standard italiani per la cura del diabete mellito - Changing Diabetes ...
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PREVENzIONE E GESTIONE DELLE COMPLICANzE DEL DIABETE 93<br />
Pazienti con edema macu<strong>la</strong>re, grave RDNP o RDP<br />
richiedono un pronto consulto con un oculista<br />
es<strong>per</strong>to nel trattamento <strong>del</strong><strong>la</strong> retinopatia diabetica<br />
poiché <strong>la</strong> terapia <strong>la</strong>ser di questo stadio, in partico<strong>la</strong>re<br />
<strong>per</strong> pazienti con <strong>diabete</strong> <strong>mellito</strong> tipo 2 e grave<br />
RDNP, è associata a una riduzione <strong>del</strong> 90% di rischio<br />
di grave <strong>per</strong>dita di vista o necessità di intervento di<br />
vitrectomia. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova II, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> rac‑<br />
comandazione A)<br />
Nei pazienti con retinopatia diabetica associata a elevato<br />
rischio di <strong>per</strong>dita <strong>del</strong><strong>la</strong> vista può essere preso in<br />
considerazione anche un intervento farmacologico<br />
(anti-VEGF). (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova II, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> rac‑<br />
comandazione B)<br />
Pazienti con gravi alterazioni <strong>del</strong><strong>la</strong> vista dovrebbero<br />
essere indirizzati al<strong>la</strong> riabilitazione. (Livello <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
prova V, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomandazione B)<br />
Follow‑up<br />
La frequenza dei controlli deve essere:<br />
• ogni 2 anni, se <strong>la</strong> retinopatia diabetica non è<br />
presente;<br />
• annuale se è presente una retinopatia diabetica<br />
background lieve-moderata;<br />
• più precoce (3-6 mesi), se si sono manifestate<br />
nuove lesioni o se le lesioni sono peggiorate<br />
rispetto all’ultimo controllo; in presenza di essudati<br />
entro un diametro di disco dal<strong>la</strong> fovea; qualora il<br />
paziente sia ad alto rischio di progressione (rapido<br />
miglioramento <strong>del</strong> controllo glicemico, presenza di<br />
i<strong>per</strong>tensione arteriosa o complicanza renale).<br />
(Livello <strong>del</strong><strong>la</strong> prova VI, Forza <strong>del</strong><strong>la</strong> raccomanda‑<br />
zione B)<br />
◆◆COMMENTO La retinopatia diabetica è una complicanza vasco<strong>la</strong>re altamente<br />
specifica <strong>del</strong> <strong>diabete</strong> <strong>mellito</strong> tipo 1 e <strong>del</strong> <strong>diabete</strong> <strong>mellito</strong> tipo 2.<br />
La sua prevalenza è strettamente corre<strong>la</strong>ta al<strong>la</strong> durata <strong>del</strong> <strong>diabete</strong><br />
e, complessivamente, può considerarsi come <strong>la</strong> più frequente<br />
causa di nuovi casi di cecità tra gli adulti di età compresa tra<br />
20-74 anni (1-3). La prevalenza <strong>del</strong><strong>la</strong> RDP è pari al 23% nei<br />
pazienti con <strong>diabete</strong> <strong>mellito</strong> tipo 1, 14% nei pazienti con <strong>diabete</strong><br />
tipo 2 insulino-trattati e <strong>del</strong> 3% in pazienti con <strong>diabete</strong> <strong>mellito</strong><br />
tipo 2 non insulino-trattati (4), mentre l’edema macu<strong>la</strong>re si manifesta,<br />
rispettivamente, nell’11%, 15% e 4% dei gruppi su menzionati<br />
(5). Le più recenti casistiche su coorti di pazienti seguiti<br />
dai Servizi di Diabetologia <strong>italiani</strong> evidenziano una prevalenza di<br />
retinopatia <strong>del</strong> 42% e circa il 25% sono forme proliferanti o <strong>la</strong>sertrattate.<br />
La prevalenza di cecità è intorno allo 0,5%. L’incidenza<br />
di retinopatia nel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione diabetica italiana è pari a 5-7/100<br />
pazienti-anno, con tassi su<strong>per</strong>iori nel <strong>diabete</strong> tipo 1 e nel <strong>diabete</strong><br />
tipo 2 in trattamento insulinico. Secondo i dati rilevati dai registri<br />
<strong>del</strong>l’Unione Italiana Ciechi, <strong>la</strong> retinopatia diabetica si colloca<br />
in Italia come <strong>la</strong> prima causa di ipovisione o di cecità legale in età<br />
<strong>la</strong>vorativa. L’incidenza di cecità da <strong>diabete</strong> è di 2-3 casi/100.000<br />
abitanti/anno sotto i 70 anni, e di 6-12 casi/100.000 abitanti/<br />
anno sopra i 70 anni (6). È da segna<strong>la</strong>re come fra gli indicatori<br />
di processo previsti nel file dati <strong>del</strong>l’AMD non sia stato possibile<br />
finora includere l’esame <strong>del</strong> fundus oculi, <strong>per</strong> <strong>la</strong> mancanza di<br />
<strong>standard</strong>izzazione nel<strong>la</strong> registrazione <strong>del</strong> dato fra i diversi centri.<br />
Le evidenze scientifiche oggi disponibili hanno dimostrato<br />
che, mediante programmi di screening e trattamento <strong>del</strong><strong>la</strong> retinopatia<br />
diabetica, è possibile ridurre drasticamente <strong>la</strong> cecità da<br />
<strong>diabete</strong>. Nei paesi in cui tali programmi sono già stati applicati,<br />
è stata ottenuta una sostanziale riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> cecità da <strong>diabete</strong>,<br />
accompagnata da una importante riduzione <strong>del</strong> costo sociosanitario<br />
(7-10). In aggiunta al<strong>la</strong> glicemia (11-12), molti altri fattori<br />
sembrano aumentare il rischio di retinopatia diabetica. La<br />
presenza di nefropatia è associata al<strong>la</strong> retinopatia. L’i<strong>per</strong>tensione<br />
arteriosa è un ben definito fattore di rischio <strong>per</strong> lo sviluppo di<br />
edema macu<strong>la</strong>re ed è associata al<strong>la</strong> presenza di RDP (13-14), così<br />
come <strong>la</strong> dislipidemia rappresenta anch’essa un fattore di rischio<br />
indipendente di retinopatia diabetica (15). Molti studi casocontrollo<br />
e prospettici control<strong>la</strong>ti hanno segna<strong>la</strong>to come <strong>la</strong> gravidanza<br />
nel <strong>diabete</strong> tipo 1 possa aggravare <strong>la</strong> retinopatia. Durante<br />
<strong>la</strong> gravidanza e nel primo anno dopo il parto, <strong>la</strong> retinopatia può<br />
subire un transitorio peggioramento; <strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>ser<br />
può minimizzare questo rischio (16-17).<br />
Uno dei principali motivi <strong>del</strong><strong>la</strong> necessità di sottoporre<br />
i pazienti a screening <strong>per</strong> <strong>la</strong> retinopatia diabetica è l’ormai assodata<br />
efficacia <strong>del</strong><strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>ser nel<strong>la</strong> prevenzione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />
cecità. Due grandi studi sponsorizzati dai National Institutes of<br />
Health, il Diabetic Retinopathy Study (DRS) e l’Early Treatment<br />
Diabetic Retinopathy Study (ETDRS), dimostrano il rilevante<br />
beneficio terapeutico <strong>del</strong><strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione.<br />
Il DRS ha valutato se <strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione (panretinica) poteva<br />
ridurre il rischio di <strong>per</strong>dita <strong>del</strong><strong>la</strong> vista nel<strong>la</strong> RDP. Una <strong>per</strong>dita di<br />
vista di grado severo (cioè un’acuità uguale a 5/200 o meno) si<br />
poteva notare nel 15,9% degli occhi non trattati, contro il 6,4%<br />
di quelli trattati. Il beneficio era più ampio fra i pazienti le cui<br />
valutazioni basali rilevavano specifiche caratteristiche (principalmente<br />
neovasco<strong>la</strong>rizzazione a livello <strong>del</strong> disco o emorragie a<br />
livello <strong>del</strong> vitreo con neovasco<strong>la</strong>rizzazione retinica). Il 26% degli<br />
occhi con lesioni retiniche ad alto rischio appartenenti al gruppo<br />
di controllo progrediva verso una severa <strong>per</strong>dita <strong>del</strong> visus rispetto<br />
all’11% di quelli trattati. Dato il rischio di una modesta <strong>per</strong>dita<br />
<strong>del</strong>l’acuità visiva e di una contrazione <strong>del</strong> campo visivo derivante<br />
dal<strong>la</strong> chirurgia <strong>la</strong>ser panretinica, tale terapia è stata consigliata<br />
principalmente <strong>per</strong> gli occhi che si avvicinino o raggiungano le<br />
caratteristiche di alto rischio.<br />
Tuttavia, se viene eseguito un ac<strong>cura</strong>to follow-up, <strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione<br />
panretinica non è indicata nel<strong>la</strong> RDNP lieve e<br />
moderata. Quando, invece, <strong>la</strong> retinopatia è più grave, <strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione<br />
panretinica dovrebbe essere presa in considerazione<br />
e non ritardata se l’occhio ha raggiunto lo stadio ad alto rischio<br />
di proliferazione. Nei pazienti in cui <strong>la</strong> retinopatia insorge in età<br />
più avanzata e che hanno una RDNP severa o una RDP non ad<br />
alto rischio, il <strong>per</strong>icolo di una grave <strong>per</strong>dita <strong>del</strong> visus e di una<br />
vitrectomia si riduce di circa il 90% quando viene praticata una<br />
fotocoagu<strong>la</strong>zione <strong>la</strong>ser (18). L’ETDRS ha stabilito il beneficio<br />
<strong>del</strong><strong>la</strong> fotocoagu<strong>la</strong>zione focale <strong>la</strong>ser negli occhi con edema macu<strong>la</strong>re,<br />
in partico<strong>la</strong>re in quelli con edema macu<strong>la</strong>re clinicamente<br />
significativo. Dopo 2 anni il 20% degli occhi non trattati di questi<br />
pazienti aveva un raddoppio <strong>del</strong>l’angolo visivo (<strong>per</strong> esempio