettrocardiografo;<br />
sono disponibili in commercio anche software <strong>per</strong> l’esecuzione<br />
e <strong>la</strong> lettura dei test.<br />
È da sottolineare che i test cardiovasco<strong>la</strong>ri sono soggetti a molti<br />
fattori confondenti, in partico<strong>la</strong>re l’adeguatezza <strong>del</strong>lo stimolo<br />
e l’età; sono quindi necessari valori di riferimento in rapporto<br />
teSt modalità di eSecuzione interpretazione <strong>del</strong> teSt<br />
ipotensione<br />
ortostatica<br />
deep<br />
breathing<br />
lying to<br />
standing<br />
manovra<br />
di Valsalva<br />
Con il paziente supino, si misura <strong>la</strong> pressione arteriosa<br />
al braccio sinistro fino a che si stabilizza. Si invita<br />
quindi il paziente ad alzarsi in piedi rapidamente (entro<br />
3 secondi) e si misura <strong>la</strong> pressione arteriosa ai tempi<br />
30-60-90-120 secondi<br />
Il paziente respira al ritmo di 6 atti respiratori al minuto,<br />
5 secondi <strong>per</strong> l’inspirazione e 5 secondi <strong>per</strong> l’espirazione,<br />
in posizione clinostatica. Si calco<strong>la</strong> <strong>la</strong> media <strong>del</strong>le<br />
differenze tra <strong>la</strong> massima frequenza in ispirazione e <strong>la</strong><br />
minima in espirazione; oppure, si calco<strong>la</strong> il rapporto tra<br />
<strong>la</strong> media dei più lunghi intervalli RR nel<strong>la</strong> espirazione e <strong>la</strong><br />
media dei più brevi intervalli RR durante l’inspirazione<br />
Dopo 5 minuti di riposo in posizione supina, il paziente<br />
si alza rapidamente in piedi. Si calco<strong>la</strong> il rapporto tra il<br />
più lungo intervallo RR intorno al 30° battito e il più corto<br />
intervallo RR intorno al 15° battito (30:15 ratio)<br />
Il paziente è invitato a soffiare a glottide chiusa in un<br />
manometro e a mantenere una pressione di 40 mmHg<br />
<strong>per</strong> 15 secondi, al termine dei quali ritorna a respirare<br />
normalmente. Si calco<strong>la</strong> il Valsalva ratio dal rapporto tra<br />
l’intervallo RR più lungo dopo l’espirazione e quello più<br />
breve durante l’espirazione<br />
Si ha ipotensione ortostatica se<br />
si rileva un calo <strong>del</strong><strong>la</strong> pressione<br />
sistolica di almeno 30 mmHg<br />
in due registrazioni successive;<br />
valori borderline 20-29 mmHg<br />
Normale � 15 battiti/minuto<br />
Borderline 11-15 battiti/minuto<br />
Patologico � 10 battiti/minuto<br />
Normale � 1,03<br />
Borderline 1,01-1,03<br />
Patologico � 1,0<br />
Normale � 1,2<br />
Borderline 1,11-1,2<br />
Patologico � 1,1