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Caritate

n. 4 - ottobre/dicembre 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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siglio, l’invio di tre religiose a Muzzana,per l’assistenza a un gruppo dicentoventi operaie maglieriste, dietrorichiesta del comm. Regona, direttoredel maglificio “S. Vitale”. Chiedequindi l’autorizzazione per costituireuna nuova comunità, autorizzazioneconcessa dall’Arcivescovo il 30 ottobre1969.Il servizio avrebbe dovuto esseredi presenza e sostegno morale accantodelle operaie, senza responsabilitàproduttive o altre cariche. La datadi inizio dell’opera è fissata per il 15ottobre 1969.La convenzione stipulata fra le dueparti prevede la presenza di tre suore alMaglificio “S. Vitale” per l’assistenzaalle operaie durante le ore di lavoro,dalle ore 8 alle 12 e dalle 14 alle 18,con possibilità di organizzare, al difuori dell’orario lavorativo, un pianodi formazione per le medesime.Nel giorno fissato, accompagnatedalla superiora generale suor BernardettaGuglielmo, entrarono allafabbrica suor Mariarosa Gallo e suorFranca Montin, alle quali si unì piùtardi suor Priscilla Cappuzzoni.Due giorni dopo il loro arrivo,l’Arcivescovo di Udine, un po’ perplessosul fatto che due religiose fosseroentrate a lavorare in una fabbricadi una zona piuttosto laica, mandò afar loro visita p. Ermenegildo Bosco,delegato per le religiose. Egli, incoraggiandole,invitò il parroco del paese,don Giovanni Martinis, a sostenerlespiritualmente.Volentieri don Giovanni aderì allarichiesta poiché aveva avuto modo diconoscere a Latisana le suore elisabettinee di averne apprezzato lo spirito. Ritenevala missione loro affidata una veraprovvidenza, una grazia grande perle ragazze magliaie e per le loro famigliee quindi anche per la parrocchia.A motivo dell’orario lavorativo,però, le suore potevano parteciparealla celebrazione eucaristica soltantola domenica.Fu davvero faticoso per le sorelleimpegnarsi come animatrici, dove erachiesto anche alle ragazze più giovaniuna produzione secondo aspettativediverse. Nel salone (nella foto accanto)lavoravano centocinquanta ragazze,delle quali una trentina d’età inferioreai diciotto anni, quindi apprendisteda guidare e seguire. Suor Mariarosaseguiva il reparto confezioni, suorFranca il reparto macchine. Il lavoroera così impegnativo da non concedereil tempo necessario alle esigenzepersonali.A un anno di distanza, nell’ottobre1970, suor Mariarosa Gallo scrivevaalla Superiora generale, tra l’altro:«… Sempre meno riesco a dar vitaa qualche iniziativa formativa per legiovani. Il lavoro è sempre più impegnativo,quindi le nostre energievengono assorbite al completo... Lenostre ragazze abitano molto lontano ele poche del paese vivono quasi tutte incampagna. Dopo il lavoro sono prontii pullman per riportarle alle loro case.Quindi i contatti con le operaie li abbiamosoltanto durante il lavoro. Confortala certezza che il Signore conosceil desiderio di testimoniarlo a tantegiovani che vivono incoscienti nellamiseria morale più spaventosa…».A conclusione del quarto anno dipresenza, il 3 settembre 1973, a nomedell’arcivescovo monsignor AlfredoBattisti, il parroco don Giovanni Martinis,scrive alla Superiora generale aproposito della “S. Vitale”:«Le scrive il parroco di Muzzanaper rinnovarle un grazie riconoscenteper l’opera squisitamente cristiana chele sue due consorelle, pur fra tantedifficoltà, stanno svolgendo presso ilmaglificio… L’arcivescovo di Udine,mons. Alfredo Battisti 2 , che ben conoscela benemerita Congregazione,ha voluto essere bene informato sull’attivitàtanto coraggiosa delle nostresuore operaie. Egli ha notato che illavoro così continuo ed impegnativorichiederebbe altre presenze per crearepossibilità di turni di lavoro e di servizioe per un più frequente e proficuocontatto con le giovani operaie anchefuori fabbrica. Tale suggerimento èpienamente condiviso da me, avendopiù volte notato che la stanchezza ècausa di trascuratezza nel procuraisi ilcibo necessario».Verso la conclusioneI mesi dell’inverno 1973-74 furonodedicati ad un serio discernimento daparte del Consiglio generale: esso stavamaturando una decisione relativaalla continuità o meno della presenzaelisabettina al maglificio “S. Vitale”di Muzzana. Ed il 30 gennaio 1974 laSuperiora generale comunicò all’arcivescovomonsignor Battisti la loro decisionedefinitiva: «Abbiamo ritenutoopportuno ritirare le suore dall’Opera,dato che le difficoltà createsi da tempovanno peggiorando. Ci riserviamo distudiare il modo di continuare l’esperienzacosì valida, in altro luogo e conaltre modalità».L’Arcivescovo, prendendo attodella decisione, augura che l’esperienzapossa davvero continuare diversamente.Suor Mariarosa e suor Franca, pursoddisfatte della decisione presa, lascianocon tanto rammarico le ragazze operaiesperando che la presenza in mezzoa loro rimanga un seme di bene.Il 14 febbraio 1974 rientrano inCasa Madre, convinte che l’inserimentonella pastorale del lavoro, in queglianni, poteva essere una buona opportunitàdi essere con la gente.Si può dire che la carenza di chiarezza,la scarsa attenzione alle persone,sia laiche che religiose, non hanno permessodi maturare un'esperienza ritenutasignificativa.1Arcivescovo di Udine dal 1956 al 1972.2Arcivescovo di Udine dal 1973 al 2000.memoria e gratitudineottobre/dicembre 2010 47

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