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Scarica il catalogo in PDF - Casa d'aste Farsettiarte

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L’assidua ricerca di un’espressione autentica della<br />

carica poetica che ha caratterizzato l’<strong>in</strong>tero percorso<br />

artistico di Giorgio de Chirico ha fatto dell’artista italiano<br />

uno dei protagonisti dell’arte europea del ventesimo<br />

secolo. La sua pittura, talvolta suo malgrado,<br />

ha generato alcuni dei movimenti europei pr<strong>in</strong>cipali<br />

del secolo scorso, come <strong>il</strong> surrealismo, fornendo un<br />

repertorio di analisi all’<strong>in</strong>terno del quale <strong>il</strong> mistero del<br />

mondo antico è <strong>in</strong>terpretato <strong>in</strong> una dimensione nuova,<br />

partecipe del mondo moderno. In questa chiave,<br />

<strong>il</strong> dip<strong>in</strong>to <strong>in</strong>titolato Ettore e Andromaca rappresenta<br />

nel contempo la memoria antica degli eroi omerici, <strong>il</strong><br />

mistero della conoscenza a cui sembrano alludere <strong>il</strong><br />

numero di squadre che accompagnano i manich<strong>in</strong>i e<br />

lo straniamento nel quale l’uomo si trova a vivere nel<br />

mondo moderno. Ideale trasposizione di una vicenda<br />

biografica cosmopolita che da Volos, nella Tessaglia<br />

greca dove nasce, lo porta a Monaco dove si forma<br />

come artista, poi Parigi e l’Italia, e New York, conservando<br />

<strong>il</strong> bagaglio visivo, emotivo e letterario del<br />

Giorgio de Chirico, Il tormento del f<strong>il</strong>osofo, 1926<br />

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Max Ernst, Deux soeurs (Due sorelle), 1926<br />

mondo antico come fosse una m<strong>in</strong>iera di perpetuo<br />

r<strong>in</strong>novamento a cui Giorgio de Chirico ricorre cont<strong>in</strong>uamente<br />

nel corso dell’elaborazione artistica, Ettore<br />

e Andromaca condensa i motivi fondamentali di questo<br />

lungo percorso.<br />

L’episodio narrato nel sesto canto dell’Iliade di Omero,<br />

nel quale Ettore, dest<strong>in</strong>ato dal fato a morte sicura<br />

per mano di Ach<strong>il</strong>le, si congeda dalla sposa Andromaca<br />

disperata e conscia dell’<strong>in</strong>eluttab<strong>il</strong>e, è traslato<br />

nell’immag<strong>in</strong>e dei due manich<strong>in</strong>i, uno dei motivi centrali<br />

del repertorio iconografico dell’artista almeno a<br />

partire dal 1915, quando dip<strong>in</strong>ge Le Duo, <strong>il</strong> dip<strong>in</strong>to<br />

della collezione del Museum of Modern Art di New<br />

York che appartenne al poeta surrealista Paul Éluard,<br />

<strong>in</strong>terpretato da Paolo Baldacci come un omaggio<br />

dell’artista al contributo apportato alla nascita dell’arte<br />

metafisica da suo fratello Alberto Sav<strong>in</strong>io.<br />

I manich<strong>in</strong>i di questo dip<strong>in</strong>to <strong>in</strong>titolato Ettore e Andromaca,<br />

accostati specularmente l’uno all’altro, ap-

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