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Caritate

n. 4 - ottobre/dicembre 2010 - Suore Francescane Elisabettine

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vita elisabettinare partecipi di emozioni ed esperienzevissute insieme, nella speranza chetutto concorra al bene e che tale benericevuto come dono e impegno portii suoi frutti di sorriso, allegria, partecipazioneper i nostri cari bambinipalestinesi!Ogni inizio è difficile. Ora nonabbiamo l’imbarazzo di fare il clown,ma per la nostra società è molto stranovederci vestiti da clown e fare degli spettacoli(Maha).Per la mia età (47 anni) questo corsoè stato molto importante perché ho trovatoil bambino dentro di me che forsenon avevo mai conosciuto! (Awatef).È stata una settimana molto intensae ho vissuto momenti gioiosi… Hoammirato queste donne, mamme, chelasciano mariti e figli per dedicarsi aquesta attività (suor Jackeline).Mi sono commosso nel vedere lavoglia di emergere del gruppo e latenacia di esporsi e come ci può essereun arricchimento personale. Ringraziociascuno per il dono unico di ognuno(Alessandro, Banda del sorriso).Vedervi per la prima volta in azionein ospedale e fuori nelle diverse struttureè stata una grande emozione: insieme sipuò aprire una piccola breccia nel muro!(Sara, Banda del sorriso).Il cammino è molto lungo e spetta anoi decidere cosa fare. Posso però direche tutto il gruppo ha fatto un percorso,ha aperto delle porte. Sta a ciascunodecidere cosa fare con quanto scoperto!(Laura, docente romana).Non è la strada di chi parte perarrivare, ma è la strada di chi arrivaper partire!Ci auguriamo di non stancarci dicamminare, di avvicinarci il più possibilea quello che ci fa naturalmente buffi.Bisogna non opporre resistenza anoi stessi, al nostro lato puramenteinfantile. La fragilità del clown è lasua forza”.1Cfr. Silvia Melato, Bellezza in ricamo, inIn caritate Christi, 4/2005, pp. 10-11.VENTICINQUESIMO DI PROFESSIONE RELIGIOSACome sasso sul torrentedi Enrica Martello stfeSabato 18 settembre 2010 nellachiesa di San Giuseppe in CasaMadre suor Patrizia Cagnin e suorDaniela Cavinato hanno celebrato il loroventicinquesimo anniversario di professionereligiosa.L’eucaristia è stato il modo attraversoil quale suor Daniela e suor Patrizia hannovoluto condividere con i familiari, le personecare incontrate nel cammino e le sorelleelisabettine la loro gratitudine a Dio.Don Giuseppe Zanon, che ha presiedutol’eucaristia, ha ricordato la fedeltàdi un cammino, egli che aveva venticinqueanni prima, il 7 settembre 1985,celebrato la loro prima professione.Nell’omelia ha ricordato i diversi sentimenticon cui si presiede l’eucaristiadella prima professione e l’eucaristia diun venticinquesimo: colma di gioia madi trepidazione la prima, colma di gioiama di sicurezza e conferma la secondapoiché venticinque anni sono un temponel quale la vita al seguito di Gesù si èconsolidata in una risposta di fedeltàsempre nuova e insieme stabile.Con una immagine davvero evocativadon Giuseppe ha espresso il sensodella vita di una persona consacrata, unsenso che non si comprende in astrattoma nella conoscenza e nell’incontropersonale.1Vedi In caritate n. 2/2003, p.La persona consacrata non è chiamataad un amore unico, definitivo,esclusivo nei confronti di un’altra persona,ma può essere paragonata adun sasso nel torrente. Nel camminoqualcuno appoggia il piede su quelsasso e solo in questo modo, in alcuneoccasioni, in alcuni momenti, riesce adattraversare il guado della vita. Quel sassorimane luogo di salvezza, di crescita,di consolidamento per una vita che poiprosegue, anche lontana da quel luogo,da quell’incontro, da quel momento.La presenza di molte persone allafesta di suor Daniela e suor Patrizia rendetestimonianza del loro essere state“sasso nel torrente” per molti nei loroventicinque anni di vita al seguito di Gesùe al servizio dei fratelli.Quel tutto sarà in comune tra noi,che suor Patrizia e suor Daniela hannosigillato nella professione perpetua nel1991 si è reso concreto nella loro vitaattraverso la disponibilità e l’adesione aquanto è stato loro chiesto come membravive della famiglia elisabettina.La gratitudine e la riconoscenza sonostati i tratti che hanno caratterizzatola celebrazione e il successivo incontrarsifraterno nel contorno bello delgiardino di Casa Madre.Con suor Daniela e suor Patriziaabbiamo ricordato anche suor SoadYoussef che ha fatto la sua prima professatonel 1985 a Tawirat, in Egitto. Da sinistra: suor Daniela Cavinato, suor Patrizia Cagnin e suor Soad Youssef.42 ottobre/dicembre 2010

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