Editoriali NN. 77/78 - Osservatorio Letterario
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EDITORIALE A<strong>NN</strong>O VI <strong>NN</strong>. 25/26 Marz.-Giu. 2002<br />
Eccoci di nuovo insieme in<br />
questo mondo pieno di fragore:<br />
oltre ai vari problemi di<br />
inquinamento ambientale da cui<br />
siamo purtroppo afflitti rischiamo<br />
di essere anche menomati<br />
dall'alto inquinamento acustico di<br />
fragorosi litigi provenienti da ogni<br />
dove… Udiamo da una parte urla<br />
di vario tipo, giuste od ingiuste,<br />
accompagnate ovunque tanto<br />
in pubblico che in privato da rabbia, dispetto,<br />
sgomento, mancanza di rispetto per gli altri. Dall'altra,<br />
a rappresentare un muro insuperabile, vi sono orecchie<br />
rese sorde dall'indifferenza e dalla disattenzione per il<br />
prossimo… Fra le urla corrono tutti affannosamente,<br />
spintonando, travolgendo e calpestando gli altri,<br />
particolarmente i più deboli e meno fortunati. Non si ha<br />
mai un po' di tempo per fermarsi a scambiare pensieri<br />
profondi ed amorevoli, a prevalere sono le false<br />
apparenze e la superficialità degli umani rapporti…. C'è<br />
spazio solo per il «bla, bla, bla» di vuoti discorsi farciti<br />
di tante volgarità. «Così fan…» - quasi - «…tutti»… In<br />
questo paese che è ora divenuto anche il mio, nella mia<br />
patria d'origine, ovunque in questo nostro mondo regna<br />
ormai in modo insopportabile il fragore, ai più alti livelli<br />
di inquinamento e sempre più caotico in tutte le sfere<br />
del nostro vivere quotidiano. Non rimane che fuggire<br />
questo fragore restando dietro le quinte – e<br />
possibilmente anche più dietro – andando contro<br />
corrente, evitando di mischiarsi con la farina del mulino<br />
pur se il seguire questo percorso è molto più faticoso.<br />
Dietro le quinte, attraverso le nostre pagine, in punta di<br />
piedi ma – almeno ce lo auguriamo – con efficacia,<br />
divulghiamo i nostri pensieri, i nostri ideali, i nostri<br />
sogni, le nostre speranze o delusioni, i nostri messaggi.<br />
L'<strong>Osservatorio</strong> <strong>Letterario</strong> con i suoi collaboratori<br />
continua a scrivere perché ha sempre qualcosa da dire,<br />
perché come anche Francis Scott Fitzerald sosteneva<br />
«non si scrive perché si vuol dire qualcosa: si scrive<br />
perché si ha qualcosa da dire»! Le penne delle<br />
variopinte idee della grande famiglia dell'<strong>Osservatorio</strong><br />
<strong>Letterario</strong> sono state impugnate per lasciare ulteriori<br />
nuove tracce nell'intento di continuare a costituire<br />
motivo di riflessione per gli altri scritti. Mi si permetta di<br />
ricordare le parole di Thomas Mann e Joseph Conrad…<br />
Diceva il primo: «La felicità di chi scrive è il pensiero<br />
che riesce a diventare sentimento, è il sentimento che<br />
riesce a diventare pensiero». E così si esprimeva<br />
Conrad: «Il compito che mi spetta e che cerco di<br />
assolvere è di riuscire, col potere della parola scritta, a<br />
farvi udire, a farvi sentire… di riuscire, soprattutto, a<br />
farvi vedere.» Ed in nome dell'Arte, della Letteratura,<br />
della Bellezza noi cerchiamo di combattere, perché è<br />
necessario farlo contro le molte specie di violenza,<br />
contro le immagini dei linguaggi ipertestuali, contro le<br />
raffigurazioni dei sistemi virtuali della comunicazione. È<br />
assolutamente necessaria un'educazione estetica che<br />
consenta al nostro sguardo, al nostro udito, al nostro<br />
spirito di poter cogliere l'attimo in cui i nostri sensi si<br />
lasciano incantare dalla bellezza della tradizione per<br />
rinnovarla nell'attualità del presente. E qui ribadisco<br />
quanto ho detto nella presentazione del libro intitolato<br />
«La realtà sospesa» del ns. Autore, Marco Vaccari, del<br />
29 gennaio scorso alla Biblioteca Comunale Ariostea di<br />
Ferrara nella quale ho fatto riferimento alle varie<br />
affermazioni delle sue novelle sottolineando i fenomeni<br />
sgradevoli del nostro poco attraente mondo in cui si<br />
divulga - particolarmente tra i giovani - la volgarità,<br />
l'impoverimento di un linguaggio peraltro arricchito di<br />
bestemmie e sgrammaticature, per mancanza di<br />
stimolo e voglia di leggere buona letteratura che<br />
arricchirebbe notevolmente il lessico individuale.<br />
L'odierna mentalità e mancanza di buona cultura è<br />
denotata dall'attaccamento alle solite melense e vacue<br />
«situationcomedy» interrotte da valanghe di pubblicità<br />
televisiva - o dalla lettura dei tristi libri della serie<br />
«Harmony» e simili. Anche nella realtà, come in una<br />
novella del succitato Vaccari, l'interiore malattia<br />
spirituale di tante persone è diagnosticabile come una<br />
«forma perniciosa di aridità dello spirito, causato dalla<br />
mancanza di buone letture»… Una lezione deve trarsi<br />
ponendo attenzione alle parole della frase finale del suo<br />
racconto intitolato «Bellezza»: «la bellezza, la luce degli<br />
occhi e del viso derivano dalla luce dello spirito!» N.B.:<br />
mi permetto qui di ricordare l'editoriale del N. 0. 1997<br />
della nostra rivista.<br />
Dallo scorso numero non faccio che riflettere,<br />
ragionare e cercare risposta alle tantissime domande<br />
che varie situazioni del mondo che ci circonda fanno in<br />
me scaturire mentre riordino i miei appunti giornalistici<br />
d'un tempo… Ecco alcuni pensieri che sono purtroppo<br />
ancora attuali: Quali speranze e quali paure nutrono<br />
l'immaginario dei poeti, dei narratori, degli uomini di<br />
pensiero? Perché si percepisce una grande<br />
incertezza?… Registrate nei miei appunti, mi balzano a<br />
proposito davanti agli occhi alcune affermazioni<br />
contenute nella relazione intitolata «I lumi spenti: i<br />
giovani tra irrazionalismo e nuove mistiche» del giovane<br />
scrittore Enrico Brizzi pronunciate tre anni fa al<br />
Convegno <strong>Letterario</strong> Internazionale di Ferrara<br />
«L'Immaginario Contemporaneo» (21-23 maggio<br />
1999): “La grande incertezza dei tempi attuali pare<br />
risolversi in una diffusa isteria autoalimentata da<br />
tensioni sociali e da una capillare mancanza di<br />
consapevolezza… L'importante è rendersi conto di come<br />
siamo quotidianamente visitati e contagiati da forme di<br />
disagio che vanno dall'atteggiamento gladiatario di<br />
molti automobilisti alla mancanza di solidarietà nel<br />
tessuto sociale. Siamo sospesi tra l'alienazione da<br />
superlavoro e l'auspicata mobilità lavorativa<br />
all'americana… Siamo sospesi tra i congedi al secolo<br />
nichilista e i brindisi per un nuovo millennio… Siamo<br />
sospesi tra le autoaffermazioni di potenza individuale<br />
(di cui le cattive profetesse della libertà sessuale sono<br />
splendide corifee) e l'ospedalizzazione a domicilio<br />
tramite terapeuti, psicofarmaci e maghi d'ogni setta…<br />
Le madri sono le migliori amiche delle figlie, i padri dei<br />
figli. Le figlie sono madri delle loro stesse madri<br />
scombussolate. I figli sono padri dei padri disillusi e<br />
frustati che portano a casa pagnotta e travasi di bile…<br />
Per le strade girano silenziosi gli epigoni dei movimenti<br />
giovanili, gli scaltri teen-ager agghindati da fiera delle<br />
vanità, aggressivi e alienati un tanto al kilo, e non mi<br />
sembra che le massaie al supermercato abbiano una<br />
luce felice negli occhi. C'è sospetto. C'è tensione.<br />
Ognuno contribuisce all'infelicità altrui. Intanto i cervelli<br />
18<br />
OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIV/XV – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. 2010/2011