parte terza - Comune di Pressana
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Storia <strong>di</strong> una comunità e del suo territorio<br />
138<br />
Dal periodo fascista<br />
alla fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale<br />
<strong>di</strong> Pierangelo Conterno - Lino Fin - Francesco Occhi<br />
La <strong>di</strong>fficile ripresa dopo il primo conflitto mon<strong>di</strong>ale<br />
Dopo la fine della prima guerra mon<strong>di</strong>ale fu <strong>di</strong>fficile il ritorno alla normalità.<br />
La <strong>di</strong>soccupazione e la miseria regnavano ovunque e il <strong>Comune</strong> aveva impegnato<br />
tutte le proprie risorse per sottoscrivere i vari prestiti <strong>di</strong> guerra. L’inverno<br />
del 1918 vide il commissario prefettizio, <strong>di</strong> fronte alle proteste della gente<br />
per la mancanza <strong>di</strong> carbone e <strong>di</strong> altre forme <strong>di</strong> riscaldamento, concedere il<br />
taglio degli ippocastani che si trovavano lungo la strada che da <strong>Pressana</strong> porta<br />
a Caselle e davanti alle scuole <strong>di</strong> Crosare per scaldare le abitazioni.<br />
La forte <strong>di</strong>soccupazione e la miseria in cui viveva la popolazione furono<br />
motivo <strong>di</strong> forti scontri sociali fra leghe Bianche e leghe Rosse, tra padroni e<br />
braccianti. Verso la fine <strong>di</strong> aprile 1920, un gruppo ap<strong>parte</strong>nente alla lega Rossa,<br />
reduce dall’aver incen<strong>di</strong>ato le stalle <strong>di</strong> Onorato Fabiani, incrociò casualmente<br />
Giuseppe Menin, riconoscendosi a vicenda. L’incauto Menin si vantò<br />
<strong>di</strong> aver visto in volto gli autori <strong>di</strong> quella bravata e, nell’imminente festa<br />
del 1 maggio, venne ucciso con alcuni colpi <strong>di</strong> pistola sul rettilineo che porta<br />
verso Cologna Veneta. I carabinieri fecero delle indagini, ma non riuscirono<br />
mai a risalire agli autori dell’omici<strong>di</strong>o.<br />
Intanto le elezioni amministrative del 1920 misero finalmente la parola fine<br />
al lungo periodo <strong>di</strong> commissariamento <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong>. La tornata elettorale<br />
andò al Partito Socialista e sindaco venne nominato Giovanni Pasi (A.C.P.).<br />
Nasce la sezione del partito fascista<br />
Nel 1923, a seguito degli eventi politici nazionali, anche a <strong>Pressana</strong> fu istituita<br />
la sezione del Partito Fascista con sede al piano terra del municipio.<br />
Con il decreto del Governo, il 24 settembre 1926 il sindaco Pasi venne nominato<br />
Podestà del comune <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong>; cessarono così <strong>di</strong> avere esistenza<br />
legale sia il consiglio comunale che la giunta.<br />
Siamo nel 1928 e le <strong>di</strong>rettive del regime fascista si fanno sentire anche a <strong>Pressana</strong>.<br />
Tre furono gli atti più significativi ricordati nei documenti amministrativi<br />
dell’epoca. Il primo <strong>di</strong> essi fu rivolto alle nuove scuole <strong>di</strong> Crosare; venne, infatti,<br />
<strong>di</strong>sposto <strong>di</strong> piantare circa 40 alberi davanti all’e<strong>di</strong>ficio per abbellire il fabbricato,<br />
per la salubrità del luogo e per “inculcare negli scolari il culto che devono<br />
avere per le piante ed educarli alla conservazione ed al rispetto delle stesse,<br />
la qual cosa è anche nelle <strong>di</strong>rettive del Regime fascista”, come viene testualmente<br />
riportato, e questo attraverso l’istituzione della festa degli alberi.<br />
Il secondo atto fu quello <strong>di</strong> destinare un contributo per equipaggiare gli<br />
avanguar<strong>di</strong>sti ed i balilla con delle nuove <strong>di</strong>vise, convinti che “non si può abbandonare<br />
l’organizzazione della nuova generazione” e, come richiesto dal<br />
Regime Nazionale, impegnati a “preparare alla Patria una gioventù sana ed<br />
educata militarmente e civilmente…”.<br />
L’ultimo atto fu comunicato con decreto del Ministero dell’Interno e riguardò<br />
la revoca della carica <strong>di</strong> Podestà al cavalier Giovanni Pasi e la nomina<br />
del maggiore Antonino Pizzo a commissario prefettizio (A.C.P.).<br />
Il regime fascista ormai non si fidava più <strong>di</strong> nessuno e già nel 1930, solo<br />
a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pochi mesi dall’inse<strong>di</strong>amento, a seguito <strong>di</strong> una relazione del<br />
vice prefetto Ispettore sull’andamento dell’amministrazione comunale <strong>di</strong><br />
<strong>Pressana</strong>, il Prefetto riteneva necessario procedere ad una nuova sostituzione,<br />
nominando il segretario comunale <strong>di</strong> Cologna Veneta Carlo Casella quale<br />
Commissario al posto <strong>di</strong> Angelo Scala.<br />
Nel 1931 il regime fascista iniziò una campagna contro le associazioni<br />
cattoliche e, in particolare, contro l’Azione Cattolica accusata <strong>di</strong> tramare<br />
contro. L’arciprete don Pietro Meneguzzo non esitò a leggere in pubblico la<br />
lettera del vescovo Ridolfi al segretario politico federale, nella quale si sottolineavano<br />
le violenze e gli abusi che squadracce organizzate commettevano<br />
a danno dei citta<strong>di</strong>ni e delle organizzazioni cattoliche, mentre si protestava<br />
pure per la soppressione dei giornali cattolici. (A.P.P.)<br />
In seguito al fallimento della cooperativa Produzione Lavoro “La Fratellanza”,<br />
venne messa in liquidazione la casa sede della cooperativa stessa, offerta<br />
in prelazione alla locale sezione del Partito Nazionale Fascista. Fu acquistata grazie<br />
ad un contributo del comune e, in tal modo, la sezione del Fascio, che occupava<br />
un locale a pianterreno dell’e<strong>di</strong>ficio municipale, ebbe una sede tutta<br />
sua aperta anche ai vari organismi che operavano a fianco del partito.<br />
Il premio <strong>di</strong> nuzialità<br />
Nel 1935 venne istituito un fondo per <strong>di</strong>eci premi <strong>di</strong> nuzialità, prova tangibile<br />
della <strong>parte</strong>cipazione del nostro comune alla campagna demografica<br />
voluta dal Governo. I premi erano riservati a coppie <strong>di</strong> sposi <strong>di</strong> età superiore<br />
ai trenta anni, <strong>di</strong> buona condotta, <strong>di</strong> sana e robusta costituzione fisica, <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagiate con<strong>di</strong>zioni economiche, purché iscritte al partito.<br />
Tra le opere pubbliche da ricordare: l’ampliamento della sede comunale,<br />
la sistemazione della casa del segretario comunale e la progettazione, in<br />
accordo con il Fascio <strong>di</strong> Combattimento locale, <strong>di</strong> un nuovo campo sportivo,<br />
che purtroppo rimase solo sulla carta (A.C.P.).<br />
In occasione della visita del Duce a Verona si organizzarono i vari mezzi<br />
per portare il popolo a vedere il Capo del governo e un sostanzioso contributo<br />
venne dato alla federazione provinciale per le spese organizzative. “Atto<br />
doveroso -venne scritto- per un ogni comune fascista”. Allo scoppio della<br />
seconda guerra mon<strong>di</strong>ale tutti i giovani abili furono chiamati alle armi e<br />
partirono per i vari fronti, ritornando non tutti e solo dopo vari anni segnati<br />
da amare esperienze fisiche e morali. Dopo l’8 settembre 1943 nel nostro<br />
territorio iniziarono ad operare i primi veri gruppi partigiani.<br />
I partigiani e le brigate nere<br />
La provincia <strong>di</strong> Verona non ebbe vere e proprie formazioni partigiane fino<br />
alla primavera del 1944. Furono per lo più gruppi spora<strong>di</strong>ci, male organizzati<br />
e senza una <strong>di</strong>rettiva che li coor<strong>di</strong>nasse in maniera capillare. E ap-<br />
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L’età moderna: Ottocento e Novecento