Bulletin de liaison et d'information - Institut kurde de Paris

~COBBIEBE DELLA SEBA ~(SUITE)
credere ai -desolati racconti
dei prigionieri iraniani che
incontriamo in zona: da cui
emerge sfiducia, rassegnaziane,
angQscia.
Dei cinque appena catturati,
con cui i Pesh Merga
dividono OTa te e formaggio
caprino, nessuno ammette di
essere un pasdaran, una fedele
guardia di Khomeini
arruolatasi in name della rivoluzione
islamica: pretendona
tutti di essere «regolari».
Dice Farhad Sedgi, 21 anni'
"Vengono nelle nostre case
0 ci arrestano per strada e
ci mandano in guerra •. Un
laltra, Hashemi, slessa età:
«la sana riuscito a nascon-
I clermi per 4.n paio d'anni:
poi mi hanna beccato e spedito
in Kurdistan».
Si lamentano: «Dopa quattro
mesi di servizw, ognuno
di noi ha ricevuto soUanto
330 tumans (6 dollari cIrca),
ma ora ci hanna prames sa
1800 tumans al mese. Non
abbiamo neanche i saldi per
le sigarette.. La condizione
dei milita." traniani riftette
quella dell'intero Paese che,
secondo uno dei prigionieri,
è disastrosa: «Tutta è razionato.
Abbiamo dei buoni per
il cibo ed altra, ma al mercata.
nei bazar, non SI trova
piu niente. Cl sono code chilometrichc
per il pane, la
zucchero, il sale ...»
Il giudizio su Khomeini e
il regime dei mullah? Negativa.
Ma qui bisogna tener
conta della lOTOcondtZione
psicologtca. Dopa qua/che
ritrosta, uno ammette di
aver saputo .ehe c'erano
«esecuzioni somma rie» e che
«ammazzavClno giorno e natte»:
.Kome17lt ~a cambiato
la nostra vita in peggio. Siamo
molto più poveri ehe in
passato. No, non è amato.
Speriamo che cada, Se noi
soldatt non fuggiamo dalle
basi, è perché temiamo le
ritorsioni
glie».
sulle nostre fami-
Faccio un salto alla prigione
ç.el PDKI, dalle parti
di Daftar: 30 guardie per 70
detenuti: 28 «regolari., 25
pasdaran. Il agentl (spie), 6
«jàsh». Questa è il nome aI-
re trattatt non diversamente
dagli altri. «Hannofatto una
ragazzata - .dice tl comandante
della prigione, Salim
-, anche se poco sim1JO:lica.
Ma la casa è diversa.'per i
'jash' che hanna commesso
dei crimint: uno è stato giustiziato».
Considerato il 'vasto impiego
che il regtme di Teheran
fa dei minorenni, non è
poi una grande sorpresa incontrare
anche qui tre bambini
di 12 anni, tutti della
città di Sirdacht. «I governa-
Uvi - dice Salim - 'Ii man.
davano in mezzo a not per
spiarci e avvelenarci il ran:-
cio-. Si sentono importanti
quando li faceio fotografare
e pare non soffrano la nostalgia
di casa: «Li terremo
ancora un poco, perchè imparino
la lezione, pot li rimanderemo
dalle lara mamme»,
dice il capo.
'Terra di neS8uno
Dajiar, dove c'è il quartier
generale del PDKI, non è
geograJicamente npl KUr.distan
iraniano: è in Iraq, ma'
in una zona di confine, praticamenté
evacuata nel '75,
che forse non è improprio
chiamare «terra di nessuno
•. E' uno sconfinamento
che non preoccupa il governo
di Bagdad, data che il
nemico da combattere è la
stesso. il regime di Teheran.
Per questa l'«ospttalità,' è
stata tacitamente estesa anche
ad altre forze antikhomeiniste,
come i mujatdin e
come il Kamala, il quale -
per la sua matrice duramente
marxista - non avrebbe
mai potuto in altre circo-
I stanze operare tn suolo iracheno.
per quanta peri/erico
fosse.
Daftar non èche 11nmucchietto
di case e di tende,
con un giro d~ montagne intorna.
Una di ,QtUelle case,
tutte in mU7atum e tuUe a un
puino - come,.t48anoi curdt
- è ~'aUog9i~,~~4ott. Abduraltam
.Q/&a8semlu,11 leader
del Po,rtito ,DemoC'latico del
Kurdistan lra.n.iallo~'aBsente
in questî gtorni. ,fI solo prlv!-
legio _d~?las.u:aabitâztone ~
I
una àoccia privata, per primitiva
che sia. Le sue veci,
al momenta, le fa Abdullah
Hassan Zadeh (già citato),
che chiamano Mamustà
(Maestro) per la sua leadership
spirituale. Tutti gli altri
sono "kak» (fratelli): una
fratellanza non intesa in
sensa francescano, ma nata
dalla consanguinettà rilloluzionaria.
E cosi anch'io sono
diventato- «kak- Ettore.
«Il nostro partita - mi dice
Mamustà -fufondato nel
maggi.o del 1945. Il 22 gennaio
del '46 venne proclamata
la 'Stato della Repubblica
del Kurdistan', più nota come
'La Repubblica di Mahabad'.
E' vera, duro solo Il
mesi, ma durante questa periodo
facemmo grandi passi:
nella cultura, nella lingua,
sul piano sociale. Ci fu anche
un avvenimento sensazionale
per un Paese del Media
Oriente: una legge - nostra
- che sanciva la parità
di diritto tra uomo e donna.
Era troppOl 1 nostri leaders
vennero imptccati il 30 marzo
del '47».
Ripercorriamo insieme le
tappe della tragedia curda,
non solo in Iran. Il trattato
di Sèvres(1920), il trattato di
Losanna (1923), con cui
Gran Bretagna e Francia
qecidono la spartizione deI
territorio curdo (475 mila
Kmq. una volta e mezzo l'ltalia)
in cinque Stati, Turchia,
Iran, Iraq, Siria, Armenia
(URSS): e poi, soprattutta,
l'accorda di Algeri (6
marzo 1975) che Tehtmm...e
Bagdad stipularono per~
propri tnteressi «sulla pelle, \
sempre, dei curdi-.
I rapporti del PDKI con ;
Khomeini si sono subito in;;-
veleniti: «Noi - racconta
Mamustà Abdullah - fumma
perseguitati dalla Scia
dai tempi della Repubblica
di Mahab~d. ~e~ '~8Jum1'10
I sbaragljati, dopa zWz resistenza
ârmata di cUctcJtt6
salt, .pren-
mest. Eravamb
demmo certa.~
P.è!#ê alla
Rtvoluzibne' è$er '({9 'e
quando Khametnf ..ptes.è il
p