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pdf intero - Sant'Alfonso e dintorni

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330 Otto Weiss<br />

bero essere, per svanati motiVI, gli autori del testo. Non è da escludere completamente<br />

comunque la possibilità che anche padri più ar.ziani di altre case fossero<br />

coinvolti. Insomma l'identità dell'autore resta sconosciuta, anche se è abbastanza<br />

certo, che il documento consegnato al nunzio (e forse rkbiesto da quest'ultimo) fosse<br />

un riassunto redazionale 264 dei diversi « gravamina » dei membri della casa viennese.<br />

Il documento si divide in due parti. La prima parte (20 pagine), scritta probabilmente<br />

nel 1832 265 , fu trasmessa al nunzio già nelle prime settimane del 1833.<br />

Ma è pensabile anche una data più tarda 266 • La seconda parte è composta da otto<br />

cartelle. E' probabile che la sua stesura risalga ad un tempo databile dopo il 19 aprile<br />

del 1833, data deducibile da criteri intrinseci al testo. Questa seconda parte dovrebbe<br />

essere stata trasmessa al nunzio poco prima della stesura della sua seconda<br />

lettera.<br />

L'inizio del documento consta di un accenno alla grande pietà del Passerat, senza<br />

sottolineare subito gli aspetti negativi della sua mentalità: ossia la sua incapacità<br />

negli affari finanziari e una certa debolezza nello stile di governo. Debolezza che<br />

avrebbe favorito il potere del p. von Held col suo rigorismo, fatto, quest'ultimo<br />

che, sempre secondo il documento, avrebbe causato tensioni all'interno e difficoltà<br />

all'esterno della congregazione.<br />

Segue una breve caratterizzazione del Passerat come di uomo timido ed estraneo<br />

al mondo, rigorista e statico. Egli sarebbe stato contrario alla scienza e alla<br />

letteratura tedesca moderna, e, in contrasto con la tradizione della Congregazione,<br />

avrebbe posto la vita contemplativa al disopra della pastorale. Testualmente: « Juvenes<br />

illi omnes qui a defuncto pater (sic!) Hofbauer, et in vitam salutis ducti, quique<br />

illo ductore se ad statum religiosum destinaverunt, magno erant zelo animarum, et<br />

more scientiarum repleti. Unus fuit sensus omnibus et anima una, nulla dissensio,<br />

nulla varietas acerba opinionum. R.us temens ne ille zelus et scientiarum desiderium<br />

pietati vitaeque religiosae noceat, cepit omni conatu hanc sitim, quae potius dirigenda<br />

et extollenda et ordinanda fuisset, radicitus extinquere ». Dettagliatamente il documento<br />

si occupa della concezione della obbedienza propria al p. Passerat. Egli sarebbe<br />

dell'opinione, che il potere del superiore debba essere inteso come monarchico e<br />

assoluto, che la volontà del superiore sia identica con h volontà di Dio. La obbedienza<br />

non consisterebbe nell'eseguire la volontà del superiore, bensì nel pensare<br />

come pensa il superiore. Che il padre Veith 267 in questi punti fosse stato di diverso<br />

avviso, l'avrebbe portato alla uscita dalla Congregazione.<br />

264 Cfr. l'osservazione del p. Welsersheimb, secondo cui due padri «anziani» avrebbero<br />

composto scritti sulla situazione precaria a Vienna. Welsersheimb a Ripoli, 22 febbraio 1833;<br />

appendice II, doc. 5.<br />

2 6 5 Alla redazione nell'anno 1832, oltre le somiglianze con la lettera del p. Kosmacek<br />

del 6 settembre 1832, concorre la menzione della elezione del padre Held come vocale al<br />

Capitolo generale «nell'anno scorso». Questa ebbe luogo nel dicembre del 1831. Però,<br />

il redattore probabilmente non pensò al giorno della elezione, ma semplicemente al capitolo<br />

del 1832. Le annotazioni del nunzio Ostini rendono la datazione del p. Biihrel « 1832 »<br />

scritta sul documento, più probabile che la correzione « 183j » dovuta a mano posteriore.<br />

266 Già nella lettera del 6 settembre il p. Kosmacek aveva indicato, che voleva incontrare<br />

il nuovo nunzio. Ma nella lettera del 13 dicembre 1832 non menziona l'incontro. Potrebbe<br />

aver avuto luogo subito dopo, quando Ostini a proposito del centenario della congregazione<br />

celebrò una messa solenne in Maria am Gestade. Se realmente i padri già allora consegnarono<br />

la prima parte del documento al nunzio, questi non mandò per ora questo scritto<br />

a Pagani, ma aspettò la seconda parte. In ogni caso né lui nella sua prima lettera né il<br />

padre generale nella sua risposta parlano del documento. Cfr. Siimmtliche Predigten, V01'getragen<br />

bey Gelegenheit der Siikular-Feyer des von dem seligen Alphons Maria Liguori im<br />

]ahre 1732 gegriindeten Versammlung des allerheiligsten Erlosers ... , Wien 1833; HOSP,<br />

Erbe (vedi n. 4) 103 s.<br />

267 Johann Emanuel Veith (1787-1876) nato a Kuttenplan (Boemia del Nord), da famiglia<br />

ebrea. Studiò a Praga e Vienna la filosofia e la medicina, si laureò nel 1812 in<br />

medicina, fu professore a Vienna e diventò nel 1816 direttcre dell'istituto veterinario di

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