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2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara

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FERRARA IN MUSICA 13<br />

Roberto Manuzzi<br />

Polistrumentista,<br />

Compositore ed<br />

arrangiatore<br />

International Association of<br />

Schools of Jazz <strong>di</strong> Helsinki<br />

Manca però un progetto duraturo, in grado <strong>di</strong> legare<br />

capacità artistiche e tessuto produttivo locale<br />

Giovani talenti crescono<br />

<strong>Ferrara</strong> città <strong>di</strong> confine tra Emilia e Veneto,<br />

città d’acqua tra il Po e il mare, <strong>Ferrara</strong><br />

anche e soprattutto città <strong>di</strong> cultura per<br />

antica vocazione. Una vocazione che i ferraresi<br />

affermano <strong>di</strong> avere ere<strong>di</strong>tato per via genetica<br />

dagli Estensi (o per meglio <strong>di</strong>re dalle gran<strong>di</strong><br />

menti del Rinascimento che gli Estensi vollero<br />

con loro), e che dopo secoli ha segnato il<br />

destino <strong>di</strong> geni universali come, tra gli altri,<br />

Michelangelo Antonioni e Giorgio Bassani.<br />

<strong>Ferrara</strong>, città dal passo lento, è spesso il motore<br />

dell’ispirazione degli artisti che vi sono nati,<br />

accomunati da un misto <strong>di</strong> ammirazione e<br />

rimpianto per una città meravigliosa in cui rifugiarsi,<br />

ma in cui è impossibile far vivere le proprie<br />

aspirazioni. Ed è così per tutti coloro il cui<br />

nome ha fatto grande la nostra città nei vari<br />

campi della vita culturale Italiana; con una<br />

costante (e dolorosa) applicazione del detto<br />

nemo propheta in patria, gli artisti ferraresi<br />

hanno sempre stentato ad ottenere nella propria<br />

città sostegno alle proprie idee, trovando<br />

altrove terreno fertile per le proprie iniziative.<br />

Anche in campo musicale <strong>Ferrara</strong> vive questa<br />

drammatica realtà: è sintomatico che nella<br />

città che ha avuto in tempi recenti musicisti<br />

come Ferraresi, Chailly e Nielsen (e in campo<br />

jazzistico Tavolazzi, Ban<strong>di</strong>ni e Cavicchi) non si<br />

sia mai avviato un qualsiasi progetto duraturo<br />

capace <strong>di</strong> legare le capacità e l’inventiva locale<br />

ad un tessuto produttivo, come è stato<br />

invece per tante città capoluogo e non<br />

dell’Emilia-Romagna (prima regione d’Italia<br />

per le attività produttive legate alla cultura)<br />

dove fino dall’imme<strong>di</strong>ato dopoguerra sono<br />

nate case <strong>di</strong> produzione cinematografiche,<br />

e<strong>di</strong>tori musicali, management artistici <strong>di</strong><br />

importanza nazionale, stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> registrazione. A<br />

<strong>Ferrara</strong> niente <strong>di</strong> tutto questo è mai decollato<br />

seriamente, non riuscendo mai ad affermarsi<br />

fuori dagli stretti ambiti delimitati dal territorio<br />

comunale, mentre gli artisti citati (ed altri<br />

ancora) emigravano altrove per trovare le<br />

opportunità che qui non potevano avere.<br />

Grazie al cielo questa <strong>di</strong>fficoltà avvertibile da<br />

chiunque non impe<strong>di</strong>sce la nascita <strong>di</strong> talenti<br />

nei vari campi della cultura, e giovani e giovanissimi<br />

musicisti nascono e crescono ancora<br />

all’ombra del Duomo.<br />

Tra i giovani musicisti <strong>di</strong> valore dell’ultima<br />

generazione merita <strong>di</strong> essere menzionato il<br />

sassofonista Francesco Bigoni, appena ventiduenne<br />

(è nato a <strong>Ferrara</strong> nel 1982).<br />

Dopo aver intrapreso i primi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> clarinetto<br />

e sassofono presso la Scuola <strong>di</strong> Musica<br />

Moderna <strong>di</strong> <strong>Ferrara</strong>, appassionatosi alla musica<br />

jazz si è de<strong>di</strong>cato quin<strong>di</strong> al sax tenore e al<br />

sax soprano, prendendo parte a workshops<br />

con Steve <strong>La</strong>cy (1998) e Andy Sheppard<br />

(2000). Allievo dei Seminari senesi <strong>di</strong> Musica<br />

Jazz, nel 2001 gli è stata assegnata una delle<br />

due borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o messe in palio per rappresentare<br />

Siena Jazz e l’Italia al 13° meeting<br />

internazionale della IASJ (International<br />

Association of Schools of Jazz) <strong>di</strong> Helsinki<br />

(2002). E’ allievo personale <strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o Fasoli<br />

e ha partecipato a seminari con Dave<br />

Liebman.<br />

A lui, come rappresentante della sua generazione<br />

<strong>di</strong> musicisti ferraresi, ho rivolto alcune<br />

domande nel corso <strong>di</strong> una cena a margine<br />

<strong>di</strong> un nostro lavoro in stu<strong>di</strong>o con l’orchestra<br />

jazz del Dams <strong>di</strong> Bologna in cui militiamo<br />

entrambi.<br />

“Caro Francesco, visto che sei dal punto <strong>di</strong><br />

vista anagrafico il rappresentante più giovane<br />

della tua categoria, sarei proprio curioso<br />

<strong>di</strong> sapere come vivi la tua esperienza <strong>di</strong> musicista<br />

rispetto alla tua città <strong>di</strong> nascita.”<br />

“Di <strong>Ferrara</strong> amo le biciclette, la quiete, la misura.<br />

Ma quando, come negli ultimi tempi, mi<br />

trovo a viaggiare parecchio per motivi <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

e <strong>di</strong> lavoro, mi accorgo che non vorrei<br />

essere contagiato da una certa indolenza che<br />

rischia <strong>di</strong> trasmettere. L’incontro con realtà <strong>di</strong>fferenti<br />

mi insegna che città affini alla mia per

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