parte terza - Comune di Pressana
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Storia <strong>di</strong> una comunità e del suo territorio<br />
Altre denunce sono quelle <strong>di</strong> Ambrogio Bellomi, derubato nel maggio del<br />
1947 <strong>di</strong> cappello, cappotto, stivali, gilet e pantaloni. Analoga denuncia fu<br />
quella presentata da Antonio Febo mentre il povero Pietro Febo dovette lasciare<br />
ai propri assalitori il berretto, il panno, gli stivali, la “giacchetta” e i<br />
pantaloni. Un ulteriore furto subì Giuseppe (Nastello?) il 27 luglio (A.S.VR.,<br />
1847 – 1861).<br />
Una terribile banda<br />
Ma il caso più eclatante è, nel 1851, l’arresto <strong>di</strong> una banda <strong>di</strong> malfattori<br />
che, dal 1847 al 1851, aveva imperversato nel territorio del Colognese <strong>di</strong>sseminando<br />
morte e <strong>di</strong>struzione in vari centri tra cui <strong>Pressana</strong>. Il loro arresto<br />
avvenne nel 1851 e, nelle carceri <strong>di</strong> Cologna, furono trasferite 11 persone<br />
tutte registrate del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Montagnana. I loro nomi: Gianfiore Zanetti,<br />
Vincenzo Maistrello, Vincenzo Facchini, Vincenzo Pastore(i), Agostino Corain,<br />
Gioacchino Facciolo, Michele Bragian, Giacomo Guizzardo, Gaudenzio<br />
Pescarin, Carlo Ferrarin e Giovanni Bavero. I reati commessi e contestati per<br />
i quali tutti questi in<strong>di</strong>vidui erano stati arrestati, andavano dal 1847 in poi e<br />
spaziavano dal furto alla rapina, dalla violenza alle minaccie, dall’omici<strong>di</strong>o<br />
alla sottrazione <strong>di</strong> indumenti, quest’ultimo reato arrecato ai danni <strong>di</strong> una<br />
coppia <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong>.<br />
Comunque i reati più gravi commessi dalla banda furono l’aggressione e<br />
il successivo omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Giovan Battista Besaggio, carriolante affrontato tra<br />
Miega e Veronella il 22 settembre 1847 e ucciso per futili motivi. Ad essere<br />
accusato dell’omici<strong>di</strong>o Vincenzo Pastore(i), uno dei componenti della banda,<br />
definito dai soldati <strong>di</strong> allora, “arrestato politico” e sospettato <strong>di</strong> essere<br />
l’autore <strong>di</strong> varie rapine nel <strong>di</strong>stretto avvenute dagli inizi del 1847 fino al 5<br />
novembre del 1848.<br />
Furti subirono poi due ombrellai o merciai girovaghi sempre in aperta<br />
campagna e lontano da occhi in<strong>di</strong>screti; in questo caso non si riuscirono ad<br />
identificare gli assalitori anche se buona <strong>parte</strong> dei sospetti caddero sulla solita<br />
banda.<br />
Il reato commesso nel nostro comune avvenne nel settembre del 1849. Era<br />
il 24 <strong>di</strong> quel mese e Girolamo e Pulcheria Zanini, coniugi <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong>, subirono<br />
un furto. Accusata fu ancora una volta la solita banda e a sparire furono<br />
una camicia <strong>di</strong> lino, una tovaglia, due asciugamani, due lenzuola, 8 giacchette<br />
ed altri indumenti (A.S.VR., 1847 – 1861).<br />
Il caso <strong>di</strong> Antonio Checchinato<br />
Brutta avventura per Antonio Checchinato abitante <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong> che<br />
si presentò nel 1847 davanti al giu<strong>di</strong>ce in qualità <strong>di</strong> <strong>parte</strong> offesa. Infatti<br />
Antonio Micheletto, domestico del signor Zanini, il 21 marzo <strong>di</strong> quell’anno<br />
percorreva alle due del pomeriggio la strada dei “Quari”. Al pari<br />
suo, sopra un carretto trainato da un cavallo, lo sopravanzava il Checchinato<br />
il quale, raggiunto da Micheletto che era <strong>di</strong>retto a Cologna, dopo<br />
essere stato apostrofato con varie parole, traendo a pretesto che il carro<br />
gli impe<strong>di</strong>va il passaggio, ricevette due potenti sganascioni sulla guan-<br />
cia, quin<strong>di</strong> due pugni ben assestati tanto che il Checchinato cadde a terra<br />
mentre l’assalitore fuggì <strong>di</strong> gran galoppo con il suo cavallo. A girovagare,<br />
invece, tra Cologna e i paesi limitrofi (<strong>Pressana</strong>, Roveredo <strong>di</strong> Guà e<br />
Zimella) con passaporto scaduto fu Giovanni Zerbinato <strong>di</strong> 37 anni nativo<br />
<strong>di</strong> Castagnaro il quale, l’8 maggio del 1847, aveva sottratto a Montebello<br />
Vicentino una forca e una forbice. Arrestato, venne condotto nelle<br />
carceri <strong>di</strong> Cologna.<br />
Nell’autunno <strong>di</strong> quell’anno e anche nell’inverno del 1848, una “truppa”<br />
<strong>di</strong> malfattori provenienti da Bagnoli, si accampò tra Cologna e <strong>Pressana</strong>.<br />
Molti furono i reati (per lo più furti) commessi da questo manipolo <strong>di</strong> delinquenti.<br />
Più <strong>di</strong> qualche famiglia venne danneggiata e tiranneggiata in casa<br />
anche se le notizie che arrivano fino ai nostri giorni sono scarne e prive<br />
<strong>di</strong> particolari. Le uniche cose che ve<strong>di</strong>amo riportate rappresentano l’elenco<br />
dei reati “minori” e la segnalazione <strong>di</strong> un omici<strong>di</strong>o commesso proprio sulla<br />
“via <strong>di</strong> Persana”. In questo caso i malviventi oltre a derubare il malcapitato<br />
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L’età moderna: Ottocento e Novecento<br />
Un avviso <strong>di</strong> adunanza<br />
presso la Deputazione Amministrativa<br />
nell’Agosto 1834 (A.C.P.)