19.08.2015 Views

Caritate

n. 4 - ottobre/dicembre 2010 - Suore Francescane Elisabettine

n. 4 - ottobre/dicembre 2010 - Suore Francescane Elisabettine

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Le celebrazioni dei 150 anni: racconti e testimonianze scambiare l’un l’altra un welcome! 3che vada ben oltre l’euforia di chi siri-incontra dopo mesi di separazione,un saluto di riconciliazione e dipace affinché tutte possiamo “sentircia casa” con tutte.Le nostre voci diventano “una”,grazie ad un canto che racconta diDio che invita tutti a parteciparealla sua gioia, mentre entriamo nellasala preparata a festa dove ElisabettaVendramini, nel ritratto postoal centro, è la padrona di casa chesembra esprimere a ciascuna il suocaloroso welcome.Qui ogni comunità, in modo diverso,rende partecipi le altre sorelledel lavoro di riflessione sul carisma,ispirato al tema “alzarsi da tavola peroffrire un servizio regale”, che ha impegnatotutte negli ultimi due mesi.La comunità di Karen è chiamataad aprire il momento di condivisionee lo fa attraverso la lettura dibrani tratti dagli scritti della Fondatriceattinenti il servizio apostolico;le pause tra un brano e l’altro, lamusica che li accompagna rendonoil momento solenne e profondo.Segue la comunità di Naro Moruche attraverso una breve rappresentazioneteatrale punta sulle nuovesfide incontrate in questo tempo peressere vicine alle persone disabili.La rappresentazione della comunitàdi Kahawa narra di un dialogoideale con madre Elisabetta attraversole domande di una giovane suoraIl momento del Wellecome nel giardinodi Kahawa.e delle sue sorelle su come potervivere il carisma oggi e rispondereal dramma della prostituzione dellebambine e dell’alcoldipendenza chedistrugge i legami familiari.La comunità di Nthagaiya ha rappresentatola difficoltà di bilanciarevita fraterna, apostolato e preghierain una società in evoluzione cheesige dalla vita religiosa qualità dipresenza e chiarezza di identità.La conclusione è lasciata alla comunitàdi Mugunda che ci fa entrarenel dramma dell’aids grazie ad unarticolato lavoro in power point; nuovesfide si pongono davanti a noi: trale tante quelle di bimbi nati sieropositivi,ora adolescenti che si ribellanoad un destino che altri hanno “disegnato”per loro.Arricchite da quanto visto e sentito,frutto di impegno e cooperazioneall’interno delle singole comunità,nonché divertite dalla scoperta di attricinascoste... quanto improvvisate,condividiamo la cena preparata conil contributo di tutte e ricordandoun proverbio kikuyu: «La famigliache mangia insieme, cresce insieme»,continuiamo, non solo spiritualmente,il nostro fare corpo.L’incontro giunge al suo culminenella veglia della notte.In sala è buio, ci avvolge un silenziodenso di sentimenti, pensierie domande; l’unica luce provienedalla candela grande posta vicino alritratto della Madre. Grazie alla suafamiliarità con Dio, il carisma ora è“raggiungibile” da ciascuna: siamoquindi invitate ad accendere la nostracandela all’unica fonte primadi uscire in una solenne processioneche ci conduce alla cappella del noviziato.La musica che ci accoglie, le immaginiin power point che accompagnanola narrazione della sua vitaevocano in alcune luoghi familiari,mentre altre si sentono quasi preseper mano e accompagnate a visitarei luoghi della nascita, della vita, dellafondazione dell’Istituto e infine dellamorte di Elisabetta Vendramini.In un secondo momento, nellosfondo di altre immagini molto belle,Elisabetta stessa sembrava parlarcicon le sue Istruzioni, le Lettere ebrani dal suo Diario, esortandoci aduna compassione sempre rinnovataperché «Figlie… alta è la nostra origine,perché veniamo da Dio ed altoè pure il nostro fine perché a Dio andiamo.Cuori reali siano i nostri...»(I 9,4).A Dio lei è già ritornata, precedendociin un cammino che hala croce come sicuro indicatore dipercorso. Nella celebrazione del suotransito al Padre, che chiude la nostralunga giornata, emerge con chiarezzache non ci sono vie “altre”: la croce èstata la fonte della sua salvezza cosìcome lo è per ciascuna di noi.Ci si lascia nel silenzio, perché difronte al mistero della morte non cisono parole che possano “dire” nésguardi che possano “spiare”.Il giorno successivo è un giornonuovo, pieno di luce, dove tutto fremeper la celebrazione festosa perl’arrivo di una nuova figlia: JulianaNjeri diventa sorella elisabettina.La vita continua, finché il Signorevorrà. La compassione di Dio sianarrata ovunque: è così che madreElisabetta sarà viva per sempre!suor Agnes Karimi Gatitu,suor Anastasia Gathoni Maina,suor Teresa Wanjiru Kimondo1Tema della Assemblea quadriennale delKenya celebrata dal 21 al 29 agosto a Nairobi.2Presenti per l’occasione anche sr JudithMukoiti e sr Catherine Wambui, in Uganda peril corso triennale in infermieristica.3Benvenuta!in<strong>Caritate</strong>C H R I S T IXVIII150° anniversario

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!