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2004 n.2 La Pianura - Camera di Commercio di Ferrara

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46<br />

M. Cristina<br />

Nascosi<br />

<strong>La</strong> banda <strong>di</strong> Francesco Musi<br />

Un non <strong>di</strong>menticare<br />

<strong>di</strong><br />

ricordare in<br />

piena regola qualcosa<br />

<strong>di</strong> un passato<br />

che ci appartiene,<br />

è quanto propone<br />

l’Enel quest’anno<br />

in tema <strong>di</strong> bande musicali:<br />

“Accen<strong>di</strong>amo l’amore per le bande musicali”<br />

è il concorso che ha organizzato,<br />

come omaggio ad una delle forme <strong>di</strong> cultura<br />

popolare più <strong>di</strong>ffuse in Italia a …<br />

rischio estinzione. Dal titolo sembrerebbe<br />

una notizia <strong>di</strong> un secolo fa o giù <strong>di</strong> lì e<br />

invece è proprio dell’ultim’ora.<br />

Coinvolte 1500 formazioni, 65000 musicisti,<br />

1300 comuni. I primi classificati per<br />

ogni regione sfileranno a Roma per la<br />

fase finale.<br />

I premi? Strumenti musicali, ovviamente.<br />

“<strong>La</strong> musica è energia”, osserva l’Enel che<br />

ha scelto, come colonna sonora della<br />

manifestazione, la marcia “Scossa elettrica”,<br />

scritta da Giacomo Puccini nel 1899<br />

per celebrare l’invenzione della pila <strong>di</strong><br />

Volta.<br />

Rassegne e manifestazioni sono previste<br />

anche su base provinciale con particolare<br />

attenzione ai giovani.<br />

Un tramandarsi dunque alle nuove generazioni<br />

che sa <strong>di</strong> buono, come le vecchie<br />

tra<strong>di</strong>zioni che pian pianino andranno <strong>di</strong>sperdendosi<br />

se, in qualche modo, qualcuno<br />

non le manterrà nel tempo.<br />

Anche a <strong>Ferrara</strong> la tra<strong>di</strong>zione della banda<br />

musicale è ancora ben viva: le uscite della<br />

“Francesco Musi” – la nostra amatissima<br />

Pungàzza – ricorrono ancora e <strong>di</strong> frequente,<br />

spesso per occasioni ufficiali e/o<br />

storiche <strong>di</strong> rilievo come, ad esempio, tra<br />

le ultime, quella del 25 aprile scorso, che<br />

ha avuto luogo nell’ambito degli eventi<br />

commemorativi del 59° anniversario della<br />

Liberazione.<br />

Il termine, anzi per <strong>di</strong>rla proprio alla ferrarese,<br />

lo scutmài <strong>di</strong> Pungàzza viene riportato,<br />

come nelle più classiche leggende<br />

FERRARA IN MUSICA<br />

Gli anni d’oro della “Pungàzza”<br />

metropolitane e pressoché all’unisono, da<br />

due testimonials <strong>di</strong> eccezione, il maestro<br />

Corrado Celada, per più <strong>di</strong> cinquant’anni<br />

primo mandolino dell’ultracentenaria<br />

orchestra a plettro “Gino Neri” e dal maestro<br />

Giorgio Passilongo, da ‘sempre’<br />

Kappelmeister della nostra Cattedrale: nei<br />

magazzini che conservavano gli strumenti<br />

della banda, in un bassotuba, venne ritrovato,<br />

per l’appunto, un grande topo da<br />

fogna, da cui il soprannome, tra l’affettuoso<br />

ed il <strong>di</strong>spregiativo, come nella più pura<br />

e tipica civiltà <strong>di</strong>alettale ferrarese.<br />

Una data importante da ricordare, si <strong>di</strong>ceva,<br />

quella del 25 aprile <strong>2004</strong>, pure<br />

rispetto al grande maestro Francesco<br />

Musi, al cui nome ed al cui ricordo sono<br />

legate imprescin<strong>di</strong>bilmente la storia e<br />

l’ attività più eclatanti della banda: 44<br />

anni esatti sono trascorsi dal giorno della<br />

sua morte avvenuta, per così <strong>di</strong>re, ‘sul<br />

campo’.<br />

Così la racconta Giuseppe Longhi, un<br />

anno dopo, nell’articolo <strong>di</strong> commemorazione<br />

scritto per la Gazzetta Padana:<br />

“…In una giornata pure tanto luminosa<br />

per l’evento che veniva celebrato, ma<br />

alquanto rigida, turbata dall’incostanza<br />

del tempo, il Maestro Francesco Musi,<br />

durante l’esecuzione <strong>di</strong> un concerto, si<br />

accasciava sul po<strong>di</strong>o e veniva raccolto<br />

dai suoi musicanti che per lui costituivano<br />

il suo orgoglio e la sua fede. Durante<br />

l’esecuzione era stato visto dai musicanti,<br />

che dovevano obbe<strong>di</strong>re alla sua bacchetta,<br />

come barcollare infiammandosi<br />

in viso, poi scolorire, dare battute <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nate,<br />

affrettare i tempi. In tanto malessere<br />

aveva tuttavia voluto porre termine<br />

all’esecuzione poiché fermarsi, scendere<br />

dal palco, ritirarsi, sarebbe stato indubbiamente<br />

per lui come sottrarsi al suo<br />

dovere. E <strong>di</strong>fatti, durante il suo trasporto<br />

dalla Piazza Cattedrale alla sua abitazione,<br />

ebbe a riferirsi, nelle sue poche parole,<br />

al giu<strong>di</strong>zio che il pubblico avrebbe<br />

potuto dare sul suo comportamento. Il<br />

senso dell’onestà professionale, della

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