Wole Soyinka - Africanpeople

Gli domandiamo: «Come mai in Africa tutti i regimi si risolvono in un rapporto tra
persecutori e perseguitati e, quando se ne vanno ì bianchi, sono gli stessi negri ad
opprimere i fratelli?».
«So che avviene così», risponde Soyinka, «sono perfettamente d'accordo con questa
analisi. La tirannia non ha colore. Ci sono capi negri che opprimono e sfruttano il loro
popolo con il pretesto dell'emergenza imposta dalla lotta contro i bianchi. Bisogna
combatterli. Come bisogna ovviamente combattere l'apartheid dei bianchi
sudafricani, che non ha alcuna giustificazione».
«MEGLIO ANONIMI»
«Per quale, motivo pensa che le sia stato attribuito il premio Nobel? Hanno influito le
sue idee politiche?».
«Spero proprio che non sia stato per motivi politici, bensì per meriti letterari. Ma
vorrei anzitutto chiarire che non credo ai premi letterari come criteri per misurare la
qualità. Come si può raffrontare delle opere letterarie tra di loro? Opere di culture
differenti? È un'impresa impossibile. Credo perciò che il giudizio valga in un contesto
culturale globale. Io non ritengo di essere un cattivo scrittore, altrimenti penso che
non mi avrebbero dato questo premio. Ecco, spero di dare piacere alle persone che mi
leggono. Tutto qui.
«Tuttavia penso che il premio abbia un valore simbolico. Esso non appartiene
propriamente a me, ma ricompensa l'Africa, il Terzo Mondo e la letteratura
universale. Vi sono altri scrittori africani che lo meriterebbero, come lo zairese Sony
Labou Tansi. E comunque sono fiero di aver preso il Nobel, perché questo premio è
stato assegnato in passato a grandissimi autori di teatro, come il vostro Luigi
Pirandello, un drammaturgo affascinante la cui commedia Sei personaggi in cerca
d'autore è una delle cose migliori che mai siano state scritte».
Un premio Nobel, con l'immensa fama che porta al vincitore, può cambiare una
vita?».
«Molti scrittori vorrebbero restare anonimi per poter lavorare in tranquillità. È
meglio, sono d'accordo. Tuttavia non si può negare che ricevere onori faccia piacere,
Comporta anche Temere di dover partecipare a conferenze, riunioni letterarie, che
spesso si rivelano come fosse dì leoni. Tuttavia a me piace il contatto con la gente.
La conseguenza più gratificante della popolarità sono le molte lettere di studenti, di
gente normale, che ricevo da ogni parte del mondo, dall'Italia come dalla Norvegia,
dalla Bulgaria, dall'America, dal Giappone, dal Sud Africa, Io sono uno scrittore che