Wole Soyinka - Africanpeople
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dio Ogun, signore della guerra, protettore dei deboli e distruttore dei forti, con il ferro<br />
che ha strappato ai fianchi della montagna per aprirsi un varco negli abissi ed unirsi<br />
agli Uomini nell'anelito della perfe¬zione, ebbro per il vino di palma, si rivolge in<br />
modo spietato ai suoi uomini e li annienta. In tal modo <strong>Soyinka</strong> esprime il dramma<br />
rituale,contemporaneamente umano e divino, che in Ogun trova la sua sintesi .( 1)<br />
Nel poema Idanre, Ogun viene addirittura chiamato con il termine di "cannibal" ; il<br />
dio viene quindi antropomorfizzato a tal punto, da essere associato alle colpe degli<br />
uomini.( esempio preso anche da A Dance of the Forest").<br />
Il cannibalismo di Ogun è da intendersi nel suo significato più ampio, di<br />
sopraffazione morale e materiale,<br />
(1), SOYINKA,<strong>Wole</strong>, "Towards a True Theatre in Transition 8,1963.<br />
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ma nello stesso tempo rappresenta il desiderio Freudiano di compartecipare della<br />
natura della persona ucci-sa. Il concetto del cannibalismo è strettamente legato alla<br />
natura distruttrice dell'uomo, come l'autore stesso afferma in un'intervista:<br />
"I find that the main thing is my own personal conviction or observation that world so<br />
that their main preoccupation seems to be eating up 11 one another" (1 )<br />
A tale convincimento è strettamente associato all'idea del sacrificio della vittima, di<br />
cui abbiamo parlato precedentemente.<br />
La dicotomia cannibale/ vittima si trova in continuazione nell'opera di <strong>Soyinka</strong>, ed è<br />
scaturita da una situazione culturale, di cui il mito di Ogun, con la sua ambivalenza<br />
creazione/distruzione, è diretto ispiratore.<br />
(1), NKOSI, L., "Interview with <strong>Wole</strong> <strong>Soyinka</strong>", African-Writers Talking, 1972.<br />
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