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parte terza - Comune di Pressana

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Storia <strong>di</strong> una comunità e del suo territorio<br />

Il centro <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong> agli inizi del 1900<br />

94<br />

sidente contava 2.816 persone, in <strong>parte</strong> sotto la chiesa <strong>di</strong> Verona e in <strong>parte</strong><br />

sotto quella <strong>di</strong> Vicenza. Tra le Opere Pie e le associazioni, si registrava l’Istituto<br />

Elemosiniere, costituitosi in epoca ignota per dare aiuto, sussi<strong>di</strong>o e<br />

me<strong>di</strong>cinali ai poveri, e la Società Agricola Operaia <strong>di</strong> Mutuo Soccorso. Nel<br />

1855 a <strong>Pressana</strong> era presente un Maceratoio per la macerazione della canapa.<br />

Interessate erano 6000 pertiche <strong>di</strong> terreno con 15 proprietari consorziati<br />

che eleggevano il proprio presidente. Attive pure le Cooperative <strong>di</strong><br />

Mutuo Soccorso <strong>di</strong>vise in quelle cattoliche, con 400 iscritti, e in quelle liberali,<br />

con 150.<br />

La fine <strong>di</strong> un secolo<br />

Con gli ultimi decenni del 1800, il Veneto veniva aggregato al Regno d’Italia.<br />

Iniziava un periodo nuovo per il nostro paese e in tutti i centri della<br />

Bassa spirava un’aria <strong>di</strong>versa che, in certi casi, stravolgeva tra<strong>di</strong>zioni vecchie<br />

<strong>di</strong> secoli. Con legge elettorale del 13 ottobre 1866, Legnago <strong>di</strong>veniva sede <strong>di</strong><br />

un collegio elettorale <strong>di</strong> cui facevano <strong>parte</strong> i comuni <strong>di</strong> Albaredo d’A<strong>di</strong>ge,<br />

Angiari, Bevilacqua, Bonavigo, Bonaldo, Castagnaro, Cologna Veneta, Cucca,<br />

Minerbe, <strong>Pressana</strong>, Roverchiara, Roveredo <strong>di</strong> Guà, Terrazzo, Villa Bartolomea,<br />

Zimella, per un totale <strong>di</strong> 50.352 abitanti.<br />

Avevano <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> voto solo gli uomini d’età non inferiore ai 25 anni, tassati<br />

per almeno 40 lire d’imposta <strong>di</strong>retta, o in possesso <strong>di</strong> qualifiche accademiche<br />

e professionali. Erano quin<strong>di</strong> elettori ed eletti i gran<strong>di</strong> proprietari<br />

terrieri, i grossi industriali, i commercianti, i liberi professionisti e gli impiegati<br />

pubblici. Esclusi: donne, artigiani, conta<strong>di</strong>ni, operai e bottegai. Nel<br />

1866 gli aventi <strong>di</strong>ritto al voto nell’intero collegio erano solo 782; complessivamente<br />

l’1,89 % della popolazione (C.BOSCAGIN, 1975).<br />

E’ sempre <strong>di</strong> questi anni un’altra decisione che provvide a mo<strong>di</strong>ficare<br />

usanze vecchie <strong>di</strong> secoli. Infatti, nel 1871, un’apposita commissione per la<br />

toponomastica, cambiò molti nomi <strong>di</strong>alettali <strong>di</strong> strade veronesi. Così tanti<br />

paesi, già in precedenza erroneamente italianizzati da impiegati comunali<br />

e addetti all’ufficio anagrafe troppo zelanti o da cartografi austriaci e<br />

francesi poco conoscitori del nostro <strong>di</strong>aletto, subirono ulteriori mo<strong>di</strong>fiche.<br />

Ecco che la via “Salesi” si trasformò in via “Salici”; via “Quarei”, in via “Quadrelli”<br />

e altro. Si tentò pure <strong>di</strong> italianizzare i soprannomi: “Caùcio” che si<br />

trasformò in “Caucchio”, “Poéio”, in “Poeggio”; e “Codeghin”, in “Codecino”<br />

(L’ARENA).<br />

All’interno <strong>di</strong> questo contesto troviamo anche <strong>Pressana</strong>, chiamata pure<br />

Persana o Pregiana o Prexana. Il Sormani Moretti, nel corposo volume sulle<br />

con<strong>di</strong>zioni politiche ed amministrative della provincia <strong>di</strong> Verona realizzato<br />

alla fine del 1800, la descrive come una ridente citta<strong>di</strong>na posta a 42 km a<br />

sud-est da Verona, con case assai civili e belle ville tra loro staccate. Molte residenze<br />

sono descritte come avvolte da giar<strong>di</strong>ni o broli e tra esse degne <strong>di</strong> rilievo<br />

vengono annotate: villa Bagatta, poi Chinaglia quin<strong>di</strong> Nicolati; villa Tacoli,<br />

poi Gaspari e quin<strong>di</strong> Gau<strong>di</strong>o. La residenza municipale, oltre ad accogliere<br />

la sede comunale, ha anche tre aule scolastiche e risulta da poco costruita<br />

nell’angolo <strong>di</strong> un largo crocicchio <strong>di</strong> quattro vie che vengono identificate<br />

nei quattro punti car<strong>di</strong>nali. Il Moretti rileva, comunque, che lo spazio<br />

destinato alle scuole è del tutto insufficiente e che necessita l’urgente costruzione<br />

<strong>di</strong> un nuovo e<strong>di</strong>ficio scolastico che le ospiti. Poco o nulla viene<br />

scritto riguardo la chiesa, in<strong>di</strong>cata con “nulla <strong>di</strong> rimarchevole” al suo interno<br />

e costruita fuori dal centro abitato.<br />

Se da un lato l’autore provvide a descrivere il comune <strong>di</strong> <strong>Pressana</strong> così<br />

come si presentava agli occhi <strong>di</strong> un visitatore, dall’altro il Moretti non <strong>di</strong>menticava<br />

l’aspetto storico, ricco <strong>di</strong> reperti tanto da definire <strong>Pressana</strong> tra i<br />

paesi “più fertili” dell’intera provincia per i numerosi ritrovamenti romani.<br />

Le frazioni o le contrade censite erano: Villa Persa, corte Carampelle, contrada<br />

dei Casoni, Caselle, Bragio, contrada Chiesa, Bel Lavoro e Gallinara; a<br />

settentrione S.Agata; a mattino S.Eugenia, Corte Papesso e il Deserto; a mezzogiorno<br />

il Capitello, Albarello, le Bertolde, le Crosare, frazione all’interno<br />

della quale passa il fosso detto dei Maceratoi conservato da secoli e destinato<br />

a “rammollire il canape”, Castagnara, le Colombare, Castelletto, Piovega, Occa,<br />

S.Sebastiano, Albero Piocioso e le corti Marzara e Gau<strong>di</strong>o (SORMANI MO-<br />

RETTI, 1898-1904).<br />

<strong>Pressana</strong>, con la frazione <strong>di</strong> Caselle, risultava estesa su <strong>di</strong> una superficie<br />

<strong>di</strong> 1.148,86 ettari, con 2.321 appezzamenti che <strong>di</strong>ventano 2.410 nel 1886.<br />

In questo contesto 11 risultavano le strade comunali obbligatorie in ghiaia,<br />

<strong>di</strong>stribuite lungo 13 chilometri e 889 metri, 9 quelle non obbligatorie, per un<br />

totale <strong>di</strong> 8 chilometri e 995 metri. Tre erano, poi, le strade in terra per una lunghezza<br />

<strong>di</strong> 3 chilometri e 264 metri, 2 quelle vicinali, 2 in ghiaia, 6 in terra e<br />

nessuna in sabbia.<br />

I residenti al 31 <strong>di</strong>cembre 1871, risultavano 2.667 <strong>di</strong> cui 2664 residenti e<br />

3 <strong>di</strong> passaggio. Il 31 <strong>di</strong>cembre 1881, gli abitanti erano aumentati a 2.816 con<br />

557 famiglie. Dal 1 gennaio 1872 al 31 <strong>di</strong>cembre del 1881, i nati furono 1.004,<br />

i morti 624, i matrimoni 232. Nei 15 anni successivi e cioè dal 1 gennaio 1882<br />

al 31 <strong>di</strong>cembre 1898, i nati furono 1.575, i morti 959 e i matrimoni 357.<br />

Nel 1894 si provvide ad effettuare un censimento degli animali presenti<br />

nei comuni e, per <strong>Pressana</strong> e le sue frazioni, il risultato fu il seguente: 11 muli,<br />

98 tra cavalli ed asini, 874 bovini, 179 ovini e 180 suini.<br />

Molteplici le attività economiche variamente sud<strong>di</strong>vise, eccone l’elenco<br />

<strong>di</strong>stribuito in un triennio:<br />

95<br />

L’età moderna: Ottocento e Novecento

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