La rivolta dei senza niente

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2 Domenica 7 marzo 2010 News CAMPUS L’Unione europea finanzia oltre centocinquanta progetti di formazione Cultura al di là delle Alpi Dagli anni Settanta politiche di sostegno per i giovani unisa news STELLA COLUCCI L’Unione europea come motore della sinergia tra i singoli Stati che la compongono. Le politiche di sostegno avallate dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione permettono ai giovani di viaggiare all’interno dell’area Schengen, di conoscere storia e tradizioni dei cugini europei, ma anche di entrare in un’ottica del lavoro meno locale e più internazionale. Come esempio potremmo prendere due progetti ideati dalla Ue: Intercettazioni: Ingroia ospite Le intercettazioni telefoniche tra tutela della privacy e diritto dell’informazione è il tema del convegno che si terrà alle 10 del 9 marzo all’aula Cilento dell’Università. Ai saluti del Rettore Raimondo Pasquino seguirà l’introduzione dei lavori del professore Emilio D’Agostino, presidente del comitato direttivo della scuola di giornalismo. Interverrano alla tavola rotonda il professore Luigi Kalb, ordinario di procedura penale, il consigliere Antonino “programma gioventù” e “Leonardo”. Entrambi sono rivolti ai giovani. Il primo è dedicato ai ragazzi che hanno compiuto il quindicesimo anno di età e non superato il venticinquesimo. L’altro offre una possibilità di formazione professionale in ambito comunitario per tutti quelli che non hanno più di trentacinque anni. Il programma “gioventù per l’Europa” è nato alla fine degli anni Ottanta, quando il crollo del comunismo nell’Europa centrale ed La scheda Alla voce bilancio l’Unione europea ha iscritto un finanziamento di circa sette miliardi di euro. La somma farà riferimento al periodo 2007-2013, a favore dell’apprendimento permanente attraverso i progetti di mobilitazione trasnazionale che sono rivolti ai lavoratori e agli studenti universitari e di tutte le scuole. Ingroia, procuratore aggiunto al tribunale di di Palermo e il professore Salvatore Sica, ordinario di sistemi giuridici comparati. Modererà il dibattito il giornalista Marco De Marco, direttore del Corriere del Mezzogiorno. L’incontro, vista l’attualità dell’argomento “intercettazioni” sul quale ci sono alcune proposte del governo che puntano alla modifica della normativa, è stato organizzato dal dipartimento di scienze della comunicazione, dalla scuola di giornalismo, dalla cattedra di procedura penale e dalla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Salerno. Unimelody: musica degli studenti orientale determinò un avvicinamento dei cittadini europei, si è sviluppato negli anni Novanta e a partire dal Duemila è diventato un corollario del “programma gioventù” insieme ad altre azioni come il volontariato in ambito comunitario. “Gioventù per l’Europa” permette ai giovani degli Stati membri di condividere brevi periodi sperimentando una serie di attività che hanno come obiettivo: la costruzione di uno spazio educativo europeo. La Commissione è L’aria che tira: incontro con Zavoli Il senatore Sergio Zavoli, presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai, sarà ospite lunedì 8 marzo alle 11 all’aula dei consigli di facoltà dell’Università di un incontro organizzato dalla scuola di giornalismo dal titolo “Aria che tira”. L’incontro con Zavoli, già presidente della Rai e direttore de “Il Mattino” di Napoli, sarà il momento per fare il punto sull’odierno giornalismo italiano e sull’influenza che la comunicazione ha nell’ambito politico nazionale. Un incontro che sarà anche una lezione metodologica su come si fa informazione da parte di chi ha inventato programmi televisivi diventati storici. Senato accademico rinnovo cariche responsabile della gestione del programma, il quale viene ampiamente decentralizzato tramite agenzie nazionali ubicate in trentuno paesi europei. Se con il primo l’Unione ha cercato di avvicinare le diverse culture nazionali per dare all’Europa la possibilità di creare una cultura europea, ma allo stesso tempo piena dei valori e delle tradizioni di tutti gli Stati che la rappresentano, con il “Leonardo” l’Unione europea ha voluto contribuire a quello che sta alla base del suo statuto: il libero scambio di merci e persone. È per questo che offre borse di studio e periodi di stage, nelle aziende degli Stati membri, per giovani universitari, lavoratori, persone in cerca di lavoro e neolaureati che hanno voglia di mettersi in gioco nel mondo del lavoro. È a partire dagli anni Settanta che i giovani, non sono più visti solo con il ruolo di studenti o lavoratori, ma come soggetti di un processo più ampio: quello che avrebbe contribuito alla formazione della società. I giovani diventarono, così, i destinatari di specifici interventi e iniziative volte a pro- muovere e valorizzare il loro apporto nella società contemporanea. Attualmente sono circa 150 i programmi europei che, direttamente o indirettamente riguardano i giovani. Formazione professionale e culturale saranno gli strumenti che porteranno gli europei alla costruzione di quella Europa unita, sognata e teorizzata da oltre mezzo secolo. Per fare l’Europa non serve solo l’euro. Direttore Biagio Agnes Direttore Responsabile Giuseppe Blasi Coordinamento Mimmo Liguoro Marco Pellegrini Redazione Sonia Acerra, Valerio Arrichiello, Josè Astarita, Luciana Bartolini Francesco Maria Borrelli, Maria Emila Cobucci, Stella Colucci, Daniele De Somma, Chiara Del Gaudio, Claudia Esposito, Pierluigi Giordano Cardone, Francesco Antonio Grana, Germana Grasso, Giovanni Iannaccone, Santo Iannò, Francesco Padulano, Raffaele Pellegrino, Sabino Russo, Roberta Salzano, Orlando Savarese, Giovanni Sperandeo, Barbara Trotta, Veronica Valli, Cristiano Vella, Loredana Zarrella Le Firme Giulio Anselmi, Antonio Caprarica, Ferruccio De Bortoli, Tullio De Mauro, Aldo Falivena, Antonio Ghirelli, Gianni Letta, Arrigo Levi, Pierluigi Magnaschi, Renato Mannheimer, Ezio Mauro, Raffaele Nigro, Mario Pendinelli, Arrigo Petacco Vanni Ronsisvalle, Mario Trufelli, Walter Veltroni, Sergio Zavoli Prevenzione dentale in ambulatorio E’ in corso al poliambulatorio universitario dell'ASL Salerno il programma per la diagnosi precoce delle patologie del cavo orale. E’ prevista un'accurata visita odontoiatrica finalizzata all'identificazione di eventuali Unimelody è un concorso musicale organizzato dall’associazione studentesca Archimede. Musica e università insieme per dare risalto alle band degli studenti. Le iscrizioni scadono il 10 marzo. Sul sito www.unimelody.it le modalità di partecipazion al concorso che è organizzato come un tour musicale. La finale del festival si terrà nella tappa che toccherà l’Università a piazza del Sapere, dove a partecipare saranno le band più votate dal pubblico e dalla giuria tecnica. malattie e alla promozione della salute orale. Personale e studenti possono prendere parte al programma prenotandosi al call center dell'ASL Salerno dal lunedì al venerdì (089 255400). Visto l’enorme successo che sta avendo la campagna di prevenzione in ambito universitario con le numerose prenotazioni ricevute, il termine di chiusura del programma è stato prorogato. Il 17 e 18 marzo si voterà per il rinnovo dei rappresentanti delle facoltà scientifiche in seno al Senato accademico dell’Università. Nove i posti disponibili nell’organo di gestione dell’Ateneo cui possono candidarsi sia professori che ricercatori. Tre i rappresentanti della I aggregazione Cun, quella che raggruppa come area disciplinare le facoltà di scienze matematiche e informatiche, scienze fisiche, scienze chimiche, scienze delle terra, scienze biologiche, scienze mediche, scienze agrarie e veterinarie. Due rappresentati a testa per le ulteriori tre aggregazioni Cun che partecipano all’elezione così suddivisi per facoltà: ingegneria civile, architettura, ingegneria industriale e dell’informazione (II); scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche con scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (III); scienze giuridiche, scienze politiche e sociali e scienze economche e statistiche (IV). Le elezioni si terranno nei giorni prestabiliti dalle ore 9 alle 17 presso il secondo piano del rettorato. A cura di GIOVANNI SPERANDEO UNIVERSITA DEGLI STUDI DI SALERNO Prof. Raimondo Pasquino Rettore dell'Università Prof. Annibale Elia Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione Prof. Emilio D'Agostino Presidente del Comitato Direttivo della Scuola di Giornalismo Prof.ssa Maria Galante Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia Autorizzazione del Tribunale di Salerno e del R.O.C. n.14756 del 26.01.2007 Arti Grafiche Boccia di Salerno telefono: 089 30 3311 Distribuzione alle edicole Agenzia Pasquale Pollio e C. SNC Via Terre delle Risaie, Salerno fax: 089 3061877 ‘
Giornalismo, pacchianeria e stregoneria TERZA PAGINA Domenica 7 marzo 2010 3 La stregoneria, termine coniato nel secolo XVIII, indica l'insieme di pratiche magiche e di rituali, spesso a carattere simbolico, che si distingue dalla religione in quanto si riferisce a forze occulte che l'officiante (stregone) cerca di dominare e di utilizzare per i propri fini. Il termine è spesso usato in senso figurato per indicare un'azione che appare prodigiosa, ma di cui si è portati a diffidare, ad esempio "le stregonerie della chimica". Luigi XIV Sciamani vinti dalla storia Il grande storico Lucien Febvre sosteneva che per fare storia occorresse complicare le cose semplici. Affermazione che oggi, più che mai, contrasta con il senso comune e con la voglia diffusa di semplificazione. In realtà nelle faccende umane di riducibile a spiegazioni semplici non c’è niente. Ciò vale per la storia, come per qualsiasi scienza umana e per tutte le arti. Soprattutto se il campo degli interessi si estende oltre l’osservazione della realtà politica e culturale, intendendo quest’ultima parola nel senso più ristretto e tradizionale di sapere intellettuale. Marc Bloch, il fondatore con lo stesso Febvre ,nel 1929, della rivista storica “Annales”, in un celebre passo della sua ultima opera, “L’apologia della storia”, paragonava lo storico all’orco delle favole, quello che corre ovunque senta “odore di cristianucci”. Nelle corti o nelle accademie, come nelle case più umili. A sollecitarlo non era alcuna forma di compiacenza populistica. Tra le altre sue opere va ricordata una formidabile ricostruzione delle forme del potere e dei rapporti con i sudditi dei re di Francia attraverso una radicata credenza popolare. Era convinzione comune che i re, dalle dinastie medievali fino addirittura a Luigi XIV, imponendo le Tutti siamo condizionati dal senso comune che è parte integrante della vita degli uomini mani sulla testa guarissero i contadini dalla scrofolosi. Quella superstizione fu presa molto sul serio da Bloch, il quale in questo modo aggiunse complessità al sapere storico. Beninteso, lo storico francese, così curioso di conoscere ogni aspetto della società e della cultura, non credeva certo alla capacità taumaturghe dei re, come di chiunque altro. Come non credono – almeno spero - alle capacità degli sciamani gli antropologi, che pure da un secolo e mezzo si industriano a capire le culture tradizionali e, spesso, lontanissime da quella occidentale. Chiedo pazienza per questo incipit, apparentemente estraneo a quanto voglio sostenere in questa pagina polemica verso l’ideologia del senso comune, oggi dominante. Nella mia attività, artigianale, di ricercatore di storia (gli storici sono un’altra cosa) sono stato sempre incuriosito da ciò che scorre nel sottosuolo, ho sempre provato a seguire i consigli di quegli storici, veri, che fin dall’inizio del Novecento hanno invitato a rovistare nelle pattumiere e a prendere nella massima considerazione anche gli aspetti più bassi e, perfino, triviali della società e della cultura. I l senso comune, da cui tutti siamo, almeno in parte, condizionati, è, come l’irrazionale, parte integrante della vita degli uomini e, perciò, degno dell’ osservazione culturale. Esiste un senso comune anche nel campo estetico, definibile pacchianeria, ben raccontato dalle cronache dei giornali di gossip, un genere di successo, oltre che dalla televisione. A chi gli rimprovera il cattivo gusto dei suoi giornali il cortigiano addetto al gossip, Alfonso Signorini, chiede chi è che stabilisce il buon gusto. Nel clima del relativismo da bar televisivo, in cui viviamo immersi, ogni gerarchia estetica è intesa come snobismo. Prevale, spesso anche nei discorsi di alcuni giornali, l’idea che il numero sia tutto, che la cosiddetta opinione pubblica sia giudice di ogni cosa. Sembra tramontato il dovere degli intellettuali di giudicare, oltre il senso comune e senza remore verso ciò che pensa il popolo. Il senso comune, per dirla con Pierre Bourdieu, sono le evidenze immediate e spesso illusorie, che talvolta spingono ad accogliere come plausibili cose e idee prive di fondamento razionale e di decoro estetico, che nella tarda età della televisione hanno il conforto della maggioranza: del celebrato popolo, la cui voce, per fortuna, non è vox Dei. Al più del pregiudizio mediatico. In altra epoca, fino a quando la verace democrazia si impose, sia pure per breve tempo, la voce del popolo, con i suoi pregiudizi e le sue superstizioni, è stata qualche volta la voce di un potere proveniente direttamente da Dio. Chi, fin dal tardo Medioevo, mostrava di non credere nella natura divina del potere, prima che dai tribunali dell’inquisizione, che, tra l’altro, vennero più tardi, fu spesso contestato dal popolo. Il quale aveva ragione: certe idee bizzarre erano in contrasto con il senso comune. Faccio, ora, un altro salto, ritornando bruscamente all’attualità, alla religione animistica dei sondaggi e del voto popolare ovvero al trionfo del senso comune e alla sconfitta pubblica della ragione e del senso estetico. Un contributo a questa sconfitta lo hanno dato tanti intellettuali che assomigliano all’antropologo così affascinato dalla magia da crederci egli stesso. Prendiamo il caso più recente di barbarie mediatica: il festival di Sanremo. Confesso a Carmen Consoli, deliziosa e raffinata cantautrice, se mai dovesse leggere questa pagina, il mio peccato di intellettuale pallido e snob: non vedo Sanremo. Le immagini e le parole a cui mi riferisco le ho viste e sentite nei telegiornali e in “Blob”. Non sono uno studioso della comunicazione, ho, perciò, la fortuna di non avere interesse Nel clima di relativismo da bar televisivo ogni gerarchia estetica è intesa come snobismo professionale ad osservare questo importante evento. La Consoli ha ragione nel dire che Sanremo mette in scena l’Italia o, almeno, aggiungo, la sua parte più stupida e volgare. Ma non può rimproverare, come ha fatto, chi non accetta il dominante conformismo della cultura di massa. Ho sentito dei membri dell’orchestra che si sono ribellati al consenso popolare di una canzonetta, un’accozzaglia di note riempite da parole sceme, interpretata dall’ultimo Savoia, quello dei cetrioli. H o ascoltato gente laureata dissertare su quella enorme festa paesana, come fosse “Umbria jazz”, lamentandosi, alla fine del voto al principino. Che volete? Nella democrazia autoritaria a cui pochi tentano di opporsi seriamente, quasi vergognandosi del loro spirito illuministico, il voto della ggente decide. Q ualcuno pensa di affidare ad esso perfino la scelta dei magistrati. Se tra 300 anni ci sarà chi studierà la storia, assai probabilmente seguirà, con rigore, tutta la lunghissima vicenda di Sanremo e di tante altre manifestazioni della cultura di massa. Spero che non dimentichi Marc Bloch, il quale studiava i re taumaturghi, ma non per questo era superstizioso.
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