Editoriali NN. 77/78 - Osservatorio Letterario
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alimentare l'odio!… Invece di usare la violenza si<br />
dovrebbe intraprendere pacificamente la strada della<br />
riflessione e del dialogo.<br />
Dice Rocco Buttiglione, filosofo molto amato dal<br />
Vaticano: «Abbiamo provato a imboccare la strada della<br />
soluzione pacifica, ma se l'Afganistan non consegna gli<br />
autori dell'attentato questo rende impossibile fare<br />
giustizia senza andarseli a prendere. È chiaro che<br />
nessuno inizia operazioni militari a cuor leggero, noi<br />
siamo preoccupati per le possibili vittime,(…) ma gli<br />
italiani devono sapere che la guerra non l'abbiamo<br />
iniziata noi e questi colpiranno finché non li avremo<br />
sradicati.» Alla domanda se questa guerra sia giusta<br />
così risponde: «Sì, per quanto possa essere giusta<br />
un'azione umana visto che ogni guerra è mescolata con<br />
molte ingiustizie: per questo cerchiamo comunque di<br />
evitarla. Ma quando, come in questo caso, si tratta di<br />
difendere la vita dei propri cittadini, di impedire che i<br />
massacri continuino, la guerra è giusta (…).»<br />
Il 2 aprile 1999 nella sua rubrica "La Stanza di<br />
Montanelli" il giornalista così rispose ad un lettore a<br />
proposito della guerra: «I francesi - come tutti gli altri<br />
popoli occidentali - non volevano "morire per la Ruhr,<br />
quando Hitler la rioccupò con la forza (…). Poi<br />
cominciarono a circolare le notizie della scomparsa di<br />
circolazione, in Germania, degli ebrei (…). Poi non<br />
vollero "morire per i Sudeti". (…) Poi non vollero morire<br />
nemmeno per la sua capitale, Praga. Infine ridiscesero<br />
in piazza perché non volevano "morire per Danzica".<br />
Quel grido, che risuonava per tutta Europa, forse<br />
avrebbe sopraffatto le deflagrazioni delle bombe, se<br />
queste non avessero cominciato a piovere anche su<br />
Varsavia, costringendo anche i pacifisti più coriacei a<br />
riconoscere che, anche se non esistono (…) guerre<br />
giuste o guerre sante, esistono però guerre necessarie,<br />
come lo è l'amputazione di un arto quando è invaso<br />
dalla cancrena.»…<br />
In momenti come questo la diplomazia della cultura<br />
è indubbiamente in movimento. Perché si sente non da<br />
oggi, e troppo spesso inascoltata, in prima linea per<br />
dire parole non solo di comprensione ma soprattutto di<br />
severo monito e di speranza in questi tragici giorni.<br />
L'Associazione Lerici-Pea aveva da tempo invitato i<br />
poeti a Villa Marigola di Lerici, per parlare della pacifica<br />
integrazione nel Mediterraneo e si sono ritrovati<br />
coscienza critica di una umanità smarrita. L'amicizia tra<br />
un poeta israeliano e un poeta sirio-libanese, tra<br />
Nathan Zac, candidato al Nobel, e Adonis, delegato<br />
permanente aggiunto della Lega Araba all'Unesco,<br />
doveva essere un esempio da mostrare ai popoli del<br />
Mediterraneo e del Medio Oriente, ma ha assunto —<br />
per via degli eventi — rilievo planetario. E con loro è<br />
arrivato Ives Bonnefoy - scrittore, poeta, storico della<br />
letteratura, storico dell'arte e traduttore letterario<br />
francese -, premio quest'anno del Lerici-Pea all'opera<br />
poetica, una delle voci più importanti del panorama<br />
letterario del ventesimo secolo, come erede di Paul<br />
Valéry così si è espresso: «…è un accecamento che ci<br />
può portare al disastro, alla fine del mondo,<br />
letteralmente…»<br />
In altro luogo, lo scrittore egiziano autore della<br />
«Trilogia del Cairo» Naghib Mahfuz che nel 1988<br />
ricevette il Premio Nobel per la letteratura, in base alla<br />
sua personale esperienza ha esortato a fare attenzione<br />
a non saldare i fondamentalisti con le vaste correnti del<br />
disagio che ci sono nei Paesi arabi, suggerendo di<br />
rispondere all'attentato di Manhattan aiutando il suo<br />
mondo a fare prevalere le persone ragionevoli: egli il 14<br />
ottobre 1994, rimase vittima di un gruppo di fanatici<br />
islamici che tentò di assassinarlo, ferendolo<br />
gravemente. Non lo si può sospettare di indulgenza nei<br />
confronti di chi lo ha costretto a vivere da allora con un<br />
braccio completamente paralizzato…<br />
Una delle massime autorità del giornalismo<br />
francese, Eric Rouleau, ci avverte di non demonizzare<br />
un uomo solamente dicendo: «ci sono in giro migliaia di<br />
Bin Laden. Israele ne ha fatto l'esperienza» - ci ricorda<br />
dal momento che tanti seguaci del gruppo Hamas sono<br />
stati uccisi senza che tale movimento fosse fiaccato e<br />
cessasse di fare attentati, anzi…<br />
Nel corso dei tre giorni del Festival della filosofia di<br />
Modena dedicato alla felicità e conclusosi il 23<br />
settembre scorso, pensatori e teologi si sono interrogati<br />
sul momento di grande pericolo in corso. Il fatto che il<br />
mondo stia attraversando un momento in cui la felicità,<br />
persino l'aspirazione ad essa sembrano essere a<br />
rischio, ha reso il dibattito più vivo e attuale che mai. I<br />
pensatori intervenuti durante queste tre giornate<br />
filosofiche hanno proposto numerosi spunti di<br />
riflessione.<br />
«Siamo in un momento di grande pericolo, un<br />
momento di saturazione nel quale i popoli non sanno<br />
resistere, nel quale può scatenarsi una pazzia collettiva.<br />
Per questo servono serenità e coraggio». Così Raimon<br />
Panikkar, professore emerito all'Università della<br />
California, filosofo e teologo, ha commentato la<br />
situazione attuale.<br />
«Non esistono guerre in grado di porre fine a tutte le<br />
guerre - ha detto - come invece si sostiene quasi<br />
sempre per giustificare un conflitto sul punto di<br />
divampare. Così come nessuna vittoria porta mai alla<br />
pace. Basti pensare che finora la storia ha prodotto<br />
oltre 8.000 trattati di pace, con che risultati? Quel che<br />
serve è una non guerra, un cambiamento di civiltà»…<br />
Però - mentre ci impegniamo con la redazione di questo<br />
fascicolo già da alcune settimane gli USA stanno<br />
bombardando l'Afghanistan…<br />
Vi presento questo numero della nostra rivista col<br />
cuore pesante. È mia speranza che, quando la<br />
sfoglierete, la crisi mondiale abbia trovato la giusta<br />
strada per orientarsi nel migliore dei modi verso una<br />
ragionevole via d'uscita. Mia speranza è anche che<br />
leggerla vi procuri quel minimo di serenità in grado di<br />
distogliervi anche per pochi attimi dall'incubo che grava<br />
su di noi. Nel salutarVi formulo ad ognuno di Voi i<br />
migliori auguri per un sereno Natale, il primo del nostro<br />
nuovo secolo e millennio, un Natale la cui stella cometa<br />
si spera possa definitivamente indicare la strada della<br />
pace ed illuminare le menti perché si accantoni l'odio<br />
e si apra i cuori all'amore verso il prossimo.<br />
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIV/XV – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. 2010/2011 17