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Caritate

n. 4 - ottobre/dicembre 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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Istruzioni: «… diamo retta alle cure, aifischi amorosi di tal disinteressatoPastore e contentiamo quel Cuoresì amante… col vedere come lui vede,col soffrire com’Egli soffre, col camminarecom’Egli cammina e dovecammina, con l’essere alla fine a luiunite in questo viaggio, per pascolarepoi nel suo Cuore eternamentepascoli d’amore» (I 21,5).Sani e ubertosi sono i pascoli acui Elisabetta conduce le figlie: unafede soda, semplice e umile (cfr. I4,3), un amore «che non cerca riposi»(E 2), che «non ha altra libertàche la schiavitù» (E 189); una seteviva e una gratitudine somma perGesù Sacramentato che «vuole innestarsinel cuor nostro pel mezzodella santissima comunione» (I 5,4);una passione ardente per il CristoUmanato e Crocifisso, Dio che «sidimostra grande con l’umiliarsi» (E181; E 305).Infine, Elisabetta sa quanto puòin un cuore giovane l’attrattiva perl’ideale: come madre addita alle figlietutta la grandezza di un idealeluminoso e bello: «Figlie mie, alta èla vostra origine, perché veniamo daDio, ed alto è pure il nostro fine perchéa Dio andiamo. Cuori reali sianoi nostri… siete poste nelle mie maniper educarvi alla reale» (I 9,4.5). Alcune suore sostano in filiale venerazionedavanti al Diario di madre Elisabetta,esposto nell’oratorio dell’Immacolata inCasa Madre, in occasione del 150°. Elisabetta Vendramini: ritratto a più colori «Sfogherò il mio amorenel servire i bisognosi»Nelle pagine del Diario Elisabetta rivela quanto il suo amoregrande per il Signore Gesù abbia bisogno di esprimersinel servizio ai più poveri: una circolarità intensache ha segnato tutta la sua vita.di Liviana Fornasier stfeElisabetta Vendramini annotanel Diario uno dei suoi colloquiinteriori con il Signore con parolecariche di significato in tema direlazione: «ti miro […] ti amo, tistringo in umanità per sommo mioamore presa!» (D 1656).L’espressione rivolta a Dio mettein luce un profondo legame non vissutoa livello intimisticoe risolvibile nelrapporto tra creaturae Creatore. Il verbostringere è pregnantenel suo significato eva oltre lo stare vicino,il toccare, l’abbracciare,l’aiutarela persona; sembraassumere la connotazionedel porsirealmente nella situazione del fratelloescluso facendosi carico della sua realtàincondizionatamente e senza alcunariserva con un atteggiamento di determinazionee coraggio.Elisabetta desidera “stringere Dionell’umanità” raggiungerlo, incontrarlo,amarlo nella condizione umanadelle sue prime compagne, delleragazze abbandonate e delle personepiù povere e bisognose avvicinandosoprattutto quelle maggiormenteabbruttite dal male e dal peccato.È un compito immane che si senteaffidare direttamente da Dio «...così tu, mi si disse, procura di levaredal fango le anime dei prossimi consante industrie» (D 2915).In un’altra immagine descrittanel Diario, Elisabetta si vede immersa,dalla cinta in giù, in un marefangoso circondata da persone, didiverse nazionalità, interamente copertedalla melma; lei con le bracciapuò prendere per mano ogni persona,portarla in superficie e aiutarlaa salvarsi. Trovata in Dio la spintae l’energia per amare è in grado dioffrire un aiuto concreto alla personabisognosa e quando ciò le risultaimpossibile a livello umano intervienecon la forzadella preghiera diintercessione capacedi raggiungere ogniuomo oltre lo spazioe il tempo.Per sentirsi unadonna pienamenterealizzata non puòche far circolarel’amore ricevuto definitocome «struggentee vivificante» (D 1379) ed èconsapevole di dover dare sfogo all’amore:«Io mi sento per Gesù sìamante ch’io sfogherò il mio amore,nel servire tollerare e aiutare anorma dei bisogni il caro prossimomio» (D 1774).Ama i poveri, gli esclusi della societàperché essi la costringono, inmodo particolare, a fare contattocon la sua umanità ferita e bisognosadi misericordia; la costringonoa rompere il circolo dell’egoismo, atrovare il vero senso del vivere cheassume il significato di vivere per glialtri. Nel sacrificio di se stessa perl’altro Elisabetta trova la sua realizzazione:si sente pienamente donnae madre, consegnata all’amore incondizionato.VII150° anniversarioin<strong>Caritate</strong>C H R I S T I

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