28.05.2013 Views

Editoriali NN. 77/78 - Osservatorio Letterario

Editoriali NN. 77/78 - Osservatorio Letterario

Editoriali NN. 77/78 - Osservatorio Letterario

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

scopi si era associato quel desiderio di dare una voce<br />

agli scrittori minori oppure ignorati e far conoscere<br />

anche la letteratura e cultura ungherese della mia<br />

Patria d’origine: Essendo di origine ungherese e proprio<br />

docente anche della letteratura magiara mi sono sentita<br />

in prima persona moralmente obbligata a diffondere un<br />

po’ le perle letterarie della mia Patria d’origine, anche<br />

perché nonostante l’alto livello letterario mondiale, a<br />

causa della lingua, le opere dei miei compatrioti in<br />

Occidente difficilmente vengono tradotte dalla lingua<br />

originale, e molte volte provengono da qualche<br />

traduzione tedesca o di lingua slava. Poi, questa rivista<br />

voleva essere non soltanto italiana, ma anche<br />

internazionale: lo suggerisce anche il titolo della testata<br />

con la dicitura: «Ferrara e l’Altrove».<br />

In un editoriale del 2001 ho scritto queste<br />

osservazioni che ritengo ancora attuali: «Oggi,<br />

purtroppo, possiamo constatare che i valori sono<br />

deformati. Il mondo in cui viviamo è dominato dal<br />

profitto e dal mercato, tutti vogliono accaparrarsi le<br />

posizioni migliori. La gente vive in una gara spietata ed<br />

in questa lotta cambiano totalmente i criteri di<br />

valutazione così si perdono diversi elementi del nostro<br />

essere umano. La gente è impaziente, non conosce la<br />

tolleranza. Come se vivessimo in una nuova torre di<br />

Babele: l'umanità d'oggi è costituita da una massa di<br />

persone che non si capiscono tra di loro ed è quindi<br />

sempre meno capace di capire le scienze e la cultura.<br />

Le conseguenze dell'orientamento al profitto sono<br />

evidenti anche nelle fonti della cultura: sono sempre in<br />

maggior numero gli editori, teatri, studi che puntano<br />

principalmente al raggiungimento dei superprofitti e per<br />

questo scopo producono dei libri e degli spettacoli<br />

commerciali che non offrono divertimento di lunga<br />

durata, non trasmettono valori, ma al contrario, sono<br />

più facilmente digeribili, più velocemente vendibili<br />

pertanto portano profitti maggiori. In questo modo la<br />

cultura si è spezzata in due: la cultura d'èlite che<br />

garantisce effetti e sensazioni di lunga durata e la<br />

cultura di massa, che conquista sempre maggiore<br />

spazio, spesso esclusivamente con scopo di lucro (…).<br />

La massa è più interessata agli show luccicanti privi di<br />

umorismo ma pieni d'idiozia, alle star famose, alle soapopere,<br />

e così via. Nel mondo dei libri soltanto una fascia<br />

sempre più esigua di persone cerca i libri di qualità<br />

rispetto alla letteratura mediocre o di pura evasione,<br />

pertanto l'edizione dei primi è in continuo calo.<br />

Purtroppo è il mercato a pilotare le arti, perché riesce a<br />

sopravvivere soltanto quell'artista, scrittore, scienziato<br />

etc., che dispone di una fonte finanziaria.<br />

Quindi la cultura viene suggestionata dal mercato ed il<br />

mercato è controllato sempre più da gruppi ristretti.<br />

Così il futuro della cultura è concentrato nelle mani di<br />

poche persone… Non è facile affatto dare delle “ricette"<br />

adatte a salvaguardare la vera cultura. Il problema è<br />

più complesso di quanto si possa pensare… Avremo un<br />

compito importantissimo: quello di rispondere<br />

correttamente ai richiami, sfidare le "produzioni<br />

spazzatura", le basse esigenze culturali, risollevare il<br />

gusto medio della gente dalla mediocrità in cui sta<br />

affondando, impegnarci per la conoscenza e per la<br />

conservazione delle tradizioni locali e nazionali e fare in<br />

modo che i valori oggi appartenenti alla cultura d'èlite<br />

siano accessibili a tutti con un utilizzo ragionevole delle<br />

nuove tecniche… Comunque, ogni membro delle società<br />

deve essere consapevole del fatto di non essere<br />

soltanto una ruota nel meccanismo del mercato<br />

capitalista, che la vita non è solamente una<br />

competizione, ci dobbiamo rendere conto di essere<br />

anime sensibili, bisognose di una visione del mondo<br />

sana, di valori reali e della vera cultura…» Queste mie<br />

osservazioni ancor’oggi non hanno purtroppo perso<br />

l’attualità.<br />

Le parole di Jolanda Serra meritano essere citate<br />

anche dopo cinque anni, pubblicate nel doppio<br />

editoriale del nostro fascicolo della primavera-estate del<br />

2000 (v. <strong>NN</strong>. 13/14): «Leggo i pensieri dei tanti come<br />

me che in attesa di un domani, che sia più giusto; di un<br />

domani che ci dia voce che venga e risuoni tra gli umori<br />

del tempo; una voce, la nostra, che sia alta e forte<br />

come quella di coloro che… parlano… parlano… (ah, se<br />

parlano!) e mettono fuori suoni e suoni e non ascoltano<br />

mai la bizzarria e la monotonia del loro "muto" parlare.<br />

E sì, perché noi (poeti) siamo muti di voce… però<br />

parliamo; loro (tutti gli altri) sono la voce dei muti… e<br />

parlano senza mai dire!<br />

E dice Alfonso Savio di Napoli: "…ascolto la mia<br />

voce…", mentre "…la voce di lei… è coperta dai rumori<br />

del mondo", e prendo in prestito questi pensieri per<br />

trasportarli oltre e metterli fianco a fianco e poi stare lì<br />

a guardarli e a sentirli parlare; la mia voce è muta,<br />

eppure io l'ascolto, ascolto il silenzio; la voce degli altri<br />

rimbomba per il mondo, ma i rumori del mondo stesso<br />

ne seppelliscono i suoni.<br />

E l'una e l'altra non sono più ciò che erano, ma si<br />

fanno altro ed allora il mio silenzio si fa voce e la voce<br />

del mondo si fa silenzio: fuori e dentro me!<br />

E per tutti noi, poeti, c'è una voce, una voce fatta di<br />

silenzi che ci accompagna nel buio dei nostri giorni e ci<br />

scioglie le amarezze, goccia per goccia, come perenne<br />

medicina salvavita che rinasce ad ogni tramonto e si<br />

consuma ad ogni respiro.<br />

E c'è poi una voce di tutti che sbraita, impreca,<br />

s'avvinghia, s'aggrappa, scivola sugli specchi, percuote<br />

e frusta, si tonifica del silenzio degli altri e s'erge a<br />

padrona di tutto e di tutti, ma questa non ci appartiene:<br />

non è la voce dei poeti, ma la voce di chi non chiede:<br />

prende; di chi non ascolta: urla; di chi crede: ma non<br />

sa; di chi pur di far tacere la voce del fondo: strilla,<br />

sgomenta; spazza ed impazza come la bufera che sta<br />

percuotendo i vetri del mio balcone.<br />

E da questa rivista, s'alza una voce: è la mia voce, è<br />

la nostra voce; è la voce di chi ama, di chi guarda, di<br />

chi ascolta, di chi tace, di chi non parla, di chi dice col<br />

silenzio dei suoi pensieri; di chi pensa e modula il suono<br />

della sua voce, che sia dolce ed umana, ritmica e<br />

melodiosa, che sia calda ed intensa come le fiamme<br />

che mi lambiscono il volto in quest'istante.<br />

È la voce di questa rivista che riempie in questo<br />

momento la mia stanza e il mio cuore; ed io l'ascolto e<br />

parlo; e parlo a tutti coloro che hanno lasciato la loro<br />

voce su queste pagine; e parlo a me e non sento più le<br />

sferzate che travolgono le pareti della mia casa e<br />

nemmeno l'urlo del vento che scuote le ombre della<br />

notte che già hanno invaso il cielo.<br />

E mentre lascio che le voci mi scorrano dentro, sento<br />

una magia che mi percorre la mano e lo sguardo: da<br />

Treviso la voce scende giù, fino a Siracusa e poi<br />

OSSERVATORIO LETTERARIO Ferrara e l’Altrove A<strong>NN</strong>O XIV/XV – <strong>NN</strong>. <strong>77</strong>/<strong>78</strong> NOV. – DIC./GEN. – FEBB. 2010/2011 31

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!