Wole Soyinka - Africanpeople
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L'uomo è un viaggiatore senza meta, lungo la strada<br />
che conduce ad un'unica destinazione: la morte.<br />
Infatti, torna spesso nelle sue opere il concetto<br />
della strada affamata di vite umane, della strada che<br />
esige il suo tributo di sangue umano e dalla quale bi<br />
sogna difendersi, evitando di percorrerla in determina<br />
ti momenti. Tuttavia, l'uomo è un pellegrino che deve<br />
viaggiare, quindi tali esortazioni sono futili: la<br />
strada è dunque il simbolo di un mostro che divora gli<br />
uomini senza possibilità di scampo.<br />
Il progresso, quindi, non ha aiutato l'uomo a vincere<br />
il destino, ma lo ha esposto a forme ancora più terribili<br />
bili di morte. Il trionfo della morte è certo, ma tale<br />
consapevolezza è ancora più triste nei casi in cui si<br />
vede che l'uomo si allea con la morte stessa e va contro<br />
i suoi simili.(Tema del cannibalismo: Madmen and<br />
specialist)<br />
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Questo avviene in particolare nelle guerre, dove, oltre tutto, i soldati muoiono spesso<br />
senza neppure pure sapere per quale motivo sacrificano la loro vita. Nelle opere di<br />
<strong>Soyinka</strong> c'è la presenza continua della morte come elemento costante e comun<br />
denominatore dell'esperienza umana. Essa si presenta sotto vari aspetti, ma il più<br />
evidente e caratterizzante è quello che si ricollega alla figura di "Abiku", personaggio<br />
derivante dalla religione e dai miti della gente yoruba. Secondo Idowu (1), Abiku è<br />
un fenomeno generato dagli spiriti maligni chiamati Elere o Onere." Gli Yoruba<br />
credono che essi siano spiriti di bambini errabondi, che. si divertono ad inserirsi nelle<br />
donne incinte e a nascere solo per morire, per il sottile piacere del male.