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863<br />

Jean Fautrier<br />

Parigi 1898 - Châtenay-Malabry 1964<br />

Composizione, 1962<br />

Olio su carta applicata su tela, cm. 54x81<br />

Firmato e datato <strong>in</strong> basso a destra: Fautrier [62]. Al verso<br />

sul telaio: timbro Galleria Apoll<strong>in</strong>aire, M<strong>il</strong>ano.<br />

Storia: Galleria Apoll<strong>in</strong>aire, M<strong>il</strong>ano; Collezione privata<br />

Certificato su foto Dante Vecchiato Galleria d’Arte, Padova.<br />

Esposizioni: Jean Fautrier, M<strong>il</strong>ano, Falchi Galleria Arte<br />

Moderna, febbraio - marzo 1976, cat. n. 14, <strong>il</strong>lustrato a<br />

colori.<br />

L’opera sarà <strong>in</strong>serita nel Catalogo Ragionato di Jean Fautrier,<br />

a cura di Madame Marie - Josè Lefort, Galerie Jeanne<br />

Castel, Parigi.<br />

Stima � 240.000 / 350.000<br />

“La realtà deve essere presente nell’opera, ne è la materia<br />

prima […] Nessun tipo di arte può dare un’emozione<br />

se non vi si mischi una parte di realtà. Così sott<strong>il</strong>e<br />

e impalpab<strong>il</strong>e che sia tale <strong>il</strong>lusione, è tuttavia come<br />

la chiave dell’opera. La rende leggib<strong>il</strong>e; ne <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>a <strong>il</strong><br />

significato, schiude la sua realtà profonda, essenziale,<br />

alla sensib<strong>il</strong>ità che è la vera <strong>in</strong>telligenza. Non si fa altro<br />

che re<strong>in</strong>ventare ciò che è, restituire <strong>in</strong> sfumature emotive<br />

la realtà che è <strong>in</strong>sita nella materia, nella forma,<br />

nel colore; risultati dell’effimero risolti <strong>in</strong> ciò che non<br />

muta più” con queste parole Jean Fautrier nel 1957<br />

Jean Fautrier nel suo studio<br />

evidenzia l’<strong>in</strong>dissolub<strong>il</strong>e legame tra le ispirazioni che<br />

la realtà offre e la volontà di modificare <strong>il</strong> tangib<strong>il</strong>e<br />

secondo la propria <strong>in</strong>tima <strong>in</strong>terpretazione (<strong>in</strong> L’<strong>in</strong>formale<br />

storia e poetica, 1971, p. 259).<br />

Fautrier, importante esponente dell’arte <strong>in</strong>formale<br />

francese, sv<strong>il</strong>uppa nel corso dei decenni una pittura<br />

che, come Dubuffet, affronta <strong>il</strong> tema della materia,<br />

attraverso la quale riesce a comunicare <strong>il</strong> suo essere<br />

più profondo. Le ispirazioni visive ed emotive provenienti<br />

dal mondo che lo circonda vengono impresse<br />

dall’artista sulla materia pittorica che, manipolata<br />

ed arricchita di polveri colorate, viene distribuita sul<br />

supporto attraverso movimenti <strong>in</strong>tensi, divenendo la<br />

testimonianza di attimi fugaci <strong>in</strong> cui sulla superficie<br />

irregolare vengono impresse le sensazioni ed i conflitti<br />

dell’anima.<br />

Negli anni Quaranta, <strong>in</strong> cui realizza l’importante serie<br />

degli Ostaggi, esprimendo la tragicità della guerra<br />

ed <strong>il</strong> proprio disappunto verso la completa negazione<br />

della libertà dell’uomo, la pittura si avvia con evidenza<br />

verso una soluzione sempre più gestuale ed “<strong>in</strong>formale”,<br />

che si farà maggiormente astratta negli anni C<strong>in</strong>quanta<br />

e nei primi anni Sessanta, mutando anche le<br />

t<strong>in</strong>te, che da scure ed <strong>in</strong>tense diventano più chiare e si<br />

arricchiscono di colori puri e leggeri.<br />

Negli ultimi anni della sua carriera, <strong>in</strong> cui dip<strong>in</strong>ge anche<br />

la suggestiva opera <strong>in</strong> <strong>catalogo</strong>, Fautrier realizza,<br />

oltre alla serie di grandi gouaches ed oli raffiguranti<br />

Nudi, la serie dei Paesaggi, che di figurativo non<br />

hanno più alcun dettaglio, ma prendono comunque<br />

spunto dalla realtà. Le opere dell’ultimo periodo della<br />

produzione di Fautrier, come Composizione, 1962,<br />

diventano pura gestualità e la materia, lavorata con<br />

co<strong>in</strong>volgimento emotivo, stesa con la spatola su più<br />

strati, si schiarisce, divenendo la superficie ideale per<br />

far risaltare i colori con tonalità <strong>in</strong>tense dal verde al<br />

blu, al nero, oppure più chiare come <strong>il</strong> giallo, <strong>il</strong> violetto<br />

o i colori pastello che si alternano sulla tela e acquistano<br />

una nuova vitalità.<br />

Nel 1961 Fautrier viene premiaro alla Biennale di Venezia<br />

e l’anno successivo al Gran Premio Internazionale<br />

di Tokyo, riconoscimenti che lo consacrano come<br />

uno dei maggiori esponenti dell’arte <strong>in</strong>formale, grazie<br />

ad una pittura <strong>in</strong> cui materia, colore, forma e anima si<br />

uniscono <strong>in</strong>dissolub<strong>il</strong>mente.

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