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Ardengo Soffici<br />

Le fornaci del Poggio a Caiano, 1908<br />

Racconta di un periodo e di un luogo capitali nella<br />

storia di Ardengo Soffici questo dip<strong>in</strong>to a olio di crepitante<br />

stesura cromatica. Le fornaci del Poggio a Caiano<br />

era <strong>il</strong> posto del paese <strong>in</strong> cui sorgeva, e ancora esiste,<br />

casa Soffici, allora proprietà della madre dell’artista e<br />

delle sorelle Turch<strong>in</strong>i. Sarà la residenza della vita, qui<br />

porterà la moglie Maria, qui cresceranno i figli.<br />

Cercheremmo <strong>in</strong>vano oramai lo scorcio di casolari e<br />

campi che nel quadro sono motivo dell’architettura<br />

rurale e quasi <strong>il</strong> compendiarsi delle diverse anime creative<br />

dell’autore: alberi, coltivi, natura qu<strong>in</strong>di fusa con<br />

le coloniche, le necessità dell’uomo che si esprimono<br />

con decoro di l<strong>in</strong>ee e sobrietà di forme.<br />

È vero, Soffici rispettava la realtà, ma <strong>in</strong> essa <strong>in</strong>fondeva<br />

quanto di esperienza creativa e lirica poteva<br />

rendere sensib<strong>il</strong>e attraverso le immag<strong>in</strong>i, e la realtà<br />

era medium per <strong>il</strong> colloquio ideale con quella sfera<br />

di umanità che a lui dava conforto per proseguire nel<br />

lavoro d’arte.<br />

Mentre aveva sul cavalletto questo quadro o opere Soffici a destra, e Pap<strong>in</strong>i, attorno al 1908<br />

come questa – del medesimo anno, 1908, La strada,<br />

Museo di Arte Contemporanea, San Paolo del Bras<strong>il</strong>e;<br />

La raccolta delle olive, eredi Soffici – così scriveva<br />

da Poggio a Caiano, 29 settembre 1908, a Giovanni<br />

Pap<strong>in</strong>i, fratello spirituale: «Dunque perché mi accusi<br />

di scetticismo? Io scettico? No, carissimo Giovanni,<br />

<strong>il</strong> mio entusiasmo non è né falso né provvisorio; ma<br />

è la sola mia forza e anche nell’abbattimento e nel disgusto<br />

credo. Credo allo Spirito, all’anima, all’Ideale,<br />

alla vita, all’Universo lum<strong>in</strong>oso, armonico, vivente,<br />

all’amore miracoloso e all’arte m<strong>in</strong>istra dello Spirito».<br />

E ancora, nella stessa lettera, spiegando che non può<br />

dedicarsi a lunghi lavori letterari poiché lo impegna la<br />

pittura: «essendo un’arte impossib<strong>il</strong>e ad apprendersi<br />

senza un grande esercizio – tecnico – e uno studio<br />

materiale del vero, mi convien profittare di tutto: della<br />

forza della gioventù, della salute, del bel tempo, del<br />

soggiorno <strong>in</strong> campagna e pers<strong>in</strong>o delle giornate lunghe.<br />

Non ho mai sentito come ora la verità dell’adagio:<br />

ars longa vita brevis».<br />

Ci si addentra <strong>in</strong> tal modo negli umori, nelle attitud<strong>in</strong>i<br />

mentali e nella vocazione del Soffici pittore che<br />

dice all’amico <strong>in</strong> un’altra missiva da Poggio, 5-6 ottobre<br />

1908, quale sia la forza di emanazione, <strong>il</strong> punto di<br />

irradiamento delle sue conv<strong>in</strong>zioni: «Tutti <strong>in</strong> questo Ardengo Soffici, La strada, 1908

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