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parte terza - Comune di Pressana

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Storia <strong>di</strong> una comunità e del suo territorio<br />

126<br />

I danni <strong>di</strong> guerra<br />

In ogni paese, i danni subiti a causa del conflitto, non furono esclusivamente<br />

in vite umane. Dopo la <strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> Caporetto, la situazione, anche per<br />

la nostra provincia, si era fatta drammatica. L’esercito austriaco si trovava<br />

ad un passo dalla conquista delle fertili terre della Pianura Padana e il Genio<br />

militare, per ragioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e prevedendo una probabile invasione nemica,<br />

decise <strong>di</strong> minare buona <strong>parte</strong> degli argini dell’A<strong>di</strong>ge con il <strong>di</strong>chiarato<br />

intento <strong>di</strong> allagare tutta la zona circostante e in particolare le Gran<strong>di</strong> Valli<br />

Veronesi. Una precauzione necessaria che avrebbe, se non fermato, almeno<br />

rallentato <strong>di</strong> molto l’avanzata nemica. Una barriera naturale davanti al nemico<br />

che si sarebbe presentato in forze all’imbocco della grande Pianura Padana.<br />

Invece, dopo Caporetto, il nostro esercito si riprese e il pericolo fu<br />

scongiurato (AA.VV., 1976).<br />

L’epidemia del 1918<br />

Quando ormai la guerra volgeva al termine e si prospettava un periodo<br />

<strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> serenità, ecco, improvvisa, abbattersi anche su <strong>Pressana</strong> un’altra<br />

calamità: la “spagnola”. Un morbo fatale che nel giro <strong>di</strong> pochi mesi colpì<br />

buona <strong>parte</strong> della popolazione giovane, decimando gli abitanti con una<br />

cadenza veramente impressionante. Molti la credettero peste, ma la spagnola<br />

altro non era che una terribile forma influenzale. La pandemia, che<br />

si <strong>di</strong>ffuse tra il 1918 e il 1919 e venne chiamata “spagnola”, sembra abbia<br />

causato nel mondo 20 milioni <strong>di</strong> morti, in gran <strong>parte</strong> deceduti a seguito <strong>di</strong><br />

complicazioni broncopolmonari. In Italia i decessi furono circa 400.000<br />

(DIZ.UTET 1978).<br />

Per il comune <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong> non esistono dati certi, non essendo state riportate<br />

né negli archivi comunali né in quelli parrocchiali le cause dei decessi,<br />

ma è indubbio un aumento dei morti nei due anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dell’epidemia<br />

anche nel comune <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong>. Dagli archivi parrocchiali escono<br />

infatti dati chiari e facilmente interpretabili. A fronte <strong>di</strong> 54 decessi registrati<br />

dal parroco nel 1917, i morti nel 1918 salirono improvvisamente a 77<br />

per poi <strong>di</strong>scendere a 49 nel 1919 ed attestarsi su quel numero negli anni successivi<br />

(47 decessi nel 1920 e 42 nel 1921). Inoltre, degli 85 giovani deceduti<br />

in guerra, ben 20 perirono a conflitto concluso per una generica “malattia”<br />

<strong>di</strong>fficilmente identificabile negli ospedali militari o in prigionia e, in alcuni<br />

casi, subito dopo il loro ritorno a casa (A.P.P.).<br />

Riassumendo, il numero <strong>di</strong> quanti <strong>di</strong>edero la vita per la patria fu:<br />

Morti in combattimento 57 +<br />

Dispersi 8 +<br />

Morti per malattia 20 +<br />

Tot. 85<br />

Dagli albori della prima guerra mon<strong>di</strong>ale<br />

al termine del secondo conflitto<br />

<strong>di</strong> Lino Fin<br />

1915<br />

Il 1915 si apre con i tragici fatti riportati nel capitolo de<strong>di</strong>cato alle crisi<br />

agrarie. Una situazione economica <strong>di</strong>sastrosa per buona <strong>parte</strong> del mondo<br />

conta<strong>di</strong>no ed operaio che portò le masse a contestare la pubblica autorità,<br />

riven<strong>di</strong>cando cibo e lavoro. Per dare quanto richiesto dagli operai <strong>di</strong>soccupati<br />

e bisognosi che reclamavano per la fame, si ritenne necessario provvedere<br />

alla sistemazione e alla costruzione <strong>di</strong> tronchi stradali: tra i primi, quello<br />

che dalla Scimia immetteva alle case Tonello; essendo basso, quando pioveva<br />

e durante la brutta stagione, si trasformava in una pozzanghera intransitabile;<br />

poi un nuovo tronco che congiungesse la contrada Castelletto<br />

con la provinciale alla Castagnara, attraversando la località Sanovo; infine l’allargamento<br />

<strong>di</strong> via Calmaora e il riatto <strong>di</strong> via Oca.<br />

Furono interventi temporanei e <strong>di</strong> poco conto, così, anche a <strong>Pressana</strong>, la<br />

protesta raggiunse livelli altissimi. Gruppi inferociti <strong>di</strong> lavoratori si <strong>di</strong>ressero<br />

minacciosi verso le abitazioni <strong>di</strong> sindaco e assessori per riven<strong>di</strong>care i propri<br />

<strong>di</strong>ritti; solo con la promessa <strong>di</strong> un nuovo lavoro e della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong><br />

“buoni sussi<strong>di</strong>o”, le agitazioni si placarono. Il primo citta<strong>di</strong>no, Franceso Monzardo,<br />

e l’intera giunta a seguito <strong>di</strong> tali fatti rassegnarono le <strong>di</strong>missioni. Tre<br />

giorni dopo, il 19 aprile, veniva nominato un commissario prefettizio: Giuseppe<br />

Tosi.<br />

A presi<strong>di</strong>are le manifestazioni dei lavoratori, contro la <strong>di</strong>soccupazione e<br />

per ottenere la formazione dei nuovi patti agrari, vennero inviati in servizio<br />

<strong>di</strong> pubblica sicurezza carabinieri ed ufficiali dell’esercito con relativa truppa.<br />

A tal proposito il signor Bal<strong>di</strong>sserotto chiese un compenso per l’alloggio<br />

accordato e per somministrazione <strong>di</strong> paglia ed olio ai 50 militari trattenuti<br />

in paese per servizio d’or<strong>di</strong>ne.<br />

In assenza <strong>di</strong> cariche istituzionali il Prefetto in<strong>di</strong>sse nuove elezioni amministrative<br />

il 16 maggio; la consultazione andò deserta. Nuova consultazione<br />

il 13 giugno e identico risultato tanto che il Commissario si vide costretto<br />

a <strong>di</strong>rigere il comune a tempo indeterminato finché , il 26 luglio, l’amministrazione<br />

comunale <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong> venne consegnata al Regio Commissario<br />

Oreste Mazza (A.C.P. - CARTEGGIO).<br />

Per tramandare ai posteri il ricordo e l’esempio dell’insigne professore <strong>di</strong><br />

lettere Decio Corubolo, l’amministrazione comunale decise <strong>di</strong> intitolargli la<br />

<strong>parte</strong> iniziale <strong>di</strong> via S.Sebastiano, la strada in cui era nato.<br />

1916<br />

La guerra sconvolse la vita <strong>di</strong> tutti, vennero chiamati alle armi gli uomini<br />

dai 19 ai 42 anni, privando quin<strong>di</strong> molte famiglie <strong>di</strong> valide braccia per il<br />

lavoro dei campi; si viveva fra restrizioni <strong>di</strong> ogni genere e sempre sotto l’in-<br />

127<br />

L’età moderna: Ottocento e Novecento

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