parte terza - Comune di Pressana
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Storia <strong>di</strong> una comunità e del suo territorio<br />
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possidenti, tale assemblea generale era costituita da un Consiglio, composto<br />
da un numero proporzionale <strong>di</strong> membri, eletti fra nobili e non nobili, in<br />
misura <strong>di</strong> due terzi <strong>di</strong> possidenti e <strong>di</strong> un terzo <strong>di</strong> industriali e commercianti.<br />
Tuttavia, il Convocato Generale e il Consiglio, avevano competenze ristrette:<br />
venivano convocati solo due volte l’anno per <strong>di</strong>scutere il bilancio<br />
preventivo e per approvare il consuntivo. Gli organi permanenti erano invece<br />
costituiti dalla Deputazione Comunale, composta da tre membri, <strong>di</strong> cui uno<br />
con funzione <strong>di</strong> deputato politico, cioè rappresentante del potere centrale,<br />
dove non ci fosse un Commissario o delegato imperiale e reale. Nelle città,<br />
invece, la Deputazione era formata dalla Congregazione Municipale, presieduta<br />
dal Podestà <strong>di</strong> nomina regia. Questi organi avevano la maggior <strong>parte</strong><br />
delle competenze nell’amministrazione del comune, con poteri anche <strong>di</strong><br />
polizia giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
Nell’aprile del 1814, il governo <strong>di</strong> Vienna stabilì che tutto il Colognese,<br />
compreso anche il Cantone <strong>di</strong> Noventa Vicentina, <strong>di</strong>pendesse dalla Municipalità<br />
centrale <strong>di</strong> Cologna Veneta. Poi, al posto della Municipalità, venne istituita<br />
la Deputazione Comunale che provvide a nominare capo il deputato<br />
più anziano.<br />
Il 1 luglio 1815 esistevano, nel Distretto <strong>di</strong> Cologna, tre comuni: Cologna,<br />
Cucca ed Albaredo, ma, dopo solo un anno ed esattamente con un decreto<br />
del 22 aprile 1816, si stabilì che il Distretto dovesse essere costituito<br />
da otto comuni:<br />
1) Cologna con Porcetti (oggi S.Sebastiano), S.Andrea e Olmo;<br />
2) Baldaria con Zimella e Spessa;<br />
3) S.Stefano con Volpino;<br />
4) Albaredo con Coriano;<br />
5) Cucca con S.Gregorio, Bonaldo, Caselle, Miega;<br />
6) Michellorie con Giavone;<br />
7) <strong>Pressana</strong> con Sabbion;<br />
8) Roveredo.<br />
Il 1 gennaio 1819 Baldaria venne unita a Cologna: era infatti <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso<br />
tenere due se<strong>di</strong> comunali così vicine. Nel 1834 fu concesso a Cologna,<br />
come avveniva per i capoluoghi <strong>di</strong> Provincia, <strong>di</strong> essere amministrata<br />
da una Congregazione Municipale, presieduta da un Podestà. Anche se con<br />
organi <strong>di</strong> controllo democratici, pure l’Austria governò nelle nostre campagne<br />
in modo assoluto e attraverso asfissianti controlli <strong>di</strong> polizia (L.SI-<br />
MONATO, 1998).<br />
Un cenno conclusivo, infine, al funzionamento delle nostre scuole durante<br />
il Regno Lombardo Veneto. Nel 1818 l’Austria emanò un Regio Regolamento<br />
per le scuole elementari, esteso anche al Lombardo Veneto. La<br />
frequenza delle scuole elementari era obbligatoria per tutti i ragazzi dai<br />
sei ai do<strong>di</strong>ci anni e doveva essere garantita dai Comuni. In base allo stesso<br />
Regio Regolamento, le classi potevano essere composte ad<strong>di</strong>rittura da<br />
duecento alunni anche se, oltre il numero <strong>di</strong> cento, era prevista la figura del<br />
maestro assistente. Altre <strong>di</strong>fficoltà in merito alla frequenza delle scuole si<br />
ebbero nel periodo 1849-1859, in concomitanza cioè con la prima guerra<br />
d’In<strong>di</strong>pendenza.<br />
Il fenomeno del ban<strong>di</strong>tismo<br />
<strong>di</strong> Francesco Occhi<br />
Gran <strong>parte</strong> del Basso Veronese fu, per <strong>di</strong>versi anni, soggetto alla preoccupante<br />
presenza <strong>di</strong> briganti e delinquenti. Singoli malfattori o vere e proprie<br />
bande imperversarono, spesso in<strong>di</strong>sturbate, in lungo e in largo nelle nostre<br />
valli sconfinando nelle province veronesi, ro<strong>di</strong>gine, mantovane e ferraresi<br />
per sfuggire ai gendarmi preposti alla pubblica sicurezza. Il loro ar<strong>di</strong>re<br />
era tale che spesso si introducevano nelle case degli ignari citta<strong>di</strong>ni: rubavano<br />
e vessavano e poi, con l’aiuto delle tenebre, fuggivano senza essere catturati.<br />
Il periodo <strong>di</strong> maggior <strong>di</strong>ffusione del ban<strong>di</strong>tismo si ebbe verso la metà<br />
del 1800 (L.LUGARESI, 1999).<br />
Le annate erano particolarmente dure e, durante l’occupazione austriaca,<br />
molti giovani erano stati costretti ad arruolarsi nell’esercito austriaco. Un<br />
servizio militare lungo e <strong>di</strong>fficile, che li obbligava ad una ferma <strong>di</strong> ben 5 anni,<br />
buona <strong>parte</strong> dei quali trascorsi in giro per l’Europa.<br />
Per reclutarli, in numerosi paesi era stata costituita una specifica commissione.<br />
Di solito venivano estratti a sorte ed erano sud<strong>di</strong>visi in categorie (prima,<br />
seconda e <strong>terza</strong>). I prescelti della prima venivano destinati alla leva vera e propria,<br />
quelli delle altre due, invece, formavano i riservisti (L.LUGARESI, 1999).<br />
Il fiorire del ban<strong>di</strong>tismo rientra, comunque, in un fenomeno molto vasto<br />
che investe buona <strong>parte</strong> della provincia <strong>di</strong> Verona, la bassa pianura veneta<br />
e anche la Lombar<strong>di</strong>a e che si rifà ad un “ribellismo conta<strong>di</strong>no”. Le gesta criminose<br />
commesse da questi briganti sono molto simili in tutti i luoghi e costituiscono<br />
un’espressione della protesta delle plebi conta<strong>di</strong>ne contro i proprietari<br />
e gli Austriaci per le privazioni causate dalla guerra e per la miseria<br />
nella quale i poveri agricoltori erano continuamente costretti a vivere.<br />
Il famoso ‘48 fu, quin<strong>di</strong>, un periodo alquanto variegato. Alle resistenze e<br />
alle contestazioni del popolo conta<strong>di</strong>no vessato da tasse, da crisi economiche<br />
e da perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> carestie, si contrappose la rivolta ideologica contro gli<br />
austriaci verso la quale si <strong>di</strong>resse la repressione della potenza dominante. In<br />
breve tempo, in buona <strong>parte</strong> del Basso Veronese trovarono rifugio criminali<br />
comuni, rifugiati politici, <strong>di</strong>sertori <strong>di</strong> un po’ tutti gli eserciti, pescatori, cacciatori,<br />
contrabban<strong>di</strong>eri, protetti dal rifugio sicuro che rappresentavano le<br />
valli paludose ed impenetrabili che occupavano <strong>parte</strong> del territorio. Ad agevolare<br />
questi manipoli <strong>di</strong> sbandati e malfattori fu l’attenuarsi del sistema <strong>di</strong><br />
vigilanza e <strong>di</strong> controllo della polizia locale ridotta quasi all’osso nei perio<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> guerra. Buona <strong>parte</strong> degli sbandati si erano organizzati in bande e a gruppi,<br />
uscendo dalle valli e dai loro rifugi, attaccavano passeggeri, case <strong>di</strong> facoltosi<br />
possidenti o, ad<strong>di</strong>rittura, case isolate (F.BOZZINI, 1976).<br />
Conclusa la campagna <strong>di</strong> guerra del 1848, l’Austria decise <strong>di</strong> provvedere<br />
al riguardo adottando varie misure repressive tra le quali il <strong>di</strong>sarmo della popolazione.<br />
I frequenti casi <strong>di</strong> rapine e furti avevano poi portato la gente ad<br />
un insopportabile grado <strong>di</strong> esasperazione; fu quin<strong>di</strong> facile, per l’esercito austriaco,<br />
intervenire <strong>di</strong>rettamente con le persone del luogo vessate dalle continue<br />
angherie subite dai briganti, chiedendone la collaborazione. Contro<br />
le bande che imperversavano nelle campagne del Colognese, l’autorità de-<br />
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L’età moderna: Ottocento e Novecento