Scarica il catalogo in PDF - Casa d'aste Farsettiarte
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864<br />
Giorgio Morandi<br />
Bologna 1890 - 1964<br />
Natura morta con compostiera, bottiglia lunga e bottiglia<br />
scannellata, 1928<br />
Acquaforte su carta India, es. 36/50, cm. 23,4x18,6 (lastra),<br />
cm. 41,3x32 (carta)<br />
Data e firma <strong>in</strong> lastra <strong>in</strong> basso al centro: 1917 Morandi,<br />
a matita sul marg<strong>in</strong>e <strong>in</strong> basso a destra firma e data: Morandi<br />
1928, <strong>in</strong> basso a s<strong>in</strong>istra tiratura: 36/50. Al verso<br />
sulla carta: timbro Galleria del M<strong>il</strong>ione, M<strong>il</strong>ano, con n.<br />
7388/12.<br />
Primo stato su due, tiratura di 50 esemplari numerati,<br />
<strong>in</strong> parte su carta India <strong>in</strong>collata. Dal quadro del 1916 (e<br />
non del 1917, come <strong>in</strong>dicato per errore nella lastra).<br />
Bibliografia: Lamberto Vitali, L’opera grafica di Giorgio<br />
Morandi, Giulio E<strong>in</strong>audi Editore, Tor<strong>in</strong>o, 1964, n. 50;<br />
Michele Cordaro, Morandi <strong>in</strong>cisioni. Catalogo Generale,<br />
Edizioni Electa, M<strong>il</strong>ano, 1991, n. 1928 10.<br />
Stima � 20.000 / 30.000<br />
Scriveva Lamberto Vitali nel suo fondamentale saggio<br />
sull’opera grafica di Giorgio Morandi: “Il 1927 segna<br />
<strong>il</strong> vero <strong>in</strong>izio della grande stagione di Morandi acquafortista:<br />
grande non soltanto perché per un settennio<br />
egli <strong>in</strong>cide <strong>in</strong> media oltre dieci lastre all’anno (qu<strong>in</strong>dici<br />
addirittura nel 1929) […] ma soprattutto perché,<br />
libero ormai da qualsiasi preoccupazione d’ord<strong>in</strong>e<br />
strettamente tecnico, anzi <strong>in</strong> possesso di un l<strong>in</strong>guaggio<br />
quanto mai articolato, egli arriva a tradurre sulla<br />
Giorgio Morandi, Natura morta, 1916<br />
lastra tutte le conquiste toccate nel campo pittorico”<br />
(L. Vitali, L’opera grafica di Giorgio Morandi, E<strong>in</strong>audi,<br />
Tor<strong>in</strong>o, 1964, p. 15).<br />
Natura morta con compostiera, bottiglia lunga e bottiglia<br />
scannellata trasferisce nell’acquaforte una delle<br />
pitture più alte dell’artista del decennio 1920-30.<br />
Lasciato alle spalle <strong>il</strong> periodo cosiddetto metafisico,<br />
Morandi si è avvic<strong>in</strong>ato al gruppo di scrittori e artisti<br />
che si raccolgono <strong>in</strong>torno a “Il Selvaggio” di M<strong>in</strong>o<br />
Maccari, che aveva <strong>in</strong>iziato le sue pubblicazioni nel<br />
1924, partecipando con alcuni di questi alla Seconda<br />
Esposizione Internazionale dell’Incisione Moderna,<br />
tenutasi a Firenze nel 1927. Le sue opere vengono<br />
pubblicate sulla rivista toscana, voce di quello “Strapaese”<br />
che Maccari contrapponeva orgogliosamente<br />
alla cultura dei “benpensanti” più tradizionale e accademica,<br />
e ancora voce della riscoperta delle radici<br />
genu<strong>in</strong>e di una tradizione che Maccari, con Ardengo<br />
Soffici, rivendica al popolo semplice e puro, non corrotto<br />
dagli aspetti <strong>in</strong>dustriali e burocratici delle grandi<br />
metropoli. L’8 giugno 1928 Maccari dedica a Morandi<br />
una lunga recensione su “Il Resto del Carl<strong>in</strong>o”, <strong>in</strong> cui<br />
scrive tra l’altro che “l’arte di Morandi è arte italianissima,<br />
che ha radici profonde nella tradizione nostrana”.<br />
Il 31 dicembre 1928 esce un articolo di Leo<br />
Longanesi su “L’Italiano”, che def<strong>in</strong>isce Morandi “<strong>il</strong><br />
più bell’esemplare di Strapaese”.<br />
Sempre su “L’Italiano”, n. 10, marzo 1932, apparirà<br />
un testo critico su Morandi di Ardengo Soffici. Nel<br />
1928 Morandi espone quattro acqueforti, e la sua grafica<br />
così essenziale e nello stesso tempo ricca di suggestioni<br />
s’impone al pari della sua pittura. Nel 1929 partecipa<br />
alla Seconda Mostra del Novecento Italiano, e<br />
viene per la prima volta <strong>in</strong>vitato al Premio Carnegie<br />
di Pittsburgh, al quale cont<strong>in</strong>uerà ad esporre nel 1933<br />
e nel 1938. Nel 1930, alla Mostra dell’Incisione Moderna,<br />
presso la Bibliothèque Nationale di Parigi, si<br />
qualifica già come <strong>il</strong> più orig<strong>in</strong>ale <strong>in</strong>cisore italiano del<br />
secolo. Eppure Morandi è <strong>in</strong>cisore sobrio, così pulito<br />
da sembrare quasi eccessivamente scarno rispetto<br />
agli altri pittori che si dedicavano alla grafica d’arte: lo<br />
precede <strong>in</strong> questa sua assoluta essenzialità solo <strong>il</strong> Giovanni<br />
Fattori delle acqueforti, che preludono a gran<br />
parte del Novecento, e lo segue solo Luigi Bartol<strong>in</strong>i,<br />
con le sue prove di rigorosa “scrittura” grafica.<br />
Natura morta con compostiera, bottiglia lunga e bottiglia<br />
scannellata, come tutte le <strong>in</strong>cisioni di Morandi<br />
derivate nella composizione da dip<strong>in</strong>ti, non è dunque<br />
una semplice trascrizione grafica del quadro, ma una<br />
sua versione orig<strong>in</strong>ale e autonoma <strong>in</strong> quella l<strong>in</strong>gua<br />
pura e liricissima del bianco e nero.