pdf intero - Sant'Alfonso e dintorni

La corrispondenza tra Ripoli e Passerat 287
toribus · nostris, praesertim ratione Marburgensis fundationis, · cujus
occasione tantus fuit conflictus Episcopum inter et Gubernium civile,
ut - stupente vix non tota Monarchia - consiliarius ecclesiasticus
depositus fuerit. Sic cogito, paratus tamen exequi, quae R.P.V.
jubebit.
Die 18ta Junii profectus est R.P. Welsersheimb Romam versus,
qui si dederet opiniones suas empyreas & falsas 117 , et aquiescere
disceret superiorum et prudentum virorum judicio optimus fieret B.
Alphonsi filius. Utinam quis, adjuvante DEO, inculcare posset cordi
ejus haec cèlestia verba: Discite a Me, quia mitis sum et humilis
corde 118 •
Ante receptionem ultimae epistolae designaveram R.P. Kosmacek
pro Oeniponte 119 , et jam profectus est, immo sine ulla modera
tione et eo modo quo facillime dignosci pm,sit delator etc etc -
ita ut animos pacificare opus & labor sit 120 • Non sic egit Princeps
Episcopus Zangerle 121 , cui mea gravamina semel credidi; vixit enim
117 Vedi Passerat a Code, Vienna, 22 settembre 1830: « ... maximis quidem dotis
eminet, sed iracundus, luxurians ideis suis excentricis ... » SH 14 (1866) 150; cfr. HOSP, Erbe
(vedi n. 4) 68 s.
11 8 Mt. 11, 29.
1l9 La casa di Innsbruck fino al 1833 constava di due benefici - cioè due appartamenti
- con l'impegno pastorale nell'ospedale della città. Il rapporto col vescovo principe
Galura (vedi n. 120) e con la giunta municipale non era moito buono. Chiacchiere a causa
del contatto di alcuni padri con una oscura visionaria rendevano difficile la permanenza· dd
congregati. Tuttavia nella riunione triennale di Vienna si derise contro ogni aspettativa di
tenere la casa di Innsbruck. L'uomo abile pe rrisolvere i problemi sembrò il p. Kosmacek.
Vedi la sua lettera, appendice II, doc. 10. MADER (vedi n. 13), 145-148, 398; HOSP, Zur
Jahrhundertfeier (vedi n. 72) 14-16; ID., Erbe (vedi n. 4) 175 s.; WEISS (vedi n. 70),
659-661.
120 Passerat allude alle chiacchiere e alle difficoltà di Innsbruck, specialmente alla
denunzia dei padri presentata al vescovo principe di Brixen (Bressanone), che portò alla
disgrazia da parte di quest'ultimo. Nella corrispondenza di Passerat con il suo· superiore
di Pagani, a dire il vero, non si parla di queste vicende, ma sarebbe possibile, che i
«vocali» transalpini l'abbiano informato nell'anno precedente. Vescovo principe di
Brixen fu dal 1829 Bernhard Galura (1764-1856), nato a Hcrbolzheim (Breisgau), scrittore
di grande fertilità nel campo della catechesi e della teologia cherigmatica. Quale rappresentante
di un tardo giuseppinismo illuminato moderato non er:t proprio un amico dei redentoristi
ritenuti per ultramontani. Cfr. G. BIEMER, Bernhard Calura (1764-1856) in E.
FRIES. G. SCHWAIGER, Katholische Theologen Deutschlands im 19. ]ahrhundert, 3 Bde.
Miinchen 1975, vol. l, 227-252; HOSP, Kirche im Vormarz (vedi n. 14) 63-79; ]. GELMI,
Calura, Bernhard, in: E. GATZ, Die Bischo/e der deutschsprachigen Lander 1785/1803 bis
1945. Ein biographisches Lexikon, Berlin 1983, 229-231 (bibl.).
121 Roman Sebastian Ziingerle (1771-1848), nato a Oberkirchberg presso Ulrn, entrò nell'ordine
di S. Benedetto a Wiblingen nel 1797, diventò nel 1798 maestro dei novizi, dopo la
soppressione del convento dal 1803 professore di teologia a Salisburgo, Cracovia e Praga, dal
1813 professore di esegesi biblica a Vienna, dove fu amico di Hofbauer, nel 1817 fu nominato
vice-direttore degli studi teologici, nel 1824 vescovo principe di Seckau (Graz). Ziingerle
uni la pietà con la cultura scientifica nel senso di Hofbauer. Ricorrendo alle forme di
pietà del tempo prima dell'illuminismo (p.e. pellegrinaggi, missioni) si mostrò molto più
conforme alla spiritualità dei redentoristi che non l'illuminato Galura, e restò sempre il loro
amico. Agidius LEIPOLD, Zangerle, Roman Sebastian, in GATZ (vedi n. 120) 829-832;
HOSP, Kirche im Vormarz (vedi n. 14) 87-107; ID., Erbe (vedi n. 4) 283-289.