Scarica il catalogo in PDF - Casa d'aste Farsettiarte
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872<br />
Giorgio Morandi<br />
Bologna 1890 - 1964<br />
Grande natura morta circolare con bottiglia e tre oggetti,<br />
1946<br />
Acquaforte, es. 3/65, cm. 25,8x32,5 (lastra), cm. 35x51,3<br />
(carta)<br />
Firma e data <strong>in</strong> lastra <strong>in</strong> basso a s<strong>in</strong>istra: Morandi 1946,<br />
a matita sul marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong> basso a destra firma: Morandi, <strong>in</strong><br />
basso a s<strong>in</strong>istra tiratura: 3/65.<br />
Primo stato su due, tiratura di 65 esemplari numerati<br />
di cui qualcuno su carta Giappone ed alcune prove di<br />
stampa.<br />
Bibliografia: Lamberto Vitali, L’opera grafica di Giorgio<br />
Morandi, Giulio E<strong>in</strong>audi Editore, Tor<strong>in</strong>o, 1964, n. 113;<br />
Michele Cordaro, Morandi <strong>in</strong>cisioni. Catalogo Generale,<br />
Edizioni Electa, M<strong>il</strong>ano, 1991, p. 131, n. 1946 1.<br />
Stima � 12.000 / 18.000<br />
quattro <strong>in</strong>cisioni di tale formato, tutte, <strong>in</strong> controparte,<br />
versioni di dip<strong>in</strong>ti su tela di formato rettangolare (L.<br />
Vitali, Morandi. Catalogo generale, 1983, nn. 380, 381,<br />
425, 515).<br />
Il pittore svolge <strong>il</strong> suo st<strong>il</strong>e di costruzione architettonica<br />
delle forme con un chiaroscuro a tratto reticolato<br />
fitto, come per restituire la fisicità delle piccole cose,<br />
quasi abbandonate dalla vita quotidiana sul tavol<strong>in</strong>o<br />
di lavoro del suo studio.<br />
Sembrerebbe l’<strong>in</strong>cisione di Morandi, come la sua pittura,<br />
frutto di una visione dimessa della vita, quella<br />
poesia “polverosa” delle cose che parte della critica gli<br />
addebitava a rimprovero, rispetto alla pittura epica,<br />
Giorgio Morandi, Natura morta, 1946<br />
di tema sociale, tutta rivolta prima a celebrare i fasti<br />
dell’epoca fascista, a cui non seppero sfuggire alcuni<br />
tra i più grandi artisti italiani tra le due guerre, come<br />
Sironi, Funi e Arturo Mart<strong>in</strong>i, poi, nel secondo dopoguerra,<br />
alle lotte sociali cantate dal neorealismo.<br />
Eppure questa poesia sott<strong>il</strong>e di Morandi, così liricamente<br />
impegnato a fissare nell’umor vitreo dell’occhio<br />
i soliti, antichi e poveri oggetti di vita quotidiana,<br />
o i paesaggi solitari della campagna appenn<strong>in</strong>ica, ci<br />
appare oggi come una poesia altamente civ<strong>il</strong>e, radicata<br />
<strong>in</strong> una cultura nativa che affonda, come Arcangeli<br />
ben capì, le sue orig<strong>in</strong>i f<strong>in</strong>o alla poesia di Giacomo<br />
Leopardi.<br />
Morandi, che chiedeva a Brandi di voler solo lavorare<br />
e rifiutava pudicamente di andare a ritirare un premio<br />
conferitogli, era consapevole di questa sua orig<strong>in</strong>e<br />
profonda, se <strong>in</strong> una <strong>in</strong>tervista <strong>in</strong>cisa alla radio <strong>il</strong><br />
25 apr<strong>il</strong>e del 1957 per La voce dell’America trovava<br />
la chiarezza di dichiarare: “Ricordava Gal<strong>il</strong>eo: <strong>il</strong> vero<br />
libro della f<strong>il</strong>osofia, <strong>il</strong> libro della natura, è scritto <strong>in</strong><br />
caratteri estranei al nostro alfabeto. Questi caratteri<br />
sono: triangoli, quadrati, cerchi, sfere, piramidi […]<br />
Il pensiero gal<strong>il</strong>eiano lo sento vivo entro la mia antica<br />
conv<strong>in</strong>zione che i sentimenti e le immag<strong>in</strong>i suscitate<br />
dal mondo visib<strong>il</strong>e, che è mondo formale, sono<br />
molto diffic<strong>il</strong>mente esprimib<strong>il</strong>i, o forse <strong>in</strong>esprimib<strong>il</strong>i<br />
con le parole. Sono <strong>in</strong>fatti sentimenti che non hanno<br />
alcun rapporto, o ne hanno uno molto <strong>in</strong>diretto con<br />
gli affetti e con gli <strong>in</strong>teressi quotidiani, <strong>in</strong> quanto sono<br />
determ<strong>in</strong>ati appunto dalle forme, dai colori, dallo spazio,<br />
dalla luce”.